Rugby
Sei Nazioni, le pagelle di Italia-Francia: azzurri, piovono insufficienze! Orquera horror, Ghiraldini il migliore
La peggiore Italia del Sei Nazioni 2015 cede di schianto alla peggior Francia degli ultimi decenni, in un match ai limiti dell’orrore di fronte agli oltre 60.000 dell’Olimpico. Tanti errori da una parte e dall’altra, ma i transalpini risultano essere più cinici e dilagano addirittura 0-29. Le pagelle.
Luke McLean, voto 6: fin troppo intelligente tatticamente per poter adeguarsi alla mediocrità generale dei suoi compagni di squadra. Quando è chiamato in causa si fa sempre trovare pronto, mostrandosi ordinato e mai in confusione come il resto della squadra. Una sicurezza. Ma solo lui.
Leonardo Sarto, voto 5: tenta di fare male alla difesa francese sfruttando le sue gambe e la sua corsa ficcante, in alcuni frangenti ci riuscirebbe anche ma si fa prendere troppo spesso dall’egoismo e vanifica spesso le azioni azzurre. Tatticamente rivedibile.
Luca Morisi, voto 6: in attacco ha poche occasioni per fare male, cerca di impensierire la difesa francese ma il suo ottimo momento di forma non basta per creare veri pericoli. Si fa sentire eccome, invece, in fase difensiva, con soli tre placcaggi portati ma tutti decisivi per bloccare le sortite transalpine. Costretto ad uscire a fine primo tempo.
Andrea Masi, voto 5: anonimo. Non fa mai sentire il proprio peso contro la difesa francese, contro cui si scontra senza mai produrre avanzamento. Svolge il compitino in copertura, ma ci si aspettava una prestazione di ben altro valore dall’aquilano.
Giovanbattista Venditti, voto 5,5: rispetto a Sarto si fa vedere di più anche in giro per il campo a portare assistenza ai propri compagni, ma nemmeno lui ripete la brillante prestazione di Murrayfield. Tanto impegno al servizio della squadra, ma poca qualità.
Tommaso Allan, sv: in campo nonostante i fastidi (pubalgia?) muscolari per sopperire all’assenza di Haimona. Un alibi forse non sufficiente per l’errore su un piazzato sbagliato fin troppo banalmente. La sua partita dura tredici minuti.
Edoardo Gori, voto 6: uno dei migliori per affidabilità e continuità nel corso del match. Nonostante le difficoltà nei punti d’incontro, non perde mai la bussola nello smistare gli ovali e mantiene sempre una certa lucidità. Prova a dare ritmo, ma in costante arretramento è un”impresa durissima per tutti.
Sergio Parisse, voto 5,5: è il faro dell’Italia, lo si vede da come gestisce bene i primi dieci minuti sia tatticamente che in difesa (bello il placcaggio su Nakaitaci sulla linea di fondo). Poi si spegne progressivamente come tutta la squadra e non riesce mai a creare gioco. Polveri bagnate per il capitano, al solito l’azzurro con più metri corsi palla in mano.
Samuela Vunisa, voto 4,5: trova anche una bella linea di corsa nel primo tempo, ma è il suo unico momento di gloria. Per il resto, il figiano naturalizzato italiano è assolutamente anonimo. Da ball carrier non rende, non garantisce avanzamento nonostante l’imponente stazza e in giro per il campo vale meno di un quarto di Favaro. Nullo.
Francesco Minto, voto 6: tira giù 15 placcaggi, porta a terra cinque touche ed è una presenza costante in giro per il campo. In una circostanza viene anche punito in maniera ingiusta dall’arbitro, ma tant’è. Yao fa sentire la propria presenza, ma da sola non basta. Manca il compagno di merende (Favaro) al proprio fianco.
Joshua Furno, voto 4,5: dalle stelle alle stalle, il passo è stato più breve di quanto si potesse pensare per il seconda linea dei Newcastle, autore fin qui di un Sei Nazioni fin troppo altalenante. Non è mai un fattore in nessuna occasione, in attacco è facile preda dei placcatori francesi mentre in giro per il campo non è mai di aiuto alla squadra.
George Biagi, voto 6: la solita grande grinta ed abnegazione per il seconda linea delle Zebre, sempre tra i più volitivi e tra quelli che si fanno preferire per spirito di sacrificio. Lotta come un leone, anche se ad inizio ripresa sembra un po’ in debito d’ossigeno.
Dario Chistolini, voto 5,5: completamente anonimo in giro per il campo, ma cerca di sostenere come può la mischia. Il metro del direttore di gara è, al solito, ambiguo, ma il pilone delle Zebre dimostra di possedere un’ottima tecnica e Ben Arous spesso viene messo in croce. In partite come queste, però, i suoi chili nel gioco aperto servirebbero.
Leonardo Ghiraldini, voto 6: il migliore insieme a Minto, per qualità e quantità anche se unicamente in fase difensiva. Tra i dieci placcaggi portati ve ne sono almeno un paio decisivi per bloccare delle pericolosissime avanzate francesi e, inoltre, è bravo in un’occasione a sventare con un bel grillotalpa un incursione francese nei 22 azzurri. Prezioso, anche se fine a se stesso.
Matias Aguero, voto 5,5: dalla sua parte ha un cliente difficile come Mas, che lo mette spesso in difficoltà. L’italo-argentino resiste bene, ma come il suo collega Chistolini gira spesso a vuoto per il campo, senza essere di alcuna utilità nella mezzora in cui gioca. Poi un infortunio lo costringe ad uscire.
Andrea Manici, sv: venti minuti ma a partita già finita.
Alberto De Marchi, voto 4,5: Sei Nazioni piuttosto difficile per il pilone dei Sale Sharks, lontano parente di quello ammirato nelle ultime stagioni. Della sua mobilità non si vede l’ombra, in mischia soffre terribilmente Mas prima e Slimani dopo.
Lorenzo Cittadini, voto 4,5: impatto nullo sul match, nonostante abbia anche dieci minuti in più rispetto al solito. In mischia subisce una clamorosa arata di venti metri dal pack francese, a dimostrazione di come non sia minimamente riuscito a prendere in mano il pack azzurro.
Quintin Geldenhuys, voto 6: una sufficienza di stima per il recupero arrivato prima dei tempi prestabiliti. Pedina importante per l’Italia, sebbene Biagi stia disputando un Sei Nazioni di enorme spessore.
Marco Barbini, sv
Guglielmo Palazzani, sv
Luciano Orquera, voto 4: ci si aspettava una prova d’orgoglio da parte dell’apertura delle Zebre, catapultata in campo a causa degli infortuni di Haimona e Allan, ma l’italo-argentino tiene fede a quanto fatto vedere finora in stagione. Ovvero il nulla. Regia approssimativa, zero attacchi alla linea francese e un gioco tattico suicida. Non a caso due suoi calci scellerati portano all’azione della meta di Maestri.
Enrico Bacchin, voto 5,5: in un match in cui il grosso del lavoro è inevitabilmente delegato agli avanti, il centro sandonatese non può far altro che placcare chiunque gli capiti a tiro e di supportare in qualche modo la squadra. Ci riesce in parte, ma in un contesto mediocre emergere era pressoché impossibile.
All. Jacques Brunel, voto 0: come i punti segnati. Dopo undici anni (Francia-Italia del 2004), l’Italrugby riesce nuovamente nell’impresa di restare a secco nel punteggio, figlia di una preparazione alla sfida completamente sbagliata, più sotto il profilo mentale che prettamente tattico. Viene tradito dal suo pack e dall’arma che aveva portato la sua Banda a trionfare in Scozia, la maul, ma non riesce ad escogitare alcun piano B. E, soprattutto, non riesce a spronare la propria squadra per un’altra grande partita.
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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com
Credit FotosportIT/FIR