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Ciclismo
Ciclismo femminile: il capolavoro di Elisa Longo Borghini al Fiandre
Ha compiuto 23 anni a dicembre, Elisa Longo Borghini, eppure è già la quarta stagione nella quale la ritroviamo tra le migliori interpreti del ciclismo femminile globale. Il successo di ieri al Giro delle Fiandre rappresenta il coronamento (per ora, e sottolineiamo per ora) di una carriera d’altissimo profilo.
L’atleta originaria di Ornavasso, paese del Verbano-Cusio-Ossola dove si sente ancora l’influenza dell’originale cultura walser, aggiunge quella perla al trofeo Binda-Comune di Cittiglio del 2013 e al bronzo iridato dello stesso anno, oltre ad altri successi di indubbia qualità. Perché Elisa, pur non avendo un eccellente spunto veloce, si esalta quando la gara si fa dura: che siano grandi classiche o corse a tappe, dove c’è selezione lei è davanti. E se non vince – il suo marchio di fabbrica è senza dubbio la stoccata in solitaria – si piazza comunque tra le primissime: al Fiandre veniva da due quarti posti, lo stesso risultato conseguito a Cittiglio domenica scorsa, ma ha sfiorato la vittoria più volte alla Freccia Vallone, alle Strade Bianche e in miriade di altre gare in linea, di tappe e di classifiche finali. Sì, Elisa, da quest’anno in forza alla Wiggle-Honda dopo l’esperienza con la Hitec Products e il debutto con la Top Girls Fassa Bortolo, riesce a mantenere una notevole regolarità nel corso di una stagione ciclistica, motivo per cui l’ottima gamba primaverile viene poi confermata in estate e ulteriormente rafforzata in autunno, quando corre i Mondiali sempre da protagonista.
Nonostante sia una delle atlete più famose del panorama ciclistico femminile e abbia raggiunto questo livello ancora da giovanissima, Elisa Longo Borghini, il cui dna familiare parla di sport da generazioni, non ha mai dato l’idea di essersi montata la testa. Se la trovate al raduno di partenza di una gara, non si sottrae mai a foto, autografi, interviste o chiacchierate. Una peculiarità, questa, da estendere a quasi tutte le atlete di questo sport, che formano un ambiente dove certamente non manca la competizione o la rivalità, ma complessivamente aperto agli appassionati come ben poche altre discipline sanno fare.
In un senso più completo, la vittoria di Elisa Longo Borghini rappresenta l’ennesima dimostrazione di forza e qualità da parte del ciclismo femminile azzurro: un movimento prolifico e vincente, che ha tenuto alta la bandiera tricolore nelle due ruote anche nel corso di lunghi anni nei quali dal settore maschile arrivavano soddisfazioni ben minori. Nove medaglie iridate tra 2007 e 2013, tanto per ricordare un dato: eppure, sono ancora poche le corse organizzate per loro, per non parlare del trattamento economico o della visibilità mediatica degna di sportive di serie B, sempre ammesso che esista questa categoria. Lo abbiamo già scritto tante volte: una ragazza che pedala fa la stessa fatica di un ragazzo. Elisa ha vinto anche per ricordarci questo semplicissimo e spesso ignorato messaggio.
foto: pagina Facebook Giro Rosa Cycling Race
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com