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Ginnastica ritmica, i nuovi esercizi dell’Italia ai raggi X. ‘Aiutini’ per la Russia?

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Nuova tappa, nuove vittorie. La nazionale italiana di ginnastica ritmica si riconferma la squadra da battere. Una tre giorni quella di Pesaro che non ha dato nulla per scontato.

L’Italia ha perfezionato i due esercizi presentati per la prima volta nella tappa di Lisbona. Quello ai 5 nastri, molto dinamico, coreografato su una musica moderna che viene valorizzata nei suoi accenti dai lanci, numerosi e molto vari sia nell’utilizzo delle altezze, che delle uscite e riprese dell’attrezzo stesso. Le collaborazioni, che si susseguono nella seconda parte, richiamano quelle dell’esercizio presentato ad Atene 2004 e che Marta Pagnini definisce “un biglietto da visita”. L’utilizzo dello spazio è millimetrico. La squadra viaggia per la pedana, anche in formazioni molto compatte e vicine alle linee di bordo. Questo rende ancora più tecnica la composizione, perché essendo il nastro lungo 7 m, occupa uno spazio notevole, in maniera ulteriore se i nastri utilizzati sono 5. L’esercizio alle sei clavette e due cerchi è un valzer sulla musica del Faust. Qui è stata inserita Martina Centofanti al suo esordio in nazionale alla World Cup di Lisbona. La parte conclusiva è quella riservata ai lanci e alle collaborazioni con un valore artistico elevatissimo.

Venerdì le Farfalle hanno il gravoso compito di aprire la competizione con l’esercizio ai 5 nastri, un’impercettibile imprecisione, ma grande esecuzione e nessuna perdita d’attrezzo. Punteggio 17,600. La Russia si presenta imprecisa sulle traiettorie d’attrezzo, sulle difficoltà, sulle riprese dei lanci, ma… totalizza un 17,900. La prima intervista a Marta Pagnini la vede sorridente e molto soddisfatta del suo gruppo. Emanuela Maccarani è delusa, non si aspettava che in casa Italia la Russia venisse nuovamente premiata. Giudizi della giuria criticati anche per i valori attribuiti agli esercizi di Francia e Bielorussia, piuttosto ingenerosi.

Seconda giornata dedicata alla rotazione degli esercizi combinati, sei clavette due cerchi. Italia perfetta, che riesce ad interpretare nel miglior modo l’esercizio, Russia vincitrice tra i fischi del pubblico. Si conclude, quindi, il concorso generale con un argento amaro. Tanto che il presidente della Federginnastica Riccardo Agabio interviene, chiedendosi cos’altro debba fare la nostra nazionale per dimostrare il suo valore e sottolineando come ormai per la Russia ci sia più un timore reverenziale, che un’effettiva superiorità tecnica. Episodi che vanno a discapito di uno sport spettacolare, ma che rischia di perdere di autorevolezza. Emanuela Maccarani elogia il suo gruppo e, molto diplomaticamente, si definisce dispiaciuta per il risultato, non tanto per il podio, quanto più per i mancati decimi al punteggio, che magari non avrebbero modificato la classifica, ma che avrebbero sicuramente reso giustizia all’esibizione delle “sue ragazze”.

Agguerritissimo Il team Italia nella terza ed ultima giornata dedicata alle finali di specialità. Conquista l’oro nell’esercizio alle 6 clavette e due cerchi, seguite dalla Bielorussia e Israele. Nessuna imperfezione, massima espressività, voglia di rivincita. Un nodo e qualche sbavatura, fa invece scivolare ai pedi del podio l’esercizio ai 5 nastri. Due sesti posti per la Russia, che sottolineano una nazionale non nel massimo della forma. Se nella prima tappa della World Cup a Lisbona, il podio aveva ribaltato il panorama della ginnastica ad alto livello, a Pesaro si ha avuto la conferma di come nuove nazionali si stiano facendo spazio, scalzando i colossi dell’Est.

Emanuela Maccarani ha lasciato dichiarazioni forti nella terza giornata. Al termine dell’unica tappa italiana dichiara di come, a suo avviso, ci sia una falla nel codice, che non premia adeguatamente la componente artistica. Le collaborazioni e gli elementi più spettacolari non ritiene siano valorizzati e questo fa sì che in pedana serva solo un esecuzione perfetta. Dopo queste conclusioni si dice anche preparata a tenerne conto in vista delle prossime Olimpiadi. Questo ci fa concludere che, nonostante il capitano Marta Pagnini non voglia parlare di Rio 2016, il Ct veda la sua nazionale già nella prospettiva giusta: compatta e dall’esecuzione perfetta.

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annalaura.mucci@olimpiazzurra.com

Foto: Pagina FB Marta Pagnini

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