Editoriali

‘Italia, come stai?’: pentathlon intrigante; certezza Scarantino

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Attenzione al pentathlon in vista delle Olimpiadi di Rio 2016. Una disciplina dove l’Italia vive un periodo di grande crescita e concorrenzialità interna che potrebbe portare, in uno degli sport più imprevedibili in assoluto, ad una gradita sorpresa (o forse più di una…) in terra brasiliana.

La tappa di Coppa del Mondo disputata a Roma ha ribadito la profondità e competitività della selezione tricolore. Il primo podio in carriera di Pier Paolo Petroni è solo la punta di un iceberg di una nazionale maschile dove almeno 4 atleti possono puntare alle prime cinque posizioni in ogni gara. Petroni, Riccardo De Luca, Fabio Poddighe, in attesa del ritorno al top di Nicola Benedetti: quattro pentathleti di spessore mondiale, ma solo due di loro potranno qualificarsi per le prossime Olimpiadi. Ecco che la lotta interna sta accrescendo complessivamente il livello generale di una compagine che il mondo comincia a temere. Molti dei destini degli azzurri dipendono dalla prova di scherma: se scavallata nelle prime dieci piazze, il podio diviene sempre un obiettivo plausibile. Il più completo tra gli atleti sopracitati appare Poddighe, di sicuro l’italiano più incisivo nel nuoto, che rappresenta invece il punto debole per De Luca e, soprattutto, Benedetti. E’ il combined-event, poi, il format preferito dai nostri portacolori: qui possono compiere delle rimonte formidabili, come accaduto a Petroni nella Città Eterna (da dodicesimo a terzo)
Pronta a sbocciare definitivamente anche la squadra femminile. Alice Sotero, sesta, e la giovane Gloria Tocchi, quattordicesima, si sono mantenute in zona podio per tutta la gara. Sotero in pochi mesi ha compiuto dei notevoli passi avanti nella scherma, lei che è tra le migliori interpreti in assoluto nel nuoto. Al momento le azzurre pagano dazio rispetto alla concorrenza nel combined-event, tuttavia anche in questa specialità esistono ampi margini di miglioramento (Tocchi, in particolare, in passato ha già dimostrato di poter esprimersi al meglio in questa complicata competizione che mette insieme tiro a segno e podismo). In ottica Tokyo 2020, poi, va segnalata la prestazione dell’astro nascente Aurora Tognetti, classe 1998 che ha già dimostrato di poter gareggiare con le big planetarie: il 18mo posto finale a Roma la dice lunga sulle potenzialità di questa ragazza.

Gli Europei di sollevamento pesi sono in pieno corso di svolgimento, tuttavia per l’Italia (in attesa di Nino Pizzolato e Giorgia Bordignon) hanno già vissuto la fase più importante con le competizioni che hanno visto impegnati Genny Pagliaro e Mirco Scarantino, entrambi medaglia di bronzo nel totale.
Nei -48 kg Pagliaro ha raccolto il miglior risultato possibile in questo momento. La 27enne nissena, proprio ad un mese dalla rassegna continentale, ha accusato un problema muscolare che l’ha costretta a 10 giorni di riposo. Giocoforza, la condizione non poteva essere quella ottimale per la siciliana, fermatasi a 176 kg complessivi: una misura ben al di sotto degli standard degli ultimi anni (sempre tra i 180 e 183 kg). La due volte campionessa d’Europa sarà decisiva ai prossimi Mondiali di Houston per garantire il pass olimpico alla squadra femminile: serve un piazzamento tra le prime 10, ampiamente alla portata della siciliana. Il podio, tuttavia, sembra oggettivamente fuori portata: serviranno dai 190 kg in su.
Solo la sorte ha privato Mirco Scarantino del primo titolo europeo nei -56 kg. L’azzurro era il migliore tra i partecipanti e la prova di strappo, chiusa a 118 kg, lo aveva dimostrato: il vantaggio sui rivali diretti per l’oro assoluto era di ben 5 kg. Purtroppo nel corso del riscaldamento che ha preceduto la fase di slancio, il 20enne nisseno ha accusato un problema muscolare al quadricipite destro, la cui gravità sarà valutata al rientro in Italia da una risonanza magnetica. Pur visibilmente zoppicante e sofferente, Scarantino è riuscito comunque a conseguire un podio nel totale che a quel punto appariva tutt’altro che scontato. Resta il rammarico per un titolo vinto con 264 kg dal moldavo Oleg Sirghi, misura ampiamente alla portata del pesista del Bel Paese, reduce dai 270 kg ai Campionati nazionali.
In ogni caso, Scarantino si conferma nel gotha continentale, fermo restando che l’obiettivo vero è rappresentato dai Giochi di Rio 2016: l’azzurro non solo punta alla qualificazione, ma sta lavorando per viverli da assoluto protagonista, puntando alle prime cinque posizioni. Per farlo dovrà crescere ulteriormente, toccando (e possibilmente superando) quota 280 kg. Possiede la grinta, la fame e la determinazione per riuscirci.

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federico.militello@olimpiazzurra.com

 

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