Taekwondo
Taekwondo, Erica Nicoli: “Credo a Rio con tutta me stessa. Me la gioco con chiunque”
Erica Nicoli all’attacco del mondo. A 20 anni la giovane promessa di Schio è diventata in pochi mesi una delle più interessanti realtà emergenti del taekwondo internazionale. Nel 2015 ha già conquistato tre podi importanti nella categoria olimpica dei -49 kg: prima allo Swiss Open, terza al Greece Open e, soprattutto, medaglia di bronzo agli Europei di Innsbruck. Il sogno olimpico non è più un’utopia. Intanto tra poche settimane l’azzurrina affronterà il grande appuntamento dei Mondiali di Chelyabinsk, in Russia. Per continuare a stupire…
In questa stagione hai compiuto un deciso salto di qualità: cosa lo ha reso possibile?
“Per me è stato importante cambiare categoria, passando dai -53 kg ai -49 kg. Ho raggiunto una maturazione dopo aver concluso le superiori con l’esame di stato. Da ottobre mi sono trasferita all’Acqua Acetosa a Roma, dove mi alleno con la Nazionale due volte al giorno ed anche questo mi ha resa molto più forte. Inoltre con lo studio, ora che sono iscritta all’Università, riesco a gestirmi molto meglio“.
Sappiamo che, per rientrare nei limiti di peso della 49 kg, hai dovuto iniziare una dieta vegana. Quali sacrifici ha comportato per te?
“E’ stata una scelta mia quella di cambiare categoria, per giocarmi la chance olimpica. Dopo il liceo ho deciso di cambiare alimentazione, eliminando i derivati animali. Quindi non mangio più carne e formaggi e non bevo il latte. E’ una dieta che si avvicina molto a quella vegana. Però sui dolci faccio un’eccezione, perché sono molto golosa. Questo tipo di alimentazione non è assolutamente un sacrificio, anzi la faccio volentieri. E’ uno strumento per raggiungere il mio sogno“.
Dopo gli ultimi risultati, non puoi più nasconderti: la qualificazione alle Olimpiadi di Rio 2016 può essere alla tua portata?
“E’ il sogno che ho da sempre ed ora so che posso realizzarlo. Se non riuscirò a qualificarmi tra le prime sei del ranking mondiale, al pre-olimpico affronterò le stesse ragazze con cui ho combattuto in questi mesi. E spesso le ho battute, quindi so che posso giocarmela con chiunque“.
Carlo Molfetta, parlando di te e Roberto Botta, ha detto che la vostra Olimpiade sarà quella del 2020, ma già a Rio potreste essere delle mine vaganti (clicca qui per l’intervista completa). Cosa pensi di questo?
“E’ un orgoglio per me che Molfetta abbia detto certe cose. Comunque penso che abbia ragione. Riflettendo, il mio nome è emerso da pochi mesi ed in poco tempo ho già ottenuto tre podi. Ci sono atlete che non ci riescono in una carriera intera. Quindi ci può stare. Carlo dice che devo essere io la prima a crederci? E’ così: io a Rio ci credo con tutta me stessa“.
A metà maggio sarai impegnata in Russia per i Mondiali: con quale obiettivo?
“L’oro. Ci credo ancora a qualificarmi per Rio attraverso il ranking, quindi per farlo mi servono tanti punti ai Mondiali, magari vincerli. Vorrei tenere alto il nome dell’Italia e sentir suonare l’Inno. Dopo i Mondiali, ci saranno altri tornei importanti dove accumulare punti, non è ancora detto che non possa qualificarmi anche per i Giochi Europei di Baku a giugno“.
Hai solo 20 anni e margini di miglioramento tutti da scoprire. A tuo parere, su quali aspetti dovrai concentrarti in particolare?
“Penso di dover migliorare nell’autostima. Poi a livello fisico ho avuto grossi cambiamenti di recente, ma pian piano il mio corpo si sta abituando. Riesco a gestirlo sempre meglio“.
Come hai iniziato a praticare il taekwondo?
“E’ stata mia mamma ha portarmi in palestra, avevo 7 anni. A scuola ero molto indisciplinata e lei pensava che questo sport, essendo un’arte marziale, mi avrebbe dato maggiore autocontrollo. Comunque, se sono arrivata fin qui, gran parte del merito è dei miei genitori e vorrei ringraziarli di cuore. Hanno sempre visto in me un talento sin da piccola e mi hanno sostenuta. Mio padre mi ha portato per anni in giro per l’Europa per fare i tornei. Senza di loro non ce l’avrei fatta“.
Un motivo per cui consiglieresti di praticare questo sport ad una bambina.
“E’ sicuramente una disciplina diversa dalle altre e ti insegna ad avere rispetto per l’avversario“.
Tu e Roberto Botta siete solo le punte di un iceberg di un movimento che sta crescendo a livello esponenziale: cosa ne pensi?
“Per me questo è solo l’inizio e in futuro andrà sempre meglio. Ci sono tanti ragazzi che presto faranno parlare di sé. Inoltre di recente ho visto combattere alcuni cadetti e sono davvero fortissimi“.
Hai un idolo a cui ti ispiri?
“Ne ho due. Carlo Molfetta e Cristiana Corsi. Quest’ultima ha partecipato alle Olimpiadi di Atene 2004 e fu la mia maestra da cadetta: per me fu un sogno essere allenata da lei e mi ha dato davvero tanto“.
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federico.militello@olimpiazzurra.com
Foto: FITA