Tennis
Tennis: circuito ATP logorante, ridurre il numero di set?
La finale del Masters 1000 di Miami tra Novak Djokovic ed Andy Murray, con la vittoria del serbo dopo un’estenuante maratona tennistica, ha portato a galla un problema che si lega proprio all’ultimo atto del torneo in Florida.
Il livello di gioco della sfida tra il numero 1 e 6 del mondo infatti , fatta eccezione per i primi 30 minuti, non è stata uno show tennistico da stropicciasi gli occhi, con entrambi i contendenti non al meglio delle loro condizioni sia fisiche che mentali. Molti errori non forzati, nervosismo ecc. hanno accompagnato una sfida che ha alternato momenti di brillanti giocate ad altri di vuoto assoluto. Tutto questo ha un motivo?
Probabilmente, una risposta plausibile è che il circuito ATP, per il calendario fitto di impegni, è troppo gravoso. Non è un caso che, con grande continuità, assistiamo a dei veri e propri crolli, come nel terzo set di ieri per quanto riguarda Murray, in parte spiegabili da questo fattore. Lo stesso Djokovic, seppur vincitore, non è stato brillante e la sua reazione sconsiderata verso il pubblico per un gesto di stizza nel match palesa uno stato messo a dura prova.
Del resto, in un tennis che ormai ha preso la piega del “difensivismo puro” con scambi medi di oltre 15 colpi è naturale andare incontro ad un logorio psicofisico. Basti vedere quelli che sono i problemi di Rafa Nadal incapace, dopo le vicissitudini del 2014, di tornare ai suoi livelli e quasi in crisi di identità. Proprio per questo, dopo 2 anni, lo spagnolo si trova fuori dalla top 4 del ranking. Una possibile soluzione potrebbe essere, pertanto, quella di diminuire il carico dei set, nei tornei del Grande Slam, per fare in modo che la gestione delle energie per i giocatori sia meno complicata di quanto lo sia ora.
In più, una riduzione del “chilometraggio” potrebbe rappresentare un’occasione per vedere partite di qualità superiore e in cui la tecnica più che la preparazione atletica possano emergere. Di questo avviso è senza dubbio l’ex numero 1 del ranking WTA Martina Navratilova che, attraverso il suo account twitter, ha detto chiaramente che: “Il match svoltosi ieri fra Djokovic e Murray (finale del Miami Open) rappresenta il classico esempio del perché gli uomini dovrebbero giocare al meglio dei 3 set anche nei tornei dello Slam. La Navratilova ha aggiunto inoltre che: “da top player, preferirebbe, nei tornei degli slam, giocare al meglio dei 5 set ma, affinché i giocatori rimangano sani e abbiano una carriera più longeva e dal punto di vista degli spettatori, è più giusto che si giochi al meglio dei 3.”
Un’idea che potrebbe far discutere ma anche da prendere in considerazione soprattutto, come la stessa Martina afferma, per tener conto della longevità dei tennisti del circuito mondiale.
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giandomenico.tiseo@olimpiazzurra.com
Immagine: pagina FB Novak Djokovic
Twitter: @Giandomatrix