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Terry Gordini: “Baku un test importante. Voglio le Olimpiadi: me la gioco con tutte”

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Terry Gordini rappresenta una delle punte di diamante di una nazionale italiana di pugilato femminile in crescita esponenziale. Bronzo ai Mondiali 2014, nella categoria olimpica dei -51 kg, la 35enne di Ravenna si appresta a vivere un biennio fondamentale della sua carriera, in cui si cimenterà nell’ordine ai Giochi Europei di Baku, fino ai Mondiali che nel febbraio 2016 assegneranno i quattro pass diretti per Rio 2016. Per farlo, dovrà vincere anche la concorrenza interna di Marzia Davide, campionessa d’Europa in carica dei -54 kg che potrebbe tentare la strada olimpica nella categoria inferiore.

Tra poco più di un mese si svolgerà la prima edizione dei Giochi Europei a Baku: cosa ti aspetti da questo appuntamento?
Credo che sarà una competizione bellissima, una mini-Olimpiade. Ci voleva un evento del genere anche per l’Europa. Penso che sarà emozionante, anche più di un Mondiale. A Baku ci sarà Casa Italia, quindi sarà bello stare a contatto con atleti di altre discipline e confrontarsi con loro. Per quanto riguarda la boxe femminile, saranno presenti le migliori. Dunque sarà un bel test in vista dei Mondiali che qualificheranno a Rio 2016“.

L’obiettivo podio può essere alla portata?
Farò del mio meglio. Con le altre ragazze della nazionale abbiamo svolto una grandissima preparazione fisica da gennaio in avanti. Quindi arriviamo pronte all’appuntamento. Tra qualche giorno parteciperemo ad un torneo a Murcia, in Spagna, dove saranno presenti le big europee: lì capiremo a che punto siamo“.

Quale avversaria ritieni sia favorita per l’oro nei -51 kg a Baku?
Sicuramente l’inglese Nicola Adams (campionessa olimpica a Londra 2012, ndr), anche se torna dopo un anno di stop per infortunio e bisognerà valutare la sua condizione. Da non sottovalutare come sempre le russe, ma anche la bulgara Stoyka Petrova, che ho già battuto ai Mondiali 2014. Da parte mia, penso di potermela giocare con tutte. Con Adams ho combattuto una sola volta: ho perso, ma non sfigurando“.

Qualificarsi alle Olimpiadi, dove parteciperanno 12 atlete per categoria di peso, sarà molto più difficile che vincere una medaglia: sei d’accordo?
E’ così. Per qualificarsi bisognerà arrivare in semifinale ai Mondiali del 2016, oppure in finale al successivo pre-olimpico europeo. Invece a Rio potrebbe bastare vincere un incontro per salire sul podio, senza contare che la concorrenza sarà indubbiamente di minor livello, perché saranno obbligatoriamente presenti anche atlete meno competitive di altri continenti. La boxe femminile è uno sport ancora nuovo per le Olimpiadi. Quindi potrebbe essere che in futuro, oltre a nuove categorie, il Cio possa prevedere anche un numero maggiore di iscritte“.

A Rio le categorie che metteranno in palio le medaglie saranno solo tre: -51, -60 e -75 kg. Una minaccia per te potrebbe arrivare proprio da una compagna di squadra: Marzia Davide, campionessa d’Europa e vice-campionessa del mondo in carica dei -54 kg, potrebbe tentare di scendere ulteriormente di peso, fino a contenderti il posto nei -51 kg. 
E’ molto probabile che Marzia scenda nei -51 kg. Io spero solo che l’atleta selezionata per i Mondiali 2016 sia scelta con criteri meritocratici ed oggettivi. La cosa migliore sarebbe un incontro tra me e lei a parità di peso. Il verdetto al ring, quindi. Io e Marzia siamo compagne e amiche fuori dalla palestra, ma è normale essere avversarie sul quadrato. Da un lato è stimolante avere questa concorrenza interna, dall’altro sono consapevole che la mia partecipazione ai Mondiali non è sicura e dovrò guadagnarmela. Di certo le Olimpiadi sono il mio sogno e voglio realizzarlo“.

Pensi che un’eventuale medaglia olimpica contribuirebbe a mutare la concezione degli italiani nei confronti della boxe femminile, troppe volte fin troppo snobbata?
Sarebbe importante, ma non fondamentale secondo me. Infatti le cose sono già cambiate tantissimo. Il movimento si sta ampliando e ci sono davvero tante ragazze che praticano questo sport. Inoltre sono venuti meno lo scetticismo ed i pregiudizi che ci circondavano. In un certo senso, noi donne siamo servite agli uomini per far sì che il pugilato tornasse alla sua connotazione di ‘noble art’ “.

I risultati delle competizioni giovanili lasciano presagire un futuro importante per l’Italia in questo sport. 
Il nostro vivaio è davvero molto fiorente e me ne rendo conto quando noi veterane ci alleniamo con le più giovani. Queste ragazzine, oltre ad avere talento, hanno la fortuna di aver cominciato presto e, soprattutto, non si stanno ripetendo alcuni errori del passato. Svolgere tanta attività all’estero, come sta avvenendo, le aiuta inoltre a crescere tantissimo“.

Come ti sei avvicinata a questo sport?
Nella mia famiglia si respira boxe. Mio padre è il mio allenatore, mio fratello è un ex pugile. Mi è sempre piaciuto questo sport. Ho iniziato a farlo seriamente nel 2004, prima per impegni di lavoro non riuscivo“.

C’è un modello a cui ti ispiri?
Ne ho tanti, ma quello principale è Simona Galassi. Davvero un mito per me. Allenarmi con lei e farle da sparring mi ha davvero cambiata, facendomi capire qual è il modo migliore di approcciare questo sport e gli allenamenti“.

Ascolti qualche canzone in particolare prima dei tuoi match? Ed hai dei riti scaramantici?
Mio padre è talmente superstizioso che io, per repulsione, sono completamente anti-scaramantica. Riguardo alle canzoni, ascolto gli U2 e quelle dei film di Rocky. Anche se la cosa davvero importante per me, prima di un incontro, è quella di compiere un percorso di concentrazione che mi faccia salire sul ring al meglio“.

Mancano 4 giorni al ‘match del secolo’ tra Floyd Mayweather e Manny Pacquiao: chi vince?
Pacquiao è mancino come me e lo adoro, ma Mayweather è davvero una spanna sopra tutti. Credo vincerà l’americano. Ma chissà che non possa esserci una sorpresa…Non vedo l’ora di vedere il match“.

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