Ciclismo
Alberto Contador unica stella in un Giro d’Italia mediocre
Salvo cadute, malanni o incidenti meccanici, che abbiamo sempre visto essere dietro l’angolo, Alberto Contador ha vinto il Giro d’Italia 2015. Al termine della lunga e temutissima cronometro di Valdobbiadene, lo spagnolo può gestire 2’28” su Fabio Aru, 3’26” sulla rivelazione costaricana Andrey Amador, 4’14” sul colombiano Rigoberto Uran. Distacchi abissali, che consentiranno probabilmente all’iberico di limitarsi a controllare per risparmiare preziose energie in vista dell’ambizioso progetto di centrare l’accoppiata con il Tour de France.
Se la classifica generale, almeno per la vittoria, sembra già segnata, la ‘colpa’ non può essere attribuita agli organizzatori. Qualcuno può obiettare che 60 km contro il tempo sono troppi, ma per vincere un grande giro occorre essere completi. E, ad ogni modo, due specialisti della cronometro (o quanto meno corridori adatti a questo genere di prova) come Uran e Richie Porte hanno reso ben al di sotto delle aspettative.
E qui arriviamo al vero verdetto della giornata odierna, peraltro nell’aria da diversi giorni: Contador sta dominando il Giro d’Italia in un contesto concorrenziale non all’altezza. Tradotto: nessuno può in alcun modo impensierirlo. E’ la corsa rosa di gran lunga più modesta degli ultimi anni. Tra i big, per citare i principali, mancano Nairo Quintana, Vincenzo Nibali, Chris Froome, Alejandro Valverde. Ma il discorso vale anche per i velocisti (Kittel, Cavendish, Kristoff) e per corridori completi come Cancellara, Sagan, Degenkolb. Tutti corridori che invece renderanno ricchissimo il parterre del Tour de France. Dopo diversi anni di crescita, il Giro d’Italia è tornato in sostanza ad essere snobbato dai grandi del ciclismo mondiale, con l’eccezione di un Contador che insegue una difficilissima doppietta.
Non a caso ‘El Pistolero’ può essere considerato l’unica, vera stella di una corsa rosa priva di campioni. Non può ancora essere definito come tale Fabio Aru, uno dei prospetti più interessanti a livello internazionale, ma non maturo abbastanza per poter impensierire i mostri sacri. Il sardo mostra ancora lacune nella gestione delle energie sulle tre settimane, mentre la cronometro resta un fondamentale su cui dovrà ancora progredire notevolmente per coltivare ambizioni importanti nel futuro prossimo. Mai vincitore di una grande corsa a tappe, Uran può ormai essere considerato un piazzato di successo, mentre Porte non è mai neppure salito su un podio in un grande giro.
La corsa, si diceva, è già finita con una settimana d’anticipo. La superiorità mostrata da Contador a cronometro potrebbe rivelarsi anche maggiore sulle grandi montagne, come si è già intravisto nelle salite tutt’altro che proibitive dei giorni scorsi. Probabile che lo spagnolo decida di regalarsi una grande impresa, magari nelle tappe del Mortirolo o del Colle delle Finestre, per poi limitarsi a rispondere agli attacchi degli avversari (se ci saranno).
Incertissima, invece, la lotta per il podio. per il quale sono in lizza, oltre ad Aru ed Uran, corridori come Amador, il belga Jurgen Van den Broeck e l’azzurro Damiano Caruso. Discreti mestieranti, ma nulla più. A ennesima riprova della mediocrità di questo Giro d’Italia.
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federico.militello@oasport.it
Foto: Giro d’Italia
Luca46
30 Maggio 2015 at 19:36
Siamo ancora sicuri che questo giro sia mediocre?
Luca46
29 Maggio 2015 at 23:56
Quello che hanno fatto oggi Aru ed Uran a livello umano è qualcosa che va annoverato fra le pagine più belle di questo giro e del ciclismo. Uomini in difficoltà che hanno saputo tener duro e reagire. Uno spot per lo sport per i ragazzini. Fantastico. La grandezza del giro.
Luca46
28 Maggio 2015 at 23:23
Non so se il problema sia solo la data. Il fatto è che è difficile preparare due grandi giri e tutti si concentrano sulla più ricca. Contador ci prova quest’anno perché penso stia sparando le ultime cartucce. Sono scelte che fanno i corridori e le squadre. Forse Nibali avrebbe voluto particapre e credo si stia mangiando le unghie a non averlo fatto. Detto questo non è il giro che ha bisogno degli attori. Il Giro è la con la sua storia e chi non partecipa ha perso, quindi è inutile disquisire su chi ci sia o meno. Il Giro stesso è la sua anima. Sicuramente alcuni atleti non hanno risposto alle attese. Se il Giro è mediocre lo è perché c’è una mediocrità generale. È tutto da verificare che gli assenti sarebbero stati all’altezza dei presenti. Detto questo l’analisi ci sta pure come ci sta che si pensi ad una gara mediocre. Quello che io ho contestato e peraltro non voleva essere una critica ma una osservazione è stato l’uso del termine mestieranti che a me è sembrato svilente anche se può rappresentare la realtà.
ale sandro
29 Maggio 2015 at 00:11
I problemi sono tanti, compresa la data che probabilmente non invoglia in tanti a partire. E’ il fatto che il Giro non è una corsa per niente gestibile o “facile”, ma si deve andare forte sin da subito anche per come viene disegnato, e per la varietà ben sfruttata del territorio italiano. E’ il fatto che molte preparazioni si basano sul raggiungere un picco di forma con “data di scadenza” in un mese o giù di lì, in stile Armstrong/Andy Schleck, ma la cosa sembra coinvolgere anche passisti veloci e non solo uomini da classifica generale. Il dover seguire l’impostazione dell’UCI sulle varie corse presenti in calendario che hanno poco di storico,a volte concomitanti con una corsa come il Giro, tipo il Tour di California col Sagan di turno citato da Mario mi pare. Ora c’è sempre più una situazione Tour-centrica, ma questo non impedisce a campioni per esempio come Gilbert di prepararsi gareggiando, cosa che dovrebbero tornare fare più corridori secondo me, e di riuscire a togliersi soddisfazioni in un paio di tappe, in momenti diversi del Giro stesso.
Sarebbe una cosa interessante vedere Contador ,anche se non vincente, molto competitivo al Tour, se ci riuscisse farebbe forse cambiare idea ad atleti più giovani di lui e ai loro direttori sportivi . Non penso affatto che fare due corse a tappe anche ravvicinate sia un aspetto in qualche modo così limitante per la stagione di un ciclista. E’ chiaro che si prediligerà un obbiettivo rispetto all’altro, ma arrivare al disertare proprio… Non mi stupirei se nel giro di pochi anni si discutesse sulla riduzione delle tappe per Giro e Vuelta.
Ad ogni modo io mi sto divertendo a seguire il Giro di quest’anno , e tappe come quella di Tonale-Mortirolo e doppio passaggio sull’Aprica con finale compreso, garantiscono sempre spettacolo, cosa che più volte non è accaduta a Tour e Vuelta in alcuni tapponi con tutti i migliori in processione + scattino finale. Peggio per chi non si presenta in una corsa come questa. Poi va tutto bene,è solo la mia opinione per carità altri la penseranno diversamente.
Ser Marek
28 Maggio 2015 at 04:38
Purtroppo questo articolo descrive solo la realtà dei fatti, infatti il parterre di questo Giro d’Italia è molto mediocre soprattutto se confrontato al Tour de France che vedrà ai propri nastri di partenza i migliori ciclisti di ogni categoria (scalatori, velocisti, passisti, cronoman). L’eccezione è la partecipazione di Contador che è un vero fenomeno, ma mancano dei avversari che possano metterlo in difficoltà come i vari Nibali, Quintana, Froome, forse anche i bravi ragazzini francesi, che animeranno sicuramente il Tour e lo renderanno molto più incerto di questo Giro. Ma a parte gli scalatori, è molto evidente la mancanza di grandi velocisti: infatti dubito che Viviani e Modolo avrebbero vinto delle tappe in un grande giro con la presenza dei vari Cavendish, Kittel, Degenkolb, Kristoff, Sagan o Bouhanni… Mentre non considero uno specialista delle volate di gruppo Matthews che si trova meglio su percorsi più duri con la presenza di salite (basta notare le tappe che ha vinto al Giro), invece Greipel da un paio d’anni è in calo ed è abbastanza discontinuo, nonostante questo era sicuramente uno delle più grandi stelle di questo Giro ma purtroppo si è ritirato anzitempo (indovinate un pò il perchè: doveva prepararsi per il Tour!!!). Il problema che ormai affligge da tempo il Giro è sicuramente la sua eccessiva vicinanza temporale con il Tour che è considerato di gran lunga più importante del Giro sia dai corridori che dalle squadre (inutile negarlo); la maggior parte dei corridori non sono più disposti a fare due grandi giri così duri a distanza di un solo mese e decidono così di concentrarsi e di partecipare solamente a quello più importante. Il percorso del Giro è senza dubbio più duro, più accattivante, più divertente di quello del Tour, è vero, ma per me è solo un rimpianto in più vedere l’assenza di tanti campioni su un percorso così bello e disegnato magnificamente (gli organizzatori del Giro vanno elogiati perchè non potevano fare meglio di così). Mentre il Tour acquisisce sempre più importanza e fama ( il parterre di quest’anno dovrebbe essere eccezionale, forse uno dei migliori mai visti) il Giro mi sembra sempre più snobbato e messo in secondo piano. Basta guardare il comportamento di quasi tutte le squadre del World Tour: per esempio l’Etixx ha lasciato a casa corridori del calibro di Cavendish, Kwiatkowski, Martin, Alaphilippe, ma anche Stybar, Terpstra, Trentin e uno dei pochi corridori di fama mondiale che ha partecipato al Giro, cioè Boonen, era completamente fuori forma; la Movistar non ha portato al Giro nessuno dei suoi due grandi campioni, ovvero Quintana e Valverde, ma mi dispiace non aver visto nemmeno un gran bel cronoman come Malori; la Giant ha lasciato a casa grandi velocisti come Degenkolb ( non solo velocista, ma corridore completo) e Kittel (purtroppo infortunato) per ripiegare su Mezgec ( buon velocista, ma niente d’eccezionale); la stessa Lampre, pur essendo un team italiano, ha lasciato a riposo il suo miglior corridore, Rui Costa, per puntare come uomo di classifica su un Niemiec francamente non all’altezza ( mi sarebbe piaciuto vedere al Giro anche Cimolai e Bonifazio); la Katusha ha addirittura portato una squadra interamente russa (eccezion fatta per l’eterno Paolini) per racimolare punti per la nazionale russa in vista delle Olimpiadi, facendo riposare per il Tour i suoi assi (Kristoff e Rodriguez su tutti). Ho notato infine che anche le squadre che puntavano alla vittoria del Giro come Astana e Sky comunque hanno presentato in sostanza i loro “secondi” capitani ( non me ne vogliano Aru e Porte, ma penso che gli uomini migliori di Astana e Sky siano ancora Nibali e Froome), e alla fine l’unica squadra che ha portato il suo uomo migliore, cioè la Tinkoff (anche se non ha portato gente del calibro di Sagan e Majka) stravincerà con ogni probabilità il Giro d’Italia. Purtroppo questo è un problema che non scopriamo certo quest’anno ma che ormai è ricorrente da tempo e a cui non sembra esserci rimedio, forse l’unica soluzione sarebbe spostare la data del Giro.
ale sandro
28 Maggio 2015 at 08:12
Esattamente il problema principale è proprio la data del Giro. Ma se la data va cambiata , per me, bisognerebbe riportarla dove stava e cioè in avanti , a metà Maggio per farlo finire nella prima decina di giorni a Giugno,e invoglierebbe, come è sempre successo, i corridori da classifica a disputare entrambi…e secondo me non solo loro.
Non è mai capitato , se non negli ultimissimi anni che ci fosse un mese e poco più di distanza tra la fine della corsa rosa e l’inizio del Tour.
Così come non era mai capitato, se non negli ultimissimi anni, che due corse a tappe più il campionato del mondo, si potessero disputare in un intervallo inferiore ai 3 mesi (Tour , Vuelta nella seconda metà di Agosto, Mondiale nuovamente nella seconda metà di Settembre e non più ad Ottobre).Questo invoglia decisamente di più, anche a seconda del percorso iridato, a presentarsi ad una Vuelta dopo aver fatto la stagione delle classiche di primavera/pavè/Ardenne.
Ecco che il Giro si trova in una terra di mezzo per cui rischia di non rientrare nei programmi sia di uomini da classifica che da classica dura,cronomen o passisti veloci che ,finita la stagione delle corse da un giorno più importanti, rifiatano per preparare la seconda parte di stagione, evitando proprio una corsa a tappe da sempre di difficile interpretazione, con tante tappe non scontate come altimetria da correre a tutta sin dai primi chilometri. Non si va a passeggio e molti in questa fase della stagione non vogliono fare questo tipo di fatica. Limite loro a mio parere , che identifica molto bene lo stato del ciclismo attuale.
C’è anche una concezione differente ,e cioè che le classiche canadesi possano adegualmente preparare il mondiale invece della Vuelta concomitante, e forse proprio quest’anno col mondiale a Richmond negli stati uniti questo discorso sarà fatto da più di un uomo da classiche,anche per ambientamento. Motivo in più per rammaricarsi del fatto di non vedere questi atleti al Giro.
Continua poi la tendenza a specializzarsi soltanto con mono obbiettivo stagionale, e mi sa non solamente più per uomini da classifica nelle corse a tappe.
Onore ai Contador, ai Matthews, Gerrans e Gilbert che non hanno fatto quel tipo di ragionamento.
MARIO82
24 Maggio 2015 at 13:32
Non sono assolutamente d’accordo con quello che hai scritto.
Il fatto che Contador domini questo Giro non significa assolutamente che sia una corsa mediocre… ti ricordo che stiamo parlando del più forte corridore degli ultimi 10 anni (6 grandi giri vinti più due tolti per un caso di doping controverso) e per quanto riguarda Aru e’ chiaro che non e’ ancora abbastanza forte per battere Contador (ma questo si sapeva già dall’inizio e chi sosteneva il contrario lo diceva più da tifoso o per tenere acceso l’interesse sulla corsa) , ma stiamo parlando di un corridore del 90 che può ancora migliorare e ha già dimostrato di poter essere un vincitore futuro.
I grandi assenti ? …. sai come si dice gli assenti hanno sempre torto…comunque vediamo …innanzitutto Valverde non e’ un corridore da grandi giri , infatti se non ricordo male non e’ neanche mai andato a podio al Tour e al Giro non partecipa perchè sa che non reggerebbe le tre settimane.
Froome e Wiggins hanno partecipato al Giro in passato e non hanno combinato niente , anzi per Wiggins e’ stata una vera debacle l’anno che venne per vincere.
Certo spiace per le assenze di Nibali e Qintana che comunque al Giro ci sono venuti e l’hanno vinto e ci può stare che facciano scelte differenti.
Cancellara, Sagan (che preferisce partecipare al quel ridicolo Giro di Calfornia …. contento lui) e Degenkolb sono corridori da classiche che probabilmente ritengono il percorso del Giro troppo duro o inadatto per le loro caratteristiche.
E’ vero mancano molti velocisti ma abbiamo visto che in questo Giro di tappe per velocisti ce ne sono veramente poche.
In ogni caso non direi che questo Giro e’ uno dei più modesti , gli anni che vinsero Hesiedal e Menchov
sono stati decisamente peggiori anche per qualità media delle formazioni che presentavano le squadre più forti. Poi onestamente se il Giro viene snobbato da tutti questi corridori che preferiscono il Tour perchè ha una risonanza mediatica maggiore e magari i francesi sono più bravi di noi ad impacchettare ed a infiocchettare quello che hanno ed a far sembrare tutto più bello e sontuoso non darei la colpa agli organizzatori del Giro. Infatti per l’ennesima volta quest’anno si e’ dimostrato che il percorso del Giro e’ molto più affascinate e divertente ed imprevedibile rispetto a quello de Tour e sono gli stessi corridori ad ammetterlo (anche francesi).
Infine direi che e’ vero che Contador adesso e’ il padrone di questo Giro (ripeto nessuna sorpresa) ma dire che e’ già finita ad una settimana dalla fine mi pare un tantinello eccessivo da parte tua.
Luca46
23 Maggio 2015 at 22:17
Difficile contraddirti. Purtroppo Uran non è quello dello scorso anno. Porte non ho mai capito perché fosse inserito tra i favoriti. Tuttavia ritengo che il Contador di inizio giro abbia presentato delle lacune. Il giro sembra finito ma per il verdetto finale aspetterei almeno la tappa di domani. Dopo una crono di 60 km secondo me Aru presenta ancora un ritardo accettabile e penso che questo giro possa farlo crescere ancora. Quanto agli assenti a parte Nibali penso che Froome e Quintana debbano dare altre conferme nei grandi giri prima di essere considerati assenti di lusso. Valverde è un grande corridore ma non lo considero più forte di Aru in questo momento. Il giro non è mai mediocre, mediocre è chi non partecipa. Se mi consenti, anche nel giusto, eviterei la parola mestierante che mi sembra troppo svilente per atleti che meritano rispetto anche perché sino a ieri hanno contribuito a rendere frizzante questo giro. Concludo sperando che Aru riesca a tenere botta in questa terza settimana.