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Ciclismo
Giro d’Italia 2015, Contador, l’Astana e molto altro: il borsino dopo la prima settimana di corsa
Una prima settimana infernale, come poche volte si è vista negli ultimi anni. Il Giro d’Italia 2015 arriva al primo giorno di riposo dopo nove tappe di grande intensità, dai ritmi serrati e mai banali in virtù anche delle due sole volate di gruppo disputate. Da San Lorenzo al Mare a San Giorgio del Sannio, passando per La Spezia e Campitello Matese, andiamo ad analizzare attraverso il nostro borsino come si sono comportati i nomi più attesi della vigilia, anche in proiezione delle prossime tappe.
Chi sale
Fabio Aru e l’Astana: il sardo ha sempre preso l’iniziativa quando la strada saliva in maniera importante (Abetone a parte), senza tuttavia mai riuscire a togliere di ruota Alberto Contador e Richie Porte ma dimostrando di essere nella condizione ideale per fare la differenza sulle Alpi. I dubbi sulla sua condizione fisica, insomma, sono già stati fugati. Il giovane fenomeno italiano, inoltre, ha a disposizione una squadra di qualità eccelsa, con un Mikel Landa splendente e un Dario Cataldo sempre pronto ad offrire il proprio prezioso lavoro, senza dimenticare un favoloso Paolo Tiralongo, instancabile gregario ed eroico a San Giorgio del Sannio.
Alberto Contador: l’attuale Signore della Corsa Rosa ha dovuto stringere i denti a Campitello Matese e San Giorgio del Sannio a causa della caduta di Castiglione della Pescaia, ma lo ha fatto con scioltezza e senza mai andare in difficoltà agli attacchi di Aru. La spalla è dolorante, ma il Pistolero può contare sul suo infinito talento, di cui tra l’altro ha dato un piccolo assaggio sull’Abetone (prima dell’incidente), con la consueta danza sui pedali. Ma nella cronometro di sabato, se la spalla dovesse negarli la posizione migliore in bicicletta, soffrirà e non poco.
Richie Porte: sta svolgendo il compitino, ovvero restare attaccato a Contador e Aru in salita. Nascosto ma impeccabile, sempre reattivo e pronto a chiudere le porte ad allungo dei suoi principali rivali per la Maglia Rosa. Il Team Sky, oltretutto, non è ancora entrato in azione e scalatori abili come König e Nieve potranno essere fondamentali in salita. E c’è sempre la cronometro di Valdobbiadene dalla sua parte, nonostante permangano i dubbi sulla tenuta lungo le tre settimane.
Damiano Caruso: il siciliano della BMC sta tenendo un buon passo fin qui, avendo concluso tra i primi dieci sia sull’Abetone che a Campitello Matese. Attualmente è nono in classifica generale, ma sulle Alpi potrà dare sfoggio delle proprie qualità per puntare – perché no – anche ad una possibile Top 5. A 27 anni, sembra essere arrivato il momento giusto per provare a fare qualcosa di importante.
Davide Formolo: a meno di 22 anni si è già tolto la soddisfazione di vincere una tappa al Giro, per di più con una straordinaria azione in solitaria dopo una giornata trascorsa in fuga. A La Spezia è nata una stella, potenzialmente in grado di diventare un fuoriclasse di livello mondiale tra qualche anno. Corridore da classiche o da Grande Giro? Forse le prime, ma sarà interessante seguirlo durante la terza settimana. Chissà che non potrebbe arrivare qualche altro acuto…
Elia Viviani: a Genova è arrivata la vittoria più bella, inseguita da anni e apparentemente impossibile da conquistare. Il veronese, invece, si è liberato della nomea di eterno piazzato e non ha deluso le aspettative, bruciando tutti con una splendida volata alla prima occasione utile. E’ l’attuale Maglia Rossa, portarla a Milano è sicuramente nelle sue corde.
Michael Matthews: secondo anno consecutivo in Maglia Rosa, secondo anno consecutivo con una vittoria di tappa in Maglia Rosa. Il 24enne australiano ci ha preso gusto, timbrando il cartellino anche in questa prima settimana a Sestri Levante, quando da favorito numero uno ha sbaragliato la concorrenza. Talento cristallino in costante crescita.
Chi scende
Rigoberto Uran: la grande delusione della prima settimana. Tra i quattro tenori è il meno in forma e lo si è visto a La Spezia, sull’Abetone e a San Giorgio del Sannio, dove la sua mancanza di tenuta in salita ha creato il solco attuale di 2’10” dalla Maglia Rosa. Troppi? Forse. La cronometro di Valdobbiadene, potenzialmente, potrebbe azzerare il vantaggio, ma il colombiano dovrà dimostrare un altro passo anche quando la strada sale. La mancanza di una squadra competitiva, in questo caso, si fa sentire.
Przemyslaw Niemiec: sulla carta era uno dei possibili outsider, in pratica si ritrova già a 11′ dal podio. Il corridore della Lampre non ha mai tenuto il passo dei migliori, cercando anche la gloria da lontano nella tappa di Campitello Matese ma rimbalzando quasi inesorabilmente. Sarà uno dei più attesi ad una riscatto nella terza settimana sulle Alpi.
Bardiani – CSF: inutile negarlo, ci si attendeva qualcosa di più dai ragazzi di Bruno e Roberto Reverberi. Finora è arrivato soltanto un quinto posto da parte di Battaglin nella tappa di Fiuggi, decisamente troppo poco per una squadra che potrebbe dare di più. Stefano Pirazzi ancora non si è mai reso protagonista, così come Sonny Colbrelli (sesto a Fiuggi) e Francesco Manuel Bongiorno. Si rifaranno con il passare dei giorni?
I gregari della Tinkoff – Saxo: non al livello dell’Astana. I vari Kreuziger, Rogers e soprattutto Basso non hanno offerto lo stesso contributo alla causa rispetto a Cataldo, Tiralongo e Landa ma, anzi, hanno lasciato sempre Contador da solo non appena le pendenze sono diventate relativamente proibitive. Il Pistolero, fin qui, non ha avuto problemi nel gestire gli attacchi della squadra kazaka, ma se i suoi uomini non dovessero entrare in forma sarebbe in balìa di Aru&co.
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