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Ciclismo

Giro d’Italia 2015, le pagelle della decima tappa: finale perfetto di Boem. Che cuore Marangoni!

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Nella tappa per velocisti più scontata, la bellezza del ciclismo stordisce tutti ancora una volta. Nella Civitanova Marche-Forlì, decimo giorno della Corsa Rosa, una fuga di cinque (poi ridotti a quattro) uomini ribalta completamente il pronostico della vigilia e confeziona un’azione straordinaria, portata fino al traguardo e conquistata poi da uno splendido Nicola Boem nel finale. Le pagelle.

Nicola Boem, voto 8,5: era il più forte della fuga (insieme allo sfortunato Gatto) e lo ha dimostrato negli ultimi 500 metri con una progressione inarrestabile, grazie alla quale ha dapprima ripreso Marangoni e poi si è involato verso la seconda vittoria da professionista in carriera. In una giornata emozionante, è lui a mettere la ciliegina sulla torta con un finale perfetto che riscatta anche la prima settimana deludente della Bardiani.

Alan Marangoni, voto 8: tanti applausi, come di consueto, per il romagnolo della Cannondale – Garmin, sempre caparbio e pronto a spremersi completamente per cercare quel pizzico di gloria inseguito in questi anni. Il corridore di Cotignola ci ha provato negli ultimi 1500 metri, consapevole di essere battuto in volata, ma ha dovuto arrendersi ugualmente a Boem. Ma non sarà questo a scoraggiare un leone come Alan.

Matteo Busato e Alessandro Malaguti, voto 7,5: stoici nel rendere imprevedibile una tappa apparentemente scontata insieme a Boem e Marangoni. Ma dal veneto e, soprattutto, dal corridore della Nippo – Vini Fantini di casa a Forlì, ci si attendeva qualcosa in più in un finale che li vedeva partire sfavoriti.

Oscar Gatto, voto 7,5: ai 14km dal termine, l’impressione generale era che la fuga potesse arrivare. E i battistrada effettivamente sono arrivati, ma senza quello che probabilmente era l’uomo più forte del gruppetto in avanscoperta, a causa di una foratura arrivata proprio nel momento clou della corsa. Sfortunato.

Le squadre dei velocisti, voto 5: con sole quattro volate previste su ventuno tappe, permettere alla fuga di arrivare fino al traguardo è stato di fatto un vero e proprio harakiri da parte delle varie Lotto, Trek, Lampre e Giant, incapaci di organizzarsi in tempo utile per andare a riprendere i cinque battistrada. Onore a loro, ma grave errore del gruppo.

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Foto: Pagina Facebook Giro d’Italia

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