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Scherma: Di Francisca leonessa, Cassarà certezza. Il fioretto verso Rio 2016

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In attesa di Europei e Mondiali, è terminata a Shanghai la Coppa del Mondo 2014-2015 di fioretto. L’Italia, da sempre regina di quest’arma, ha esultato come molto spesso avviene con il settore femminile. In Cina Elisa Di Francisca ha infatti ottenuto la terza vittoria stagionale consecutiva dopo L’Avana e Tauber, eguagliando la grande striscia dell’autunno 2014 che Arianna Errigo aveva siglato battendo proprio la campionessa olimpica nella finale del Grand Prix di Torino dopo le affermazioni di Cancun e Saint Maur.

Prima la lombarda e ora la marchigiana: cambiano le protagoniste, ma non il risultato. L’Italia è sempre in cima al mondo e anche un gradino sotto, con Alice Volpi terza. La lotta per Rio 2016 si fa dunque sempre più serrata: dopo il podio tedesco Valentina Vezzali è uscita di scena agli ottavi e ha perso punti da Arianna Errigo, che pur estromessa ai quarti sembra al momento la favorita – insieme a Di Francisca – per i soli due pass olimpici della specialità dimezzata dalla fastidiosa rotazione decisa dal Cio. Proveranno fino all’ultimo a giocarsi le proprie carte anche Martina Batini e la stessa Volpi, in grande crescita quest’anno, ma in pole position restano le due amiche/rivali che oltre all’incommensurabile talento garantiscono una maggior costanza nei risultati.

Il ritorno al vertice di Elisa Di Francisca non era così scontato. Donna da grandi appuntamenti, la jesina prima del trionfo cubano non vinceva in Coppa del Mondo dal 2012. Nel suo palmarès individuale recente anche due ori europei consecutivi, ma in autunno era sembrata parecchio preoccupata per le condizioni della schiena e una scherma che non la entusiasmava come un tempo. Invece dopo la sosta invernale l’oro di Londra 2012 ha inanellato una straordinaria serie di vittorie che ha spazzato via qualsiasi nube, rendendo il cielo sopra di lei di un colore azzurro magico.

Grande imprevedibilità nel fioretto maschile, sia in casa Italia che nelle grandi manifestazioni internazionali. A Shanghai gli azzurri sono scesi per la prima volta dal podio individuale dopo undici medaglie consecutive conquistate da sette atleti diversi. In vista di Rio il più convincente sembra Andrea Cassarà: un oro, un argento e un bronzo finora e quinto posto in Cina dopo aver perso ai quarti per una sola stoccata dal futuro vincitore Miles Chamley-Watson. Ma alle spalle del bresciano tutto è aperto, perché dopo un buon avvio Andrea Baldini e Valerio Aspromonte faticano a trovare la brillantezza degli anni passati e rischiano di subire il sorpasso dei più giovani, Daniele Garozzo, Edoardo Luperi e Lorenzo Nista in testa.

Tutti questi citati, più Alessio Foconi, sono saliti almeno una volta sul podio in stagione. Il grande assente è Giorgio Avola, che però tra San Pietroburgo e Shanghai ha saputo reagire da fuoriclasse chiudendo prima settimo e poi sesto. Il siciliano non si vuole arrendere e, alla vigilia dell’evento continentale di Montreux, sembra godere di una condizione invidiabile. La concorrenza interna stimola a dare il massimo e tornerà molto utile. Come anche quella “esterna”: sette ori diversi su nove tappe, un panorama vastissimo di possibili vincitori. A Mosca sarà spettacolo.

 

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Foto da: Augusto Bizzi/Federscherma

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