Sci Alpino

Sci alpino: l’analisi delle nazionali azzurre. Gruppo giovani ridotto all’osso

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Analizzando la composizione delle squadre nazionali di sci alpino, comunicate dalla Fisi nei giorni scorsi, si possono fare alcune riflessioni interessanti. Anzitutto, non vi sono esclusi di lusso, ovvero atleti più o meno capaci di conseguire punti di Coppa del Mondo nell’ultimo inverno: stando ai rumors primaverili l’indiziato numero uno era Massimiliano Blardone, ma in via Piranesi hanno deciso di inserirlo nel gruppo di interesse nazionale, composto da atleti che dovranno almeno parzialmente contribuire alle spese di trasferte e allenamenti.

Al tempo stesso, tutti gli sciatori che hanno perso quasi l’intera stagione per infortunio (Luca De Aliprandini, Alex Zingerle, Camilla Borsotti, Sofia Goggia, Michela Azzola) vengono collocati nelle varie formazioni, che pure rivestono, perlomeno per la Coppa del Mondo, un carattere puramente formale; le partizioni tra “World Cup 1”, “World Cup 2” e “World Cup 3” non avranno conseguenze sugli allenamenti, svolti ovviamente per discipline omogenee, seguendo in prevalenza la divisione tra specialità tecniche e specialità veloci.

Tra gli atleti più esperti già apparsi nel massimo circuito, le uniche due esclusioni riguardano di fatto Paolo Pangrazzi e Sabrina Fanchini. La più giovane delle sorelle camune dovrà contare sul supporto del Centro Sportivo Esercito per rientrare nel giro azzurro, al termine di una stagione che sicuramente le ha dato meno del previsto nelle pur poche occasioni in Coppa del Mondo; stupisce maggiormente l’esclusione del poliziotto trentino, undicesimo nella classifica finale di Coppa Europa e sesto in quella di discesa: c’è anche da dire che il ventisettenne di Madonna di Campiglio manca di risultati nel massimo circuito nelle ultime quattro stagioni. Interessanti i “ripescaggi” di Michelangelo Tentori e Lisa Agerer: il lecchese, out persino dai corpi militari, viene premiato per una stagione nella quale ha collezionato due ori alle Universiadi e il titolo nazionale in supercombinata, mentre la dominatrice della Coppa Europa 2012 ha nuovamente espresso, seppur nel circuito continentale, sprazzi di quello straordinario talento di cui è indubbiamente dotata, rientrando così tra le atlete di interesse nazionale.

Come fa notare Matteo Pavesi su fantaski.it, complessivamente i maschi passano da 35 a 38 e le ragazze da 29 a 32, principalmente grazie ai nuovi innesti nei gruppi Giovani. Eppure, proprio la vecchia squadra C appare quella più preoccupante, non tanto per la qualità degli atleti, quanto per la quantità: ha senso avere solamente undici nomi tra maschi e femmine? Se il meccanismo deve essere quello piramidale, con i migliori che accedono al vertice e dunque alla Coppa del Mondo, un buon vivaio anzitutto sul piano quantitativo sarebbe d’obbligo, anche perché dalle squadre per la stagione 2015-2016 sono totalmente esclusi i classe ’98 e, dai maschi, persino i ’97 con una sola presenza, quella di Hans Vaccari, tra i nati nel 1996. Come spesso accade, saranno gli sci club, le famiglie e i tanto vituperati corpi militari a dare altre possibilità a ragazzi di 18, 19, 20 anni sacrificati senza magari aver nemmeno potuto dimostrare il proprio valore.

Infine, un’ultima riflessione riguarda gli staff tecnici. Già, quali? Ad oggi nessuna comunicazione ufficiale in merito: risulta abbastanza particolare che si siano determinati gli atleti senza aver fatto lo stesso con gli allenatori. Certo, ufficiosamente le novità sono ben note, dal combattuto esonero di Livio Magoni nella squadra femminile prove tecniche, rimpiazzato con tutta probabilità da Gianluca Rulfi, sino al ritorno di Max Carca dal Canada. Ma i responsabili tecnici rappresentano solo una parte di uno staff costituito anche da preparatori, fisioterapisti e skimen: se la Fisi non ha voluto ancora ufficializzare nulla, evidentemente qualche casella è ancora sguarnita. E questo non rappresenta certo una nota positiva, visto che raduni e allenamenti non sono così lontani e la tanto elogiata programmazione rischia di diventare una chimera. 

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foto: credit Fisi

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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