Badminton
Badminton: Agnese Allegrini si ritira
Con un lungo post sulla propria pagina Facebook, Agnese Allegrini ha di fatto annunciato il ritiro dall’attività agonistica. In realtà, già dopo le Olimpiadi di Londra la trentatreenne viterbese aveva diradato le partecipazioni ai vari tornei, distinguendosi tra l’altro ai Giochi del Mediterraneo del 2013: quest’oggi, dunque, l’annuncio del ritiro della prima rappresentante del badminton azzurro ai Giochi Olimpici, grazie alla doppia partecipazione in singolare tanto a Pechino 2008 quanto a Londra 2012.
Peraltro, nel suo messaggio di commiato non manca una nota polemica, a fianco del sincero ringraziamento al Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre che l’ha sostenuta in questi anni.
“Ciao ragazzi! È un po’ che non vi aggiorno sulla mia carriera sportiva.. ma c’era ben poco da aggiornare visto che dopo Londra mi sono presa una lunga pausa… ero psicologicamente a terra, così ho deciso di concentrarmi sullo studio e sul ritrovamento di un po’ di serenità.
Sono successe molte cose in questo periodo. Belle e brutte, come a tutti. Tra le belle, sicuramente c’è stata la mia inaspettata voglia di riprendere ad allenarmi, e ricominciare a gareggiare per una nuova qualificazione olimpica!
Se mi aveste chiesto cosa pensavo sul fatto di riprendere la racchetta in mano, fino a qualche mese fa vi avrei risposto con un NO CATEGORICO. Nemmeno Gesù in terra mi avrebbe dato la motivazione giusta per riprendere gli allenamenti!
E invece no, come la vita insegna: mai dire mai. La calda atmosfera che ho trovato stando più a contatto e trascorrendo più tempo con i responsabili del Gruppo Sportivo delle Fiamme Azzurre, in particolare il Commissario Marcello Tolu, mi ha dato una carica impressionante che non definirei propriamente motivazione, perché quella o ce l’hai o non ce l’hai, ma semplicemente voglia di contraccambiare l’affetto ed il rispetto ricevuto.
Per la prima volta nell’ambito sportivo mi sono sentita valorizzata e rispettata per la persona che sono (e non per il mezzo che rappresento in quanto punta della nazionale italiana di badminton).
La faccio breve, anche perché adesso arriverà il pezzo peggiore della storia: la prima risposta alla mia volontà di gareggiare per Rio 2016 è stata che non mi avrebbero sostenuto economicamente; la seconda risposta, a fronte della disponibilità del Gruppo Sportivo di farsi carico delle spese necessarie, è stata che NON MI AVREBBERO ISCRITTO AI TORNEI (decidere se e per chi fare le iscrizioni è una loro facoltà).
Sono a conoscenza del fatto che, data la mia non volontà quasi categorica di riprendere a gareggiare a solo un anno da Londra per vicissitudini strettamente personali che non mi hanno consentito di poter decidere serenamente, è stata naturalizzata un’atleta straniera che dopo la mia rinuncia ha incominciato a gareggiare per l’Italia (decisione che non condivido ma che capisco e rispetto).
Rimane il fatto che, a mio parere, la decisione presa nei miei riguardi non trova né troverà mai NESSUNA GIUSTIFICAZIONE. Fare sport e, come nel mio caso, partecipare alle gare, è un diritto che non dovrebbe essere negato a nessuno (ricordo ancora che in una palestra, a Cuba, accanto alla gigantografia di Che Guevara c’era un’altrettanta gigantografia con scritto: “El deporte es derecho del pueblo” – Lo sport è un diritto del popolo – fantastico!!)
Che dire!? EVVIVA LO SPIRITO SPORTIVO!! È banale sentirsi amareggiati, sconfortati e soprattutto sorpresi? Certamente sì, chi non lo sarebbe? Avevo voglia, anzi, ne sentivo il bisogno, di poter gareggiare e portare alta l’immagine del nostro Paese per la terza volta nei Giochi Olimpici. Mi sarebbe piaciuto, dopo l’ultima esperienza londinese, poter battagliare ancora di più, e meglio, e confrontarmi con le fortissime atlete asiatiche. Ma tutto questo mi è stato precluso. Non mi è stata data la minima possibilità di ricominciare il cammino lungo una strada che ho percorso con tanta passione durante tutta la mia vita: il badminton!!!
La verità è che (purtroppo) la notizia non mi ha sconvolto affatto. Mi ha dato piuttosto l’inaspettata serenità di non dover avere più a che fare con situazioni e persone a cui per troppi anni della mia vita ho dato troppa importanza, e a cui per troppo tempo ho permesso di togliermi il sorriso.
Ora sono contenta. Mi sento protetta e a casa, in un Gruppo Sportivo fantastico che non smette mai, giorno dopo giorno, di darmi forza e sostegno.
Ringrazio di cuore Marcello, per aver creduto in me e nelle mie potenzialità.
Ringrazio lo sport (quello con la lettera maiuscola però!) per avermi insegnato, nonostante tutto, ad essere una persona migliore e più forte.
Ringrazio mia mamma, per avermi insegnato ad amare lo Sport e la Vita.
Ringrazio Ajay, i parenti, gli amici, e tutti coloro che mi hanno accompagnato in questo percorso (o che almeno ci hanno provato)
Faccio un grosso in bocca al lupo al mio fratellino Rosario Maddaloni per Rio (forza Rosariè, metticela tutta! Credi in te e in nessun’altro!), e alle generazioni future che si cimenteranno in questo fantastico sport. Siate determinati, testardi, pazienti, coraggiosi, e fatevi rispettare!
Adesso posso seriamente appendere la racchetta al chiodo E sorridere. E ricominciare una nuova vita con tutto lo spettacolo che offre
Grazie a tutti per tutto! Ciao!”
foto: FIBa
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marco.regazzoni@oasport.it
ale sandro
4 Giugno 2015 at 15:39
Un vecchio refrain insomma, un evergreen della gestione degli atleti in procinto di prepararsi per i Giochi. Mi pare di capire che la Allegrini sarebbe stata comunque “sponsorizzata” dal suo gruppo sportivo. E dire che il badminton non preveda un unica singolarista per nazione, almeno mi sembra sia così. Vediamo la replica federale. Da parte mia un grazie per aver qualificato l’Italia, in uno sport non di tradizione , nelle due ultime olimpiadi.
Marco Regazzoni
4 Giugno 2015 at 19:02
Verissimo quanto dici, ma aggiungerei che, dopo due anni di inattività oltretutto per una federazione non così ricca come la FIBa, non mi stupisce la situazione. In ogni caso grazie ad Agnese per averci fatto debuttare in uno sport purtroppo ancora poco considerato alle nostre latitudini.