Editoriali
Da Londra 2012 a Baku 2015: l’arco è sempre d’oro. Chamizo, un campione consacrato
Un flashback dolcissimo. Olimpiadi Londra 2012, finale della prova a squadre maschile di tiro con l’arco. All’Italia serve un 10 all’ultimo tiro per battere gli Stati Uniti e conquistare l’oro. Tocca Michele Frangilli, la tensione è altissima, ma il cuore è saldo ed il braccio non trema: arriva la perfezione dell’apoteosi.
Tre anni dopo, in un momento difficile per l’Italia ai Giochi Europei di Baku 2015, è ancora il tiro con l’arco a regalare un finale palpitante. Questa volta si tratta di prova a squadre mista e serve ancora un 10 per battere la Georgia e regalare l’agognato oro al Bel Paese. Mauro Nespoli non esita e colpisce il bersaglio esattamente al centro, trionfando in coppia con Natalia Valeeva. Negli appuntamenti che contano, il tiro con l’arco italiano non delude mai, malgrado sia reduce da un paio di stagioni appannate. L’impressione, tuttavia, è che il peggio sia passato: gli azzurri si stanno progressivamente adattando al nuovo regolamento, anche se bisognerà attendere la riprova del confronto con i fuoriclasse asiatici. L’obiettivo vero restano i Mondiali di Copenhagen a luglio.
Che fosse un talento stratosferico era noto da tempo: non si vince un bronzo mondiale a 18 anni per caso. Frank Chamizo è il nuovo gladiatore azzurro, capace di consacrarsi per la prima volta con la casacca tricolore. Un torneo da assoluto protagonista, ribaltando sempre insidiose situazioni di svantaggio. Peccato per la finale persa con l’idolo locale Togrul Asgarov, campione olimpico in carica, anche se nella categoria inferiore dei -60 kg. L’impressione, tuttavia, è che l’Italia abbia trovato un lottatore capace di giocarsela davvero con chiunque in un contesto mondiale. Dunque una sicura carta in ottica futura, a partire dalle Olimpiadi di Rio 2016. Non va dimenticato, tuttavia, come l’unico podio azzurro nella lotta sia arrivato da un campione di origine caraibica. Per il resto, tutte eliminazioni al primo turno, escluse le singole vittorie di Daigoro Timoncini e Davide Cascavilla. Il movimento continua a brancolare nelle tenebre e la nuova stella Chamizo non dovrà fungere da paraocchi per far credere che vada tutto bene (come purtroppo accade quasi sempre in Italia), bensì l’imperdibile occasione per pianificare una crescita ad ampio raggio.
Un bronzo senza grandi rimpianti per Giovanni Pellielo nel trap di tiro a volo: oggi il russo Aleksey Alipov era oggettivamente superiore. Il 45enne di Vercelli va comunque ad infarcire di un nuovo alloro un palmares spaventoso, dove manca solo un oro a cinque cerchi.
Tanti errori ed un modesto settimo posto per la nazionale italiana di ginnastica ritmica, in difficoltà ormai da qualche settimana. Le incertezze dell’ultima tappa di Coppa del Mondo a Tashkent sono riapparse come fantasmi anche a Baku. Servirà un riscatto, e magari una medaglia importante, nelle finali di specialità per ritrovare morale e fiducia in vista dei Mondiali che assegneranno il pass per Rio 2016.
L’oro nel tiro con l’arco consente al Bel Paese di scalare qualche posizione nel medagliere e salire al quattordicesimo posto. La speranza è che la vittoria di Nespoli e Valeeva rappresenti una sorta di vaso di Pandora che sblocchi psicologicamente il resto della delegazione. E chissà che domani non possa rivedersi competitiva una Jessica Rossi alla ricerca di se stessa: la prova a squadre mista del trap con Massimo Fabbrizi offre una chance importante per rinascere.
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Foto: Fitarco
federico.militello@oasport.it
Gabriele Dente
17 Giugno 2015 at 22:15
L’impressione è che la coppia sia molto ben assortita: entrambi ricchi di talento e con medaglie olimpiche già vinte, lei con esperienza da vendere, determinata e riflessiva; lui (ancora) giovane e rampante ma già molto esperto, brillante ed esuberante. Peccato che il mixed team non sia prova olimpica.
Frank Chamizo merita davvero i complimenti; stava quasi per battere il campione olimpico. La sensazione è che abbia ancora margini di miglioramento. E con un po’ di esperienza in più potrebbe veramente farci sognare a Rio. Speriamo!…