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Ciclismo
Giro d’Italia 2015, il pagellone: da Contador a Porte, i voti ai protagonisti della Corsa Rosa
Si è concluso dopo 21 giornate di corsa estenuante il Giro d’Italia 2015. Sempre a tutta, da Sanremo a MIlano, dove Alberto Contador ha potuto alzare al cielo il Trofeo senza Fine. A bocce ormai ferme, vi proponiamo il pagellone finale di questo Giro, ricco di protagonisti e colpi di scena.
CONTADOR Alberto, voto 10: non è il miglior Contador. Con in mente l’obiettivo Tour, non si presenta al 100%. Non vince tappe ma dalla crono di Valdobbiadene in poi è l’unico e vero padrone del Giro. Forse in salita non si dimostra mai il più forte, ma è solido fino alla fine. Paga solo nella tappa del Colle delle Finestre, quando però la Rosa è già in tasca. Anche in questo caso, però, dimostra classe ed esperienza, gestendosi senza naufragare.
ARU Fabio, voto 8,5: parte fortissimo. Non si lascia mai sfuggire occasione per scattare, per provarci. Nella seconda parte di Giro cala. Da Fiuggi fino a Novara è un calvario, il Mortirolo forse il momento peggiore. Gli ultimi giorni, però, torna a splendere la stella del sardo. Sulle sue pendenze coglie due successi parziali in due giorni, dimostrando di avere cuore e grinta per risalire la china quando ormai sembrava sull’orlo del precipizio. Alla fine paga meno di due minuti da Contador.
LANDA Mikel, voto 8,5: in salita, probabilmente, è il più forte del Giro. Paga troppo a cronometro, poi è fermato dalle tattiche di squadra. Sul Mortirolo e sul Finestre dimostra di avere un motore eccelso, ma per riuscire ad impensierire davvero Contador gli è mancata l’esperienza ad alti livelli e un ruolo da capitano. Per lui questo Giro è un ottimo punto di partenza con anche due successi parziali.
AMADOR Andrey, voto 8: con Uran, Porte e Pozzovivo fuorigioco sfrutta al meglio l’occasione. Un Giro di regolarità e costanza che lo portano in quarta posizione a MIlano. Giù dal podio, ma di gran lunga il miglior risultato della sua carriera in un grande giro
HESJEDAL Ryder, voto 8: peccato per una prima settimana da dimenticare. Poi ci mette il cuore, a volte troppo forse, e rimonta fino alla quinta posizione in classifica generale. In salita sembra tornato quello dei bei tempi, la grinta non gli manca. Non arriva la vittoria di tappa, ma la consapevolezza di essere ancora un corridore di alto livello.
KÖNIG Leopold, voto 6,5: partiva come ultimo uomo di Porte, è stato costretto ad inventarsi capitano alla vigilia dell’ultima settimana. Non impressiona ma porta comunque a casa il sesto posto.
KRUIJSWIJK Steven, voto 7,5: un gradino sotto Hesjedal, ma il suo Giro è simile. Paga la prima settimana, poi trova il colpo di pedale giusto. Spesso all’attacco e con i migliori in salita, stupisce sul mortirolo. Arriva vicino alla maglia azzurra, che gli sfugge nell’ultima tappa.
CARUSO Damiano, voto 7: non si vede, ma c’è. Regolarista se ce n’è uno, alla fine è ottavo con un Giro di costanza.
TROFIMOV Yury, voto 5,5: parte forte, poi crolla e chiude decimo.
VAN DEN BROECK Jurgen, voto 4: un’occasione del genere, probabilmente, non gli capiterà più. Si difende fino alla cronometro, quando sembra addirittura in posizione da podio. Poi saluta la compagnia e si spegne, chiudendo 12esimo. L’ennesimo fallimento di un corridore che probabilmente non ha mai trovato la propria dimensione.
KANGERT Tanel, voto 8: è tornato. L’emblema del suo Giro è lo scatto per lasciare sul posto Contador sulle rampe del Colle delle Finestre. Altissimo livello di ciclismo e gran lavoro per i propri capitani. E chiude anche 13esimo nella generale.
URAN URAN Rigoberto, voto 5: impossibile dargli di più anche se il suo Giro è pesantemente influenzato da problemi di salute. Sin dalle prime tappe non sembra al top, nella crono perde invece che guadagnare poi cede sotto i colpi di un Giro estenuante. Si riprende nelle ultime tre tappe ma gli sfugge la vittoria di tappa. Stoico nel restare in corsa, l’atteggiamento è ottimo ma per lunghe fasi di corsa le gambe non hanno risposto.
VISCONTI Giovanni, voto 8: forse è il miglior Visconti di sempre. Prova a rimanere in classifica, poi si interessa alla maglia azzurra che porta a casa con successo. Gli manca un pizzico di fortuna per portare a casa un meritato successo di tappa.
TIRALONGO Paolo, voto 8: porta Aru fino a Milano. Nel frattempo si permette anche di vincere una tappa. Sembra quasi una seconda giovinezza.
PELLIZOTTI Franco, voto 6,5: la partenza è stentata tra i crampi, poi cresce di colpi. Non riesce a lasciare il segno ma il Delfino di Bibione c’è ancora.
FORMOLO Davide, voto 8: firma una delle imprese più emozionanti dell’intero Giro consacrandosi davanti al grande pubblico. Inizialmente prova a rimanere in classifica, ma deve desistere. Arriva fino a Milano e chiude 31esimo.
FELLINE Fabio, voto 7,5: va fortissimo e coglie anche un secondo posto. Nell’ultima settimana si dimostra all’altezza anche in montagna. È ancora giovane e sembra sul punto di esplodere definitivamente.
GILBERT Philippe, voto 8,5: due vittorie di tappe e la voglia di lottare fino a Milano. Devastante sul Monte Berico (dove umilia quasi gli avversari), stupendo a Verbania dove si difende in salita per poi rientrare sui primi e lasciarli sul posto su un breve strappo. Un Giro come non ci regalava da tempo, Gilbert è tornato a volare.
NIEMIEC Premyslaw, voto 4: dovrebbe essere l’uomo di classifica della Lampre. paga oltre 2h30′ di ritardo. L’ombra di se stesso e gli anni passano.
ZAKARIN Ilnur, voto 7,5: come tanti paga la prima settimana, poi sale in cattedra e torna a menare. Vince la tappa di Imola, poi dimostra di valere anche in salita nell’ultima settimana. Non è ancora solido, forse, ma nei prossimi anni potremmo sentir parlare molto di lui.
BASSO Ivan, voto 4,5: spiace, ma va piano per davvero. In salita non offre mai una mano a Contador, sulla strada non può che essere bocciato. Ultimo ballo per lui nella corsa che ha vinto due volte?
POLANC Jan, voto 7: classe 1992, dimostra di essere un ottimo scalatore. Sulle 3 settimane fatica ma è un nome molto interessante. E questo Giro ce lo dimostra.
CHAVES Johan, voto 5: inizia all’arrembaggio, poi con il passare del tempo sparisce. Lecito aspettarsi meglio da lui, ma avrà tempo per rifarsi.
BONGIORNO Manuel, voto 6,5: forse leggermente remissivo, si riscatta con il secondo posto a Verbania dietro Gilbert.
CLARKE Simon, voto 7: uno dei volti di questo Giro. Lotta dalle prime tappe, indossa anche la maglia rosa per un giorno. Combattente che sembra essersi ritrovato dopo un paio di stagioni non brillanti.
ULISSI Diego, voto 7,5: bentornato tra i grandi! Una vittoria di tappa e un terzo posto nelle frazioni lui più adatte. Nel finale ci riprova andando in fuga, segno che la voglia di fare bene c’è. Il ragazzo è affamato e le qualità sono rimaste intatte nonostante lo stop di quasi un anno che l’ha visto protagonista. A Fiuggi spiega quale sia il modo migliore per tornare in gruppo. Volata di forza e resistenza che non lascia speranze a nessuno.
HANSEN Adam, voto 10: è dalla Vuelta del 2011 che corre, e finisce, tutti i grandi giri. Inizia il 2015 nel migliore dei modi, chiudendo il Giro 77esimo. Non incide, ma per lui la stagione è ancora lunga con Tour e Vuelta alle porte.
VILLELLA Davide, voto 5,5: qualche fuga, ma niente di che. Il talento, nel suo caso, deve ancora esplodere.
KIRIYENKA Vasil, voto 7,5: era probabilmente il favorito d’obbligo per la crono di Valdobbiadene e la vince. Corridore di spessore, nell’ultima settimana prova a cogliere la fuga giusta senza fortuna.
COLBRELLI Sonny, voto 5,5: un solo piazzamento nei 10 in quella che poteva essere la corsa della consacrazione. Lo scorso anno è entrato in forma nella seconda parte di stagione. Lo aspettiamo.
PAOLINI Luca, voto 6: cerca il colpaccio a Lugano, gli riesce solo a metà. Per il resto aiuta la squadra e in particolar modo Porsev nel trovare il giusto piazzamento in volata.
VIVIANI Elia, voto 7: vince a Genova nella volata più atipica del Giro, poi fatica a ripetersi con un solo piazzamento sul podio. Spesso si è trovato da solo nel finale e non è riuscito a trovare il varco giusto.
MODOLO Sacha, voto 8,5: vince due tappe, aiutato alla perfezione da Roberto Ferrari e Maxi Richeze (voto 8 ad entrambi). Forse il salto di qualità definitivo che era ormai atteso da tempo. A 27 anni questo Giro può svoltargli la carriera.
HOFLAND Moreno, voto 5,5: secondo a Genova, poi non si rivede più nelle posizioni da podio. Decisamente da rivedere dopo un inizio di stagione problematico che continua anche al Giro.
NIZZOLO Giacomo, voto 7: gli manca la vittoria, ma come costanza di rendimento non è inferiore agli altri velocisti del Giro con anche due secondi posti. Forse un piccolo passo indietro rispetto allo scorso anno ma la strada intrapresa sembra decisamente quella giusta.
MEZGEC Luka, voto 5,5: non un bel Giro per lui che di fatto partiva come capitano della Gian-Alpecin. Poco presente in volata, il suo terreno.
KEISSE Iljo, voto 8: vincere a Milano cambia la corsa sua e della squadra, ancora a secco prima della frazione finale. Ottimo passista, va in fuga con Durbridge. Nel finale gioca d’astuzia, poi in volata ne ha di più dell’avversario e alza le braccia al cielo in Corso Sempione. Bravo a crederci fino all’ultimo metro.
POZZOVIVO Domenico, senza voto: sembrava in ottima condizione e con il senno di poi il podio poteva essere alla sua portata. Messo fuori gioco da una caduta già nelle prime tappe.
GREIPEL André, voto 6,5: viene al Giro per monopolizzare le volate, si ritira dopo 14 tappe con una sola vittoria. Risultato diverso da quanto si aspettasse probabilmente.
MATTHEWS Michael, voto 7,5: nella prima parte di Giro è una vera e propria sentenza. Anche quest’anno un successo di tappa e la maglia rosa sulle spalle.
GERRANS Simon, voto 6,5: prova a svoltare la sua stagione al Giro. La cronosquadre gli regala la prima maglia rosa, poi chiude terzo a Fiuggi. Si ritira dopo 13 tappe.
PORTE Richie, voto 4: ancora una volta delude. Sembra incapace di gestire se stesso e la squadra per 3 settimane. Tra cadute, penalità e crono disastrose lascia il Giro dopo due settimane ad oltre 5′ da Contador. Il ruolo di gregario, probabilmente, gli si addice maggiormente rispetto a quello di capitano.
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Foto: Pagina Facebook Giro d’Italia
Luca46
1 Giugno 2015 at 19:27
Contador. 10 è veramente troppo. Non ha vinto nessuna tappa e spesso si è dimostrato in difficoltà. 9 è più che sufficente perché ha classe da vendere.. Altrimenti alle precedenti vittorie cosa bisogna dare 11, 12. Se la scala va da 1 a 10 allora 10 a Contador non si può dare. 10 è il massimo e lo hai scritto pure te che non era il miglior Contador.
Aru 10 e lode. Poteva saltare invece alla fine fa quasi saltare il banco. È stato esemplare proprio per come è uscito dalke difficoltà alla sua età.
Landa 10. Ragazzi ma ha fatto il gregario, ha vinto tappe, in salita andava più forte di Contador. Ma cosa si vuole di più. È salito sul podio senza che nessuno lo mettesse tra i favoriti. Straordinario.