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Golf, US Open 2015: un poker per la vittoria finale. Jason Day, che cuore! Chicco Molinari lotta e resiste (19°)

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Quattro leader, quattro storie diverse, un solo obiettivo: mettere le mani sulla 115esima edizione dello US Open 2015. A diciotto buche dalla fine, in testa al secondo Major stagionale si è portato un poker d’assi sul Chambers Bay (Par 70) di University County, diventato sempre più impraticabile con il passare della terza giornata (solo otto i giocatori sopra Par). Da una parte Jason Day (68 70 68), cuor di leone dopo aver accusato vertigini durante il secondo round ma nonostante ciò capace di stampare uno straordinario (per le condizioni) -2; dall’altra Jordan Spieth (68 67 71), che ha provato ad andare in fuga ma rimbalzando con il passare delle buche (+1), mantenendo comunque la leadership; continua a fare la spola tra prima e seconda posizone Dustin Johnson (65 71 70), abile a restare pari al Par con qualche rimpianto per un doppio bogey, mentre l’ultimo angolo del ring è occupato dalla sorpresa della settimana, Branden Grace (69 67 70), alla prima chance della carriera di vincere un Major dopo un round solido e con poche sbavature significative.

I due statunitensi, l’australiano e il sudafricano partiranno da -4 (206) e potranno gestire tre colpi di vantaggio sugli inseguitori, in particolar modo su uno scatenato Louis Oosthuizen. Il golfista springbok realizza il secondo -4 consecutivo (un’impresa su questo campo) e risale trenta posizioni fino alla quinta, per il -1 (207 – 77 66 66) da cui tenterà di assaltare il secondo Slam della carriera. Come Oosthuizen, cercheranno di ricucire il gap di tre lunghezze anche J.B. Holmes e l’irlandese Shane Lowry, mentre sembra avere meno chance il giovane australiano Cameron Smith, classe ’93 e a sorpresa nelle zone nobili della classifica. Potrebbe essere fuori dai giochi, a meno di miracoli, il sestetto attualmente in nona posizione, in cui spicca il co-leader di ieri, Patrick Reed. Il 24enne americano, però, è incappato nei trabocchetti di Chambers Bay uscendone con un pesante +6, per un totale di +1 (211); con lui anche Henrik Stenson, Joost Luiten, Brandt Snedeker, Andreas Romero e Tony Finau.

Soffre, arriva ad un passo dal baratro ma riesce a rialzarsi per il secondo giorno consecutivo un indomito Francesco Molinari. Il torinese sembrava sull’orlo di uscire definitivamente di classifica dopo i cinque bogey (con un birdie) realizzati fino alla buca 11, ma i due birdie successivi hanno consentito di limitare in maniera importante i danni con un 72 (+2), che gli vale la 19esima posizione provvisoria a +3 (213 – 68 73 72). I problemi, per Chicco, sono sopraggiunti per l’ennesima volta a causa del putt, decisamente non allo stesso livello dell’impeccabile gioco lungo e senza del quale si è spesso trovato in difficoltà. Un piazzamento di prestigio, tuttavia, è ancora possibile.

Definitivamente fuori dai giochi il numero uno al mondo, Rory McIlroy. Il nord-irlandese non va sopra Par e chiude con 70, sale in 25esima posizione (+4) ma paga ben dieci colpi dalla vetta. Con lui, a pari merito, anche uno spento Justin Rose. Crolla, infine, Phil Mickelson, che dice addio ad ogni sogno di Career Grand Slam a causa di un +7, con cui crolla in 69esima posizione (+10).

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Foto: Golf.com Official Twitter

 

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