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Serie A, Finale Scudetto 2015: la serie esplode, 2-2 e giostra di emozioni a Sassari

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La fuga di una spettacolare Sassari nella prima metà del terzo quarto, la rimonta di un’indomita Reggio Emilia nella seconda metà e negli ultimi dieci intensissimi minuti. E poi il testa a testa nei minuti finali, l’incredibile tripla di Silins per l’80 pari e per l’overtime. E che overtime, con un Dyson da capogiro così come quella bomba da nove metri decisiva per le sorti della sfida e per tagliare le gambe degli emiliani. Un tiro al limite della razionalità, che ben rispecchia d’altronde l’andamento delle due gare giocate al PalaSerradimigni, grazie a cui la Dinamo ha pareggiato una serie apparentemente compromessa dopo il 2-0 del PalaBigi.

Una finale scudetto, insomma, definitivamente esplosa in Sardegna, dove Sassari ha ricordato all’Italia cestistica di non aver confezionato a caso un’impresa storica contro Milano e di essere una squadra da titolo. Certo, il doppio successo degli uomini di Meo Sacchetti non sarà arrivato al termine di due match dominati in lungo e in largo, al contrario delle due vittorie della Grissin Bon, ma la Dinamo (non) ammirata in Emilia Romagna era di fatto una lontana parente della vera Sassari. Quella vera si è rivelata nelle ultime 48 ore: velocità, dinamismo, tiratori con il braccio armato e delle furie a rimbalzo (Lawal, of course, su tutti), oltre alla solita continuità nell’essere discontinui. E soprattutto quella forza d’animo invocata da coach Sacchetti, la cui voglia di rivalsa dopo gara 2 avrà inevitabilmente contagiato i suoi ragazzi. La spinta dei 5000 del palasport, poi, ha fatto il resto nei momenti più difficili, dopo il terzo quarto di gara 3 così come nell’ultimo di ieri sera. Alle ciliegine sulle torte, invece, hanno pensato Logan per il 2-1 e Dyson per il 2-2. Due trascinatori veri, saliti in cattedra al momento opportuno.

Max Menetti, dal canto suo, ci ha provato. E per poco non le vinceva entrambe, nonostante Reggio sia costretta a mettere a referto stabilmente soltanto sei giocatori (più qualche minuto per Chikoko) dalle ultime sfide della semifinale contro Venezia. Eppure, nessuno sembra essersene accorto. Alla mancanza di freschezza, d’altronde, gli emiliani possono sopperire con l’intelligenza e l’acume tattico di un trascinatore come Cinciarini, con il talento di Polonara, con la spregiudicatezza di Della Valle, con il coraggio di Silins e la classe infinita dei due lituani, Kaukenas e Lavrinovic. Sei uomini sufficienti per dominare gara 1 e 2, ad un passo dal vincere in maniera rocambolesca le successive. I reggiani hanno pagato dazio la maggiore esplosività, soprattutto sotto i tabelloni, di Lawal e soci, ma hanno anche dimostrato di poter sfruttare a pieno i momenti di black out dei sardi, grazie alla maggiore esperienza e velocità d’esecuzione. Anche per questo, la doppia sconfitta in terra sarda appare meno dolorosa, per la consapevolezza di poter ancora essere superiori ad una Sassari che, però, ha sbrogliato la matassa. 2-2, palla al centro, tutto da decidere. E lo spettacolo deve ancora cominciare.

 

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daniele.pansardi@oasport.it

Foto: pagina Facebook Dinamo Sassari

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