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Atletica, i Record del Mondo al “sangue di tartaruga”. La Dibaba cancella la storia

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Corre la magica annata 1993. La Cina balza agli onori delle cronache atletiche come probabilmente non le era mai successo e in pista strabilia l’Universo.

Le fondiste dominano i Mondiali di Stoccarda, Wang Junxia polverizza i Record del Mondo dei 10000m (abbattuto di 42’’ il precedente) e dei 3000m (tolti 15’’ alla barriera in vigore), Qu Yunxia abbatté di due secondi il Record dei 1500m che apparteneva a Tatiana Kazankina, spingendosi addirittura a ridosso della barriera dei 3:50.

I sospetti su quei numeri furono davvero molteplici: il doping (e l’antidoping) erano sicuramente meno scientifici e tecnologici, ma probabilmente più radicati e “oscurati”. Ma Junren, coach di quella squadra poi sparita letteralmente nel nulla (ritornò brevemente solo nel 1997), spiegò in questo modo il segreto di quei crono sbalorditivi: “le mie ragazze bevono sangue di tartaruga”.

Fu un’affermazione che fece scoppiare in risate mezzo Pianeta, una frase che rimandava a quei romanzi medievali, a quelle favole che si ascoltano da piccoli, a quei miti ancestrali che poi portiamo sempre dentro di noi. Ad ogni modo l’essenza di uno degli animali più preziosi e sempre a rischio d’estinzione ha segnato un’epoca.

Per 22 anni, fino all’avvento di Genzeba Dibaba che a Monaco, in una serata già magica, ha ripulito il sangue e si è portata in cima alla classifica all-time dei 1500m: ora il Record del Mondo è in Etiopia, al caldo e al sicuro, battibile solo da lei.

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