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Calcio femminile: l’inibizione di Felice Belloli e i ritardi nelle riforme

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Sono stati giorni “turbolenti” per il calcio femminile nostrano. Partiamo dall’inibizione di 4 mesi per Felice Belloli, ex presidente della Lega Nazionale Dilettanti, che paga così le frasi pronunciate nel corso della riunione del Consiglio Direttivo del Dipartimento calcio femminile del 5 marzo 2015 in cui disse: “Basta, non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche”. Riportiamo in tal senso il link che fa riferimento al testo originale del comunicato Ufficiale n.6TFN (Sezione disciplinare)

COMUNICATO UFFICIALE

Una condanna “per violazione dei doveri di osservanza delle norme e degli atti federali, nonché dei principi di lealtà, correttezza e probità” che lascia qualche perplessità per la durata dell’inibizione assai trascurabile per la portata che tali dichiarazioni hanno avuto, specialmente per la posizione ricoperta da Belloli. Tuttavia, non siamo qui a contestare la sentenza del Tribunale Nazionale Federale quanto a constatare che dietro la gravità di tali esternazioni si sia fatto decisamente poco in termini di riforme per il movimento del calcio in rosa.

Attualmente siamo assenti per la Commissioni del calcio femminile UEFA e per la Commissione competente per i finanziamenti e lo sviluppo, cosa che ci rende assolutamente invisibili a livello internazionale. Inoltre, molte società stanno incontrando delle difficoltà nelle iscrizioni alla prossima stagione agonistica 2015/2016, per le solite problematiche economiche. Non è un caso che nella giornata di ieri sia stato pubblicato un comunicato ufficiale dalla LND (Lega Nazionale Dilettanti) su una proroga al 25 Luglio per i club di Serie A e B e al 22 per i non aventi diritto. Ecco il testo del comunicato.

In buona sostanza i buoni propositi di cambiamento, soprattutto dopo le affermazioni dell’ex presidente Belloli, si sono fermati alla semplice condanna dell’individuo ma non ad una discontinuità con il passato. L’evoluzione del calcio femminile procede molto a rilento e le tante, troppe guerre intestine all’interno del Palazzo non favoriscono di certo un piano di riforme concreto e immediato. E’ necessario un cambio di passo perchè il tempo delle parole è finito già da parecchio. I piani previsti dal Presidente Carlo Tavecchio tardano a realizzarsi e questo è un’ ulteriore zavorra per la disciplina, nonché un spot promozionale negativo per la diffusione della stessa sul territorio italiano. Abbiamo bisogno di valorizzare il nostro materiale umano, creare Academy e credere in un progetto a lunga scadenza. Le polemiche, come sempre, rischiano di essere lo stratagemma ideale per nascondere le inadempienze dirigenziali e a pagare sono le atlete e chi, con impegno e sacrificio, cerca di coltivare il proprio sogno!

 

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Immagine: pagina FB Martina Rosucci

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