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Ciclismo: Moser, Battaglin e Felline. Le promesse che faticano a sbocciare

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Due ragazzi del 1990 e uno del 1989. Tre promesse che, una volta fatte vedere ottime cose anche tra i professionisti, faticano a dare continuità al loro percorso di crescita e a trovare una dimensione stabile all’interno del mondo del ciclismo.

Partiamo da Enrico Battaglin, in forze alla Bardiani-CSF. Passato professionista come stagista nell’ormai lontano 2011, vince subito. Ad ottobre, infatti, fa sua la Coppa Sabatini davanti a Rebellin, Dani Moreno, Giovanni Visconti e Simon Gerrans. Insomma, mica sconosciuti. Da lì, tanti momenti non facili e pochi risultati. La classe, però, la dimostra, seppur a sprazzi. Due vittorie in due edizioni diverse del Giro d’Italia, e un secondo posto di tappa che vale poco meno sono esempi lampanti di un talento che, sotto i periodi bui, si nasconde ancora. Nei 4 anni tra i prof anche qualche problema piccolo di troppo. In questo 2015, fino ad ora avaro di soddisfazioni, prossima partecipazione attesa al Giro di Danimarca. Magari per provare a rientrare anche nel giro della nazionale data l’alta considerazione del CT Cassani nei suoi confronti.

Fabio Felline, nonostante il passaggio alla Trek Factory Racing gli abbia forse tolto un po’ di spazio, sembra aver trovato la propria dimensione. L’ha dimostrato in primavera, durante la Vuelta al Pais Vasco. Una vittoria di tappa in volata davanti a Michael Matthews che vale tanto, tantissimo per uno come lui. Da lì ha costruito uno splendido Giro d’Italia (l’ottavo posto nella crono di Valdobbiadene testimonia il suo gran motore) in cui però si è dovuto accontentare dei piazzamenti. Il 2016, con maggiore fiducia da parte della squadra, potrebbe essere il suo anno. E già in questi ultimi mesi della stagione può dimostrare di valere certi palcoscenici.

È tornato alla vittoria, e tornerà anche alla sua corsa preferita dopodomani, Moreno Moser. Cognome importante, classe pura in bicicletta. Corridore atipico, di cui è difficile individuare le caratteristiche, e molto lunatico. Le prestazioni vanno e vengono come chiari di luna ma i numeri, quelle gambe, li hanno tutti. Certe vittorie, altrimenti, non si potrebbero ottenere, come la Strade Bianche nel 2013 o l’incredibile successo nell’ultima tappa del Giro di Polonia 2012. E proprio al Polonia lo vedremo impegnato nella prossima settimana. Per provare a ripartire, ancora, dopo aver conquistato una vittoria di tappa al Giro d’Austria. Forse proprio quello che ci voleva per sbloccare un ingranaggio tanto instabile quanto capace di fare cose uniche in bicicletta.

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gianluca.santo@oasport.it

Twitter: Santo_Gianluca

Foto: Pagina Facebook Giro d’Italia

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