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F1: cosa resta di Raikkonen? Ultimi GP da separato in casa, prima del triste addio a fine anno

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Inevitabilmente il decimo appuntamento del Mondiale di F1 2015, ultimo round prima della pausa estiva, ha tra i suoi temi principali il momento vissuto da Kimi Raikkonen all’interno del team Ferrari. Non è ormai un mistero che la Rossa non sia intenzionata ad esercitare l’opzione su Raikkonen (data ultima il 31 Luglio) e rinnovare il contratto del finlandese. L’ufficialità, come detto, l’avremo a fine di questo mese, tuttavia la domanda che ci poniamo: che cosa resta della figura di Kimi a Maranello?

Ciò che rimane è l’immagine di un pilota separato in casa, probabilmente già scaricato dai vertici del Cavallino Rampante, dopo l’errore del Canada, davanti agli occhi del presidente Sergio Marchionne. Non è un caso che anche il Team Principal Maurizio Arrivabene, a torto o a ragione, non ha mai mancato di manifestare un certo malcontento nei confronti delle prestazioni in pista del finnico, specie negli ultimi GP. Un clima che, dopo un inizio di rose e fiori, ha finito per logorarsi anche per i troppi silenzi di Raikkonen, mai davvero in feeling con il team e, a volte,  come un pesce fuor d’acqua.

Basti vedere il legame che, da subito, è stato capace di stringere Sebastian Vettel con i propri ingegneri. Grande capacità comunicativa con l’esterno, sempre con tanta voglia di migliorare e costruire un futuro migliore. Ecco, forse proprio questo è mancato a Kimi. Questa motivazione nell’andare oltre i problemi che, oggettivamente, sono ancora presenti in Ferrari, da un punto di vista tecnico, e che rendono difficile poter competere con la Mercedes.

Difficoltà relazionali che, vuoi o non vuoi, hanno portato anche a scompensi in pista, con prestazioni di altissimo profilo in Bahrain non replicate in altre occasioni, come il già citato round di Montreal. In buona sostanza questo “Raikkonen2”, se così vogliamo chiamare la seconda esperienza del finlandese in Ferrari, lascia un po’ di amaro in bocca per quello che sarebbe potuto essere ed invece non è stato. Ciò deriva dalla constatazione dell’indubbia velocità di cui è dotato il campione del mondo del 2007 ma che, per tanti motivi, non è riuscita a mettersi a fuoco con la dovuta continuità, specialmente nei momenti topici delle gare o delle qualifiche. Si ha sempre avuto la sensazione che Raikkonen arrivasse un centesimo di secondo dopo.

Pertanto, la conclusione quasi annunciata di quest’avventura lascia queste sensazioni e chissà se il pilota che lo sostituirà riuscirà davvero a creare un team che potrà contare su prestazioni continue e di alto livello?

 

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