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Jules Bianchi: la carriera di un predestinato in Rosso

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Jules Bianchi nasce il 3 agosto 1989 a Nizza. Come denota il suo cognome, la sua famiglia ha origini italiane, e più precisamente milanesi, anche se suo nonno Mauro e suo zio Lucien, a loro volta piloti, avevano già rappresentato il Belgio. Proprio Lucien Bianchi aveva disputato diciassette Gran Premi di Formula 1 ed aveva vinto una 24 ore di Le Mans nel 1968, prima di trovare la morte nelle prove dell’edizione 1969.

La sua carriera inizia nei kart, e già nel 2006 finisce sotto l’ala del manager Nicolas Todt, figlio di Jean Todt e dunque molto legato alla Ferrari, dove aveva già portato Felipe Massa. Bianchi impressiona tutti vincendo il campionato francese di Formula Renault al suo esordio, nel 2007, impresa che in precedenza era riuscita ad Alain Prost. L’anno successivo passa alle Formula 3 Euro Series, dove, con la scuderia ART Grand Prix di Todt, vince la gara di Zolder (Austria) e chiude terzo in campionato, vinto dal suo compagno di squadra Nico Hülkenberg, che vi correva per la sua seconda stagione. Nel 2009 è invece proprio Bianchi a conquistare il titolo con due gare di anticipo, sul circuito casalingo di Digione. Inoltre, partecipa come wild card al Campionato Britannico di Formula 3, ottenendo due vittorie ed una piazza d’onore.

Al termine della stagione 2009, Bianchi esordisce con una Formula 1, guidando la Ferrari nei test invernali a Jerez. La scuderia di Maranello lo ingaggia nel programma “giovani talenti” e, nel 2011, lo promuoverà come test driver ufficiale della squadra. Intanto, nel 2010 effettua il suo esordio in GP2, ancora con i colori dell’ART Grand Prix, chiudendo terzo nel campionato vinto dal venezuelano Pastor Maldonado, con tre pole position e quattro podi. L’anno successivo chiude ancora terzo in una stagione compromessa da diversi incidenti, anche se ottiene una vittoria e sei podi complessivi in un’annata dominata dal connazionale Romain Grosjean.

Al termine della stagione 2011, la Ferrari effettua un test con Bianchi ed il messicano Sergio Pérez: il francese batte il rivale di oltre quattro decimi. In seguito a questo risultato, nel 2012 la Ferrari decide di piazzare Bianchi come pilota di riserva della Force India, scuderia alla quale il costruttore italiano fornisce i motori. In contemporanea partecipa alla Formula Renault 3.5, classificandosi secondo con la scuderia Tech 1 Racing.

Nonostante le pressioni della Ferrari, la Force India decide di non dare un sedile da titolare a Bianchi, preferendogli il più esperto Adrian Sutil. Il giovane nizzardo farà comunque il suo esordio da titolare in Formula 1 nella stagione 2013, ma nella piccola Marussia. Bianchi batterà costantemente il suo compagno Max Chilton, imponendosi come il migliore tra i quattro piloti delle squadre minori (Catheram e, appunto, Marussia). Confermato nel 2014, il francese si conferma nella sua posizione, ma supera ogni aspettativa in occasione del Gran Premio di Monaco, dove, nonostante due penalità, ottiene i primi due punti nella storia della scuderia russa con un nono posto.

Il resto della storia è noto, con l’incidente del Grand Premio di Suzuka, il lungo coma ed il decesso avvenuto nelle ultime ore. Dopo l’incidente, la Ferrari comunicherà che Bianchi sarebbe dovuto diventare un pilota titolare della Rossa.

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Immagine: Jules Bianchi Official (pagina Facebook)

giulio.chinappi@oasport.it

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