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Ciclismo
Mountain bike, Europei 2015: l’urlo di Eva salva l’Italia
Troppo sottovalutata, Eva Lechner. Tante volte la campionessa originaria di Appiano sulla Strada del Vino è stata considerata inferiore al suo effettivo valore: quel valore che, prima della rassegna continentale di Chies d’Alpago, l’aveva portata a collezionare – solo nella categoria élite e solo in mountain bike – sette medaglie iridate in staffetta (tre ori, due argenti, due bronzi), un bronzo mondiale individuale e sei podi europei, tra cui un argento e un bronzo individuali.
Tutto questo per dire che l’argento conquistato in Veneto l’altro giorno, settima medaglia europea della sua avventura, non è da considerarsi una sorpresa assoluta: sino ad allora, la sua stagione non si era evoluta in un modo molto positivo, con piazzamenti talvolta troppo lontani dalle prime in Coppa del Mondo (circuito dove ha vinto tre gare in carriera, tanto per completare il palmarès). Il podio sfiorato ai Giochi Europei di Baku ha però fatto capire che Eva era in crescita, come testimoniato anche dalla tappa di CdM a Lenzerheide: a Chies d’Alpago è arrivata una medaglia che aggiunge un ulteriore motivo di orgoglio per una carriera straordinaria, forse non troppo costante sul piano del rendimento ma sembra capace di regalare guizzi di questo genere. Alla faccia di chi la sottovaluta, Eva è una campionessa vera.
Il suo podio è stato l’unico raccolto dall’Italia per quanto riguarda il cross-country (nell’eliminator sono infatti arrivate le due gioie firmate Anna Oberparleiter e Chiara Teocchi). In generale, la stagione tricolore delle ruote grasse non è particolarmente esaltante, dunque difficilmente si poteva ipotizzare un bilancio migliore: oltretutto, solo un’incredibile dose di sfortuna ha portato via un alloro sicuro nella staffetta. Nelle altre gare individuali, giovanili comprese, si sapeva di poter essere competitivi a buon livello, ma sognare una medaglia era oggettivamente difficile al netto della prova femminile U23, dove solo una foratura ha impedito a Lisa Rabensteiner – peraltro preceduta sul traguardo da un’eccellente Serena Tasca – di battagliare per il suo sogno. Un quarto posto è arrivato anche da Martina Berta nella gara junior, confermando il brillante vivaio tricolore del settore femminile.
Tra i ragazzi, infatti, non era lecito fare sogni di podio: gli junior non sono ancora ad un livello di piena competitività con i propri pari età, mentre Gioele Bertolini è in nitido progresso negli under 23 ma deve ancora fare un piccolo salto per assaltare le prime tre posizioni: dalla sua, il valtellinese ha ancora due anni nella categoria. Tra gli élite, Marco Aurelio Fontana è lontano dalle proprie annate migliori e Gerhard Kerschbaumer ha avuto un calo fisico ai Tricolori che lo ha costretto a rinunciare alla convocazione. Così l’unica carta spendibile per le primissime posizioni era il neocampione d’Italia Andrea Tiberi, oltretutto il migliore per regolarità nella stagione di Coppa del Mondo: il piemontese si è confermato al suo ottimo livello, ma le medaglie non erano oggettivamente alla sua portata.
Ora, il trittico conclusivo di Coppa del Mondo ad agosto spianerà la strada ai Mondiali di Andorra, dove si avrà una sentenza chiara e definitiva sulla situazione azzurra della mountain bike.
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foto: Romeo Deganello
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