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Scherma, Mondiali Mosca 2015: Italia vincente ma non dominatrice

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Sono terminati ieri i Mondiali 2015 di scherma disputati a Mosca. L’Italia, dopo anni di monopolio, cede il passo a diverse nazioni in una rassegna iridata che – Russia padrona di casa a parte – mostra un panorama sportivo sempre più globale. Confermarsi al vertice è ormai difficilissimo per gli azzurri, che finiscono al posto nel medagliere con cinque podi (4-0-1). Viste le premesse, il bottino (e l’analisi conseguente) è buono ma non ottimo, anche perché purtroppo a Rio 2016 fioretto femminile e sciabola maschile a squadre non ci saranno.

SCIABOLA – Dalle delusioni delle prove individuali alla gioia più grande, attesa 20 anni e con tanti significati uno dentro l’altro. Sciabolatori e sciabolatrici non avevano iniziato affatto bene il Mondiale: tutti fuori molto presto, nessuno negli 8 né al maschile né al femminile e tanta amarezza perché in stagione i risultati – soprattutto con Rossella Gregorio – erano arrivati eccome. Sono servite le gare a squadra per far ritrovare il sorriso all’Italia, che con le donne si inchina all’Ucraina poi seconda (come del resto Irene Vecchi e Ilaria Bianco sono state sconfitte dalla francese Cecilia Berder e dalla cinese Chen Shen poi sul podio) ma riesce a strappare un preziosissimo quinto posto battendo proprio Cina e Francia e con gli uomini firma una storica impresa. Aldo Montano, Diego Occhiuzzi, Luca Curatoli ed Enrico Berrè sono semplicemente fantastici e annientano Romania prima, Francia poi e Russia infine. Sì, proprio i russi padroni di casa e con il campione individuale Alexey Yakimenko, che riconosce lo strapotere del livornese campione olimpico nel 2004 e, dopo una stoccata da fuoriclasse, si toglie la maschera per fargli i complimenti in pedana. Da Montano, ancora numero uno nonostante l’età, a Curatoli: 20enne dominatore nel settore giovanile che tira già con la personalità di un veterano. La sua potenza è devastante e si può limare ancora qualcosa a livello tecnico: l’Italia ha il futuro assicurato.

SPADA – A Mosca avviene l’esatto opposto di quanto successo in stagione. Rossella Fiamingo, mai sul podio di Coppa del Mondo prima dell’argento europeo, si conferma donna da grandi appuntamenti, bissa l’oro di Kazan con una scherma semplicemente perfetta e sprona fino ai quarti di finale Bianca Del Carretto, sconfitta proprio dalla siciliana e probabilmente all’ultimo Mondiale della carriera. Poi però il quartetto, numero uno del ranking con otto podi nelle ultime nove uscite, si fa sorprendere dalla Francia: netto 35-45 ed eliminazione. Proprio la neo campionessa non gira: passivo di -12 con le transalpine e di -7 con la Russia. Il settimo posto finale è più che amaro per una squadra che partiva con i favori del pronostico dopo dodici mesi ad altissimo livello. Al contrario gli uomini, che riscattano la delusione per le mancate semifinali di Enrico Garozzo e Andrea Santarelli (bravissimi fino ai black-out che costano due medaglie) con un quarto di finale con la Francia da urlo. La vittoria è quasi fine a se stessa, perché gli azzurri poi cedono con l’Ucraina in un match iper tattico (11-15) e si devono accontentare del quarto posto in seguito al ko con la Svizzera, ma battere i fuoriclasse transalpini restando sempre in scia e operando il sorpasso nell’ultimo periodo fa godere assai. Anche Rio 2016, ora, è molto più vicina. Mosca 2015 ha mostrato all’Italia le reali possibilità di una squadra compatta, talentuosa, coesa e dai nervi saldi pure nei momenti di difficoltà.

FIORETTO – Inutile negarlo: dalle prove individuali ci saremmo aspettati molto di più. Invece l’unica a salire sul podio, scendendo per giunta dall’oro delle ultime due edizioni al bronzo, è Arianna Errigo, non al top della forma a causa di un infortunio che si porta dietro dall’intera seconda parte di stagione. Fuori agli ottavi Martina Batini, che in un 2015 ricco di problemi fisici non è riuscita a ripetere l’anno magico 2014, e anche Elisa Di Francisca e Valentina Vezzali, le due jesine giunte a Mosca con ambizioni diverse. La prima, campionessa olimpica, partiva con i favori del pronostico dopo tre vittorie di fila in Coppa del Mondo più l’oro olimpico: la sconfitta per 14-15, sprecando il vantaggio di 14-12, fa male. L’eterna Vezzali, non sfruttando il passo falso della concittadina, difficilmente rientrerà in corsa per la qualificazione olimpica. Ma ha subito dichiarato di non essersi ancora arresa. Sottotono pure gli uomini dopo la tripletta di Montreux: soprattutto Andrea Cassarà, dolorante al gomito, può mangiarsi le mani visto il 14-15 con il modesto rumeno Daraban. Alla fine il migliore è Daniele Garozzo, unico agli ottavi, classe 1992 e vera sorpresa positiva della stagione. Tutto cambia con i quartetti: le donne sono imbattibili e confermano i titoli del 2013 e del 2014, gli uomini firmano la super vittoria sulla Russia padrona di casa e ipotecano il biglietto per Rio 2016. Basta una parola: perfetti.

 

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Foto da: Augusto Bizzi/Federscherma

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