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Softball: l’urlo delle campionesse d’Europa

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Alla fine l’incantesimo è stato spezzato. Nel softball come nel baseball, l’Olanda è infatti la storica rivale dell’Italia: eppure, negli ultimi anni questa rivalità si era quasi trasformata per una maledizione per la nazionale femminile, che nei tanti confronti con le orange era lì, se la giocava punto a punto, ma troppo spesso perdeva.

A Rosmalen non è andata così. A casa dell’Olanda, l’Olanda ha perso: sia in semifinale, vedendosi dunque costretta al dispendioso turno di recupero, sia nella finalissima. Ha perso contro un collettivo che è il più forte d’Europa e conferma tutto il valore di una scuola enormemente sottovalutata dai media, forse solo perché il softball non è uno sport olimpico, o forse è troppo “americano”, e dunque non merita attenzione. Ha perso contro una squadra plasmata alla perfezione, sul piano mentale prima ancora che fisico o tecnico, da Marina Centrone, che alla forza del collettivo è riuscita ad affiancare alcune individualità di livello mondiale come Greta Cecchetti (non sono molte le pitcher più brave di lei in ogni continente),  la mattatrice Erika Piancastelli o la capitana Eva Trevisan, il veterano, il simbolo di questa nazionale. Senza nulla togliere alle altre, straordinarie compagne d’azzurro, questi tre talenti hanno preso per mano la squadra e l’hanno trascinata alla decima, al titolo europeo più bello e meritato.

Sì, l’Olanda ha perso. Ha perso contro l’urlo di forza delle azzurre, che ora chiedono giustamente più rispetto e più spazio sui grandi media nazionali.

foto: Fibs

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marco.regazzoni@oasport.it

1 Commento

1 Commento

  1. ale sandro

    26 Luglio 2015 at 11:16

    Sarebbe anche ora che softball e baseball ritornino nel programma olimpico stabilmente , come è giusto che sia. Sono sicuro che oltre ai playoff i canali monotematici della tv pubblica si sveglierebbero, ma è importante anche che la FIBS non si stanchi di “rompere le palle”, diciamo.
    Per il resto grandissime le ragazze, come spesso accade.

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