Editoriali
Sport di squadra: Italia, dall’apice di Atene 2004 al declino attuale. Allarme Rio 2016
Non è un bel periodo per le nazionali azzurre negli sport di squadra. Il mese di giugno ha offerto riscontri pessimi per il Bel Paese, con le mancate qualificazioni olimpiche di calcio, basket femminile ed hockey prato femminile. Da tempo erano fuori dai giochi pallamano, calcio femminile ed hockey prato maschile, mentre appaiono pressoché nulle le chance del rugby a 7. Ben che vada, dunque, l’Italia potrà portare a Rio 2016 cinque sport di squadra: pallanuoto (uomini e donne), pallavolo (uomini e donne) e basket. L’impressione è che sarà difficilissimo realizzare l’en-plein, con criteri di qualificazione che vedranno spesso le nostre compagini opposte ad ostacoli durissimi da superare.
Vediamo, storicamente, quanti e quali sono stati gli sport di squadra azzurri qualificati in tutte le edizioni delle Olimpiadi. Non abbiamo preso in considerazione, naturalmente, Roma 1960, in quanto l’Italia era presente praticamente ovunque in qualità di paese ospitante. Di fianco allo sport “calcio” non compare la specificazione del genere, in quanto la selezione tricolore al femminile non si è mai qualificata da quando questa disciplina è diventata olimpica nel 1996.
Atene 1896: nessuno. Tot.: 0
Parigi 1900: nessuno. Tot.: 0
St. Louis 1904: nessuno. Tot.: 0
Londra 1908: nessuno. Tot.: 0
Stoccolma 1912: calcio. Tot.: 1
Anversa 1920: calcio, pallanuoto maschile, tiro alla fune. Tot.: 3
Parigi 1924: calcio, pallanuoto maschile. Tot.: 2
Los Angeles 1932: nessuno. Tot.: 0
Berlino 1936: calcio, basket maschile. Tot.: 2
Londra 1948: calcio, basket maschile, pallanuoto maschile. Tot.: 3
Helsinki 1952: calcio, pallanuoto maschile, hockey prato maschile. Tot.: 3
Melbourne 1956: pallanuoto maschile. Tot.: 1
Tokyo 1964: basket maschile, pallanuoto maschile. Tot.: 2
Città del Messico 1968: basket maschile, pallanuoto maschile. Tot.: 2
Monaco 1972: basket maschile, pallanuoto maschile. Tot.: 2
Montreal 1976: basket maschile, pallavolo maschile, pallanuoto maschile. Tot.: 3
Mosca 1980: basket maschile, basket femminile, pallavolo maschile, pallanuoto maschile. Tot.: 4
Los Angeles 1984: calcio, basket maschile, pallavolo maschile, pallanuoto maschile. Tot.: 4
Seul 1988: calcio, pallavolo maschile, pallanuoto maschile. Tot.: 3
Barcellona 1992: calcio, basket femminile, pallavolo maschile, pallanuoto maschile, baseball. Tot.: 5
Atlanta 1996: calcio, basket femminile, pallavolo maschile, pallanuoto maschile, baseball. Tot: 5
Sydney 2000: calcio, basket maschile, pallavolo maschile, pallavolo femminile, pallanuoto maschile, baseball, softball. Tot.: 7
Atene 2004: calcio, basket maschile, pallavolo maschile, pallavolo femminile, pallanuoto maschile, pallanuoto femminile, baseball, softball. Tot.: 8
Pechino 2008: calcio, pallavolo maschile, pallavolo femminile, pallanuoto maschile, pallanuoto femminile. Tot.: 5
Londra 2012: pallavolo maschile, pallavolo femminile, pallanuoto maschile, pallanuoto femminile. Tot.: 4
SPORT CON PIU’ PARTECIPAZIONI OLIMPICHE (escludendo Roma 1960)
1) Pallanuoto maschile: 18
2) Calcio: 14
3) Basket maschile: 10
3) Pallavolo maschile: 10
5) Pallavolo femminile: 4
5) Baseball: 4
7) Basket femminile: 3
7) Pallanuoto femminile: 3
9) Softball: 2
10) Hockey prato: 1
10) Tiro alla fune: 1
Come si può notare, l’Italia ha raggiunto l’apogeo ad Atene 2004, quando stabilì il proprio record di ben 8 sport di squadra partecipanti. Da allora (complice anche l’esclusione di baseball e softball dal 2012, con l’inserimento del rugby a 7 dove il Bel Paese recita, per ora, da comparsa) un lento e palpabile declino, con il rischio concreto che si possa fare peggio di Londra 2012, tornando indietro a Seul 1988, se non addirittura agli anni ’60-’70 qualora si dovesse scendere sotto quota 3.
Ad oggi, ci sentiamo di scongiurare l’incubo di una nuova Los Angeles 1932, quando nessuna nostra nazionale si presentò ai blocchi di partenza. Tuttavia, scongiuri permettendo, riteniamo che la sola pallanuoto maschile abbia consistenti possibilità di staccare il pass a cinque cerchi senza eccessivi problemi (clicca qui per i criteri di qualificazione). D’altronde, come si può notare dalle statistiche, questo sport risulta un’assoluta garanzia per l’Italia, con una partecipazione ininterrotta dal 1948 (con tre ori).
Tutt’altro che scontate, invece, le qualificazioni delle altre discipline. La pallavolo maschile, dopo il disastroso Mondiale 2010, non ha ancora cambiato passo e continua a raggranellare sconfitte piuttosto nette in World League; la pallanuoto femminile, nell’ultimo triennio, è sempre mancata nei momenti topici ed il settimo posto nell’ultima World League (su otto squadre…) non induce certo all’ottimismo; una grande incognita è rappresentata dal basket maschile, compagine potenzialmente fenomenale, ma tutta da assemblare nel giro di poche settimane; la pallavolo femminile, infine, pur essendo forse al momento la miglior squadra italiana, dovrà superare le forche caudine di un durissimo torneo pre-olimpico europeo da disputare nel mese di gennaio, dunque in pieno Campionato e senza una preparazione specifica.
Se i fasti di Atene 2004 sono ormai un lontano ricordo, l’Italia ora dovrà evitare in tutti i modi di salire sulla macchina del tempo e ritrovarsi improvvisamente a rivivere un’epoca in bianco e nero.
I CRITERI DI QUALIFICAZIONE A RIO 2016
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
federico.militello@oasport.it
ale sandro
3 Luglio 2015 at 09:09
Ci metterei la firma per un replay azzurro di Los Angeles ’32, inteso come spedizione generale. Le squadre in quell’edizione furono zero anche perché gli sport di squadra coinvolti furono solo hockey su prato e pallanuoto, anche per le spese che si sarebbero dovute sostenere nel trasporto essendo una trasferta transoceanica.
Articolo molto in sintonia con la situazione attuale, spero in inversioni di tendenza e , come già detto , nel caso si verificasse il paventato “uno” col solo Settebello, spero in un repulisti generale che coinvolga dirigenti tecnici e anche quei giocatori che dovessero fornire controprestazioni eclatanti. La cosa che mi preoccupa è che non vedo in molte delle squadre mediocrità tale da giustificare eliminazioni del genere, ma molta confusione su come sviluppare il percorso sui quattro anni , come e quanto attingere dalle giovanili, e come assemblare con il resto, nonché soprattutto capire i reali punti di riferimento,tra dirigenti (che sappiano “di campo” , di uomini e far di conto), figure tecniche anche intese a livello di preparazione atletica intendo e componenti della squadra stessa.
Manca poi l’abitudine alla vittoria, e la partita delle ragazze dell’hockey di ieri secondo me ne è stata la piena testimonianza, al di là del fatto che sarebbe stata comunque un’importante impresa.