Ciclismo

Tour de France 2015: grazie, Vincenzo

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Il passaparola è improvviso: l’attacco di Nibali nel cuore della Croix de Fer scalda gli animi di chi magari si era un po’ disaffezionato da un Tour de France spettacolare per i percorsi, meno per le tattiche di gara dei big. “Vincenzo va, Vincenzo ci prova!” è il tipo di messaggi che circola tra gli amici i quali, senza una sua azione, probabilmente non avrebbero nemmeno sintonizzato il televisore sulla Grande Boucle.

Come in ogni attacco, c’è un mix di follia e lucidità, di improvvisazione e di tattica: c’è soprattutto tanto, tantissimo cuore, o meglio la caparbietà di voler dimostrare – semmai ce ne fosse bisogno – che quel numero uno non è sul dorso per caso, “perché tanto gli altri non c’erano“. I denti dello Squalo afferrano forte la sesta, poi la quinta e infine la quarta posizione della classifica, macinando secondi su secondi, lasciando gli avversari indecisi sul da farsi: la Movistar ci prova convintamente, ma Quintana per troppo tempo è il fantasma di Froome, riuscendo solo quando ormai è troppo tardi ad assestare quel colpo che, forse, fatto prima avrebbe potuto squarciare l’imperscrutabile espressione del britannico. Contador mette Majka davanti, ma il polacco, pur dando fondo alle energie, non recupero un solo secondo a Nibali. Intanto Rolland viene raggiunto, scuote la testa, sa di non poter durare, cede di schianto appena la strada riprende a salire per l’ultima volta.

Vincenzo va a vincere: non il Tour di France, quello è di Froome da almeno dieci giorni, nonostante il guizzo d’orgoglio di Quintana. Vincenzo va a vincere LA tappa, quella più impegnativa in assoluto, quella da scalatori veri, da sogni proibiti, da tripudio di folla. Vincenzo risale in classifica e chissà, domani sull’Alpe potrebbe progettare qualcos’altro, potrebbe tentare un assalto altrettanto folle, altrettanto scellerato, ad un podio che sembrava una chimera fino a poche ore fa. Grazie Vincenzo per lo spettacolo che ci hai dato, per quell’urlo che sa di liberazione, per aver dimostrato che il ciclismo non è solo tattica e gestione, peraltro mai mancate nella giornata di oggi: è soprattutto fantasia, genio, talento. In una parola, classe. Quella dei campioni come Nibali.

foto: Gianluca Santo

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marco.regazzoni@oasport.it

1 Commento

  1. ale sandro

    24 Luglio 2015 at 21:25

    Quoto tutto l’articolo. Pur avendolo già scritto mi unisco al grazie per Nibali, una gran soddisfazione per gli appassionati di ciclismo , io credo non soltanto italiani. Assieme a Contador (al quale però mancano le gambe) , Rolland e Bardet mi sembra il corridore più combattivo di quest’ultima settimana, e il più forte dopo il duo Froome-Quintana. Indirettamente una lezione anche per Nairo, che spero capisca come sia importante certe volte rischiare se si vuole ottenere il colpo grosso.

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