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Volley, ormai è caos Italia. Berruto sfiduciato? Ribellione giocatori come con Bonitta nel 2006?

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Ormai si è ufficialmente aperto un caso Italia. Tutto il Mondo sembra essere contro a Mauro Berruto che ha trovato, almeno pubblicamente, il solo sostegno di Carlo Magri (Presidente della Federvolley). Da più parti si stanno tirando delle volate a nuovi CT ma ufficialmente non si è mosso ancora nulla.

L’attuale coach della nostra Nazionale Italiana di volley maschile, capace di conquistare un bronzo olimpico e due argenti europei ormai totalmente dimenticati ingiustamente da tutti, è aspramente criticato per i risultati deludenti e la gestione desolante dell’ultima stagione.

Soprattutto in seno alla Nazionale e al gruppo dei giocatori si è creata una situazione piuttosto sgradevole. Ricorda forse quanto successo nel 2006 all’Italia femminile con Bonitta? Uomini e donne in campo non più convinti dalla guida e l’inizio delle proteste… Forse un film già visto, ma sarà uguale anche la conclusione?

 

10 SETTEMBRE 2006 – L’Italia sta disputando la Final Six del Grand Prix a Reggio Calabria. Il rapporto tra Marco Bonitta, il CT Campione del Mondo nel 2002, e le azzurre è davvero ai ferri corti. Le ragazze non sopportano più il coach, vogliono cambiare l’aria in Nazionale e chiedono il licenziamo dell’allenatore. Qualcosa di maglia visto nella storia del volley.

Piccinini e compagne si rivolgono a Carlo Magri (sì, sempre lui anche se è passato quasi un decennio), già allora Presidente della Federvolley, e chiedono la testa di Marco Bonitta. Le eroine di Berlino, che in quel Grand Prix conquistarono poi la medaglia di bronzo, vengono accontentate e sulla panchina siederà Massimo Barbolini a poche settimane dal Mondiale in Giappone.

Bonitta sarebbe ritornato otto anni dopo per condurre l’Italia ai piedi del podio nel Mondiale casalingo. I motivi del “litigio”? Forse era troppo brusco e aggressivo nel modo di porsi, senza dimenticare un rapporto ormai logorato dal tempo con le senatrici di quel leggendario gruppo.

 

13 LUGLIO 2015 – Questo giorno passerà alla storia con un titolo da film hollywodiano: “La Cacciata dei 4”. All’improvviso uno scatenato e “coraggioso” Mauro Berruto decide di spedire a casa quattro uomini fondamentali per l’Italia alla vigilia della Final Six di World League (evidentemente i ricchi tornei internazionali sono fatti apposta per far esplodere le polveriere azzurre): il capitano Dragan Travica, l’uomo più rappresentativo Ivan Zaytsev, l’opposto titolare Giulio Sabbi e il giovane promettente Luigi Randazzo.

Motivi disciplinari. Una notte brava fuori dall’hotel di Rio de Janeiro, tra Copa Cabana e dintorni, è costata cara a mezza Nazionale che ritorna malamente in Patria. Violate le regole del gruppo, mancanza di rispetto nei confronti del CT. Il nuovo gruppo si toglie la soddisfazione di sconfiggere la Serbia (poi finalista) in maniera convincente, perde poi con la Polonia Campione del Mondo e si deve accontentare del quinto posto.

Dragan Travica dirà “che non è stato un caso questo episodio”. Berruto in precedenza aveva espresso la propria convinzione “lo hanno fatto apposta, è una mancanza di rispetto”.

 

In fondo due episodi molto, molto simili (nel primo manca solo la platealità della cacciata). E se l’epilogo sarà lo stesso? Anche qui c’è una manifestazione internazionale che incombe (la Coppa del Mondo qualificante alle Olimpiade). E il candidato in pectore è ormai uscito allo scoperto…

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