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Atletica, Mondiali 2015 – Italia: coach dei miracoli…con gli stranieri. Tuka fa festa, gli azzurri…

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Fino a qualche mese fa in pochi conoscevano Amel Tuka, atleta bosniaco di Zenica che quando è nato era sotto i colpi dell’orrore che ben conosciamo.

L’uomo dei Balcani ha 24 anni e ha appena vinto la medaglia di bronzo sugli 800m ai Mondiali di atletica leggera, dove si era presentato forte della miglior prestazione mondiale stagionale.

Cosa c’entrerà mai questo meraviglioso interprete del mezzo miglio con l’Italia? Molto, moltissimo. Tuka si allena a Bussolengo, alla corte di Gianni Ghidini, colui che allenò anche il Campione Olimpico Wilfried Bungei. Già, l’Italia ha dei buoni coach che sanno sfruttare al meglio la materia prima che gli viene sottoposta, peccato che quasi mai questa materia sia italiana…

Amel si è presentato sul Lago Maggiore nel 2013 dopo che era stato segnalato da Muamer Hasanagic agli Europei U23. Alla rassegna continentale del 2012 uscì in semifinale con 1:48.31, poi a Tampere 2013 scese al personale di 1:46.29 (vinse Pierre-Ambroise Bosse) e da lì continuerà a migliorare, proprio guidato da Gianni. Agli Europei di Zurigo 2014 scende a 1:46.12 (sesto posto), e poi il clamoroso 1:44.19 di qualche mese fa a Velenje dove fu scoperto ufficialmente da tuti prima dell’assoluta bordata di Montecarlo (1:42.51) già entrata nella storia.

A Pechino ha condotto una gara accorta (forse troppo). Questo Rudisha è forse inarrivabile (vince in qualsiasi condizione e con qualsiasi condotta tattica), lui si prende il bronzo alle spalle dell’esperto Kszczot.

C’è un po’ d’Italia in quell’alloro, ma le domande che ci sa fanno sono davvero tante. Ed è difficile pensare che non ci sia un atleta azzurro della stessa costituzione di Tuka (un caucasico senza nulla di particolare fisicamente) che, sottoponendosi a duri allenamenti, riesca a produrre qualcosa di così prestigioso.

 

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