Atletica
Atletica, Mondiali 2015 – Italia, le pagelle degli azzurri. Prima giornata da incubo: Maratona super, poi 7 eliminazioni!
Prima giornata di gara ai Mondiali 2015 di atletica leggera. Allo Stadio Olimpico di Pechino (Cina) sono scesi in campo ben nove azzurri. Di seguito le pagelle e i giudizi sulle loro prestazioni.
RUGGERO PERTILE: 9. Tirare fuori una prestazione del genere, a 41 anni, a un Mondiale: merita solo un enorme applauso. Ha una visione tattica eccellente, tiene bene il ritmo ma non forza, sempre avanti fino al trentesimo chilometro con un’agilità di passo invidiabile: già vederlo lì è un’autentica magia. In una Maratona nervosa, tesa, controllata e corsa sotto temperature che superano i 30 °C ha dimostrato di poter dire concretamente la sua. Gli africani (ma non quelli più attesi, letteralmente sprofondati) sono comunque superiori, ma lui chiude con un onorevolissimo quarto posto a meno di un minuto da un podio che sembrava fantascientifico.
DANIELE MEUCCI: 7,5. Peccato per quel problema fisico a metà gara che lo ha costretto a trattenersi a metà percorso altrimenti qualcosina sarebbe anche potuta cambiare. Il Campione d’Europa dimostra comunque qualità alla sua prima vera gara in un contesto extra continentale, tiene il passo dei migliori fino al 25esimo chilometro, poi si riprende più tardi e chiuderà anche in crescendo. Ottavo posto (status di finalista, soldi e diploma, punti) che sarebbe stato tranquillamente settimo se questi Mondiali fossero stati organizzati seriamente e non improvvisati: il traguardo va annunciato! Ad ogni modo è una prova confortante e promettente in vista delle Olimpiadi 2016: lì potrà ulteriormente migliorare ed è lecito sognare.
MARCO LINGUA: 3. L’uomo dei piccoli meeting europei che in questa stagione era riuscito a spedire il martello a un superlativo 78.29 svanisce in un solo colpo, sciogliendosi come neve al sole nell’evento più importante dell’anno. Purtroppo come accade spesso agli azzurri dell’atletica leggera. Il suo attrezzo atterra addirittura sei metri dietro rispetto al best del 2015: un mesto 72.85, da vera controprestazione. E dire che si presentava a Pechino come nono performer al Mondo… Davvero deludente anche perché per entrare nella Finale a 12, suo obiettivo e assolutamente alla portata, era sufficiente un tutt’altro che esaltante 74.51.
CHIARA ROSA: 4. Delude pura la capitana. La qualificazione all’atto conclusivo del getto peso era fissata a un fattibilissimo 17.73 ma la veneta lo manca clamorosamente. E dire che aveva dichiarato (forse scherzosamente) che avrebbe corso un 400m se avesse realizzato il record italiano, lontano anni luci questa mattina. Troppo poco il 17.54 per ritenersi soddisfatta di quanto esibito, anche perché ci sono poi due nulli a completare una serie tutto tranne che indimenticabile.
SIMONA LA MANTIA: 4. In stagione era tornata oltre i 14 metri e questa spedizione iridata lasciava presagire cose interessanti. Invece nulla. Fatica a impostare il proprio salto, piazza un deludente 13.77 che lascia parecchio amaro in bocca considerando che bastava aggiungerci sette centimetri per volare in finale. Un’occasione buttata per la siciliana.
GIORDANO BENEDETTI: 3. Visione tattica ancora una volta nettamente insufficiente e che non supporta un buon talento. Serve il terzo posto nella sua serie di batteria per accedere alla semifinale, obiettivo minimo per il mezzofondista azzurro che ha anche delle velleità da finale sugli 800 metri. Si mette subito in testa, passaggio lento a metà gara, poi viene superato dal Campione del Mondo Aman e dell’altra stella Bosse. Tutto sotto controllo ma non si accorge che sulla destra sta risalendo Murphy, lo statunitense che ha sostituito Symmonds (chiamatosi out per la nota vicenda brand). Addio sogni di gloria anche perché il tempo (1:48.15) è alto per sperare nel ripescaggio.
MARGHERITA MAGNANI: 4. L’obiettivo era almeno arrivare in semifinale sui 1500 metri, ma niente da fare. Corre nell’ultima batteria, sa qual è il tempo necessario per il ripescaggio, può sfruttare il traino della primatista mondiale Genzebe Dibaba ma non basta. Il tempo non è neanche male (4:09.06) ma servivano sette decimi meno per passare il turno.
JACQUES RIPARELLI: 3,5. In stagione era letteralmente volato stampando un vertiginoso 10.11. Oggi si peggiora di ben tre decimi, uscendo male dai blocchi di partenza e non riuscendo a rimettersi in carreggiata.
JAMEL CHATBI: 2. Semplice presenza e poco più sui 3000m siepi. Finisce lontanissimo (addirittura 17 secondi) dall’ultimo tempo utile di ripescaggio. Mai in gara, sprofondato negli ultimi due giri.
(foto FIDAL/Colombo)