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Ciclismo su pista: Italia promossa ad Astana

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Cinque medaglie agli Europei di categoria, disputati un mese fa ad Atene, ben quattro ai Mondiali: la concorrenza aumenta, ma gli azzurrini Juniores del ciclismo su pista hanno dimostrato il loro valore assoluto anche in Kazakistan, nella rassegna iridata che si è chiusa domenica.

Lo abbiamo ribadito molte volte: il movimento dei velodromi ha decisamente svoltato pagina rispetto a sole poche stagioni fa. Ad oggi sono ancora possibili quattro, forse anche cinque carte olimpiche, a fronte dell’unico rappresentante tricolore a Londra 2012: non c’è evento, poi, dal quale gli azzurri restino a secco di medaglie. Questo vale anche – anzi, soprattutto – per le categorie giovanili: le prestazioni sfornate ad Atene prima e ad Astana nell’ultimo weekend sono oltremodo convincenti anche per la notevole varietà di specialità che abbracciano.

Permane sempre un certo gap prestazionale tra le ragazze, che sembrano competitive praticamente ovunque, e i ragazzi, i quali faticano maggiormente pur non lesinando soddisfazioni: tra queste ricordiamo non solo il bronzo colto da Carloalberto Giordani e Imerio Cima nell’americana, ma anche lo sfortunato e comunque ampiamente positivo quarto posto di Stefano Moro nell’omnium, a conferma di un fondamentale ricambio in questa specialità alle spalle di Elia Viviani. A proposito di omnium: anche nel femminile si possono dormire sonni tranquilli, grazie ad una Martina Alzini che per il secondo anno consecutivo si conferma sul podio iridato della categoria.

Se il luccicante oro di Elisa Balsamo nello scratch conferma la vincente tradizione che l’Italia può vantare in tale specialità (così come nella corsa a punti, ma entrambe, purtroppo, esulano dal programma olimpico), il podio centrato da Elena Bissolati e Miriam Vece nel team sprint è immensamente significativo perché mette un altro paletto nel ritorno dell’Italia ad alti livelli competitivi in questa disciplina, dove per anni le azzurre e gli azzurri hanno recitato ruoli da comparse o, molto più spesso, non hanno nemmeno preso parte agli eventi internazionali. Senza contare, poi, le notevoli potenzialità del quartetto femminile (Cavalli-Bertizzolo-Balsamo-Barbieri) che detiene il record del mondo di categoria e ad Astana è stato bloccato unicamente dalla squalifica per partenza falsa.

Insomma, se a Rio dovremo “accontentarci” (volutamente tra virgolette) di una partecipazione quantitativamente maggiore rispetto all’ultima edizione a cinque cerchi, da Tokyo la pista azzurra potrà iniziare a puntare concretamente a qualcosa in più di una sola medaglia.

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 foto: Federciclismo

marco.regazzoni@oasport.it

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