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Artistica
Ginnasta, le regole (stupide) da cancellare: tra passaporti e parimerito, per non premiare le più brave
La ginnastica artistica è così ricca di regole che spesso solo gli appassionati veri le conoscono davvero tutte. Anzi spesso neanche vista la confusione generata dal clamoroso parimerito nell’all-around femminile degli EYOF, valevole addirittura per la medaglia d’ora.
Si perché spesso l’Universo della Polvere di Magnesio è incomprensibile e, purtroppo, a volte penalizza il merito delle atlete. Sovente sorge il dubbio che non si apprezzino le ginnaste più brave e forti…
La stupida e tanto discussa “regola dei passaporti” continua a far discutere ma è sul piatto da 40 oltre anni! Il limite del “massimo due atlete per Nazione in Finale” venne introdotto ai Mondiali 1974. A Varna (Bulgaria) solo due ginnaste con il medesimo passaporto potevano disputare gli atti conclusivi di specialità mentre non vigeva alcuna regola per l’all-around. Alle Olimpiadi 1976, quelle che fecero fare un salto di notorietà importante alla disciplina grazie a Nadia Comaneci, venne aggiunta una piccola variante: 2 connazionali ammessi alle Finali di Specialità, 3 per la Finale del concorso generale individuale.
Il regolamento rimase immutato per 27 anni prima dell’evoluzione definitiva dei Mondiali 2003. Ad Anheim (USA) debuttò il meccanismo che viene utilizzato ancora oggi: due atlete dello stesso Paese ammesse alle Finali all-around e/o di specialità. La diminuzione delle aventi diritto al concorso generale individuale è dovuta al fatto che da 36 partecipanti si passò a 24 (attraversando le 32 dell’edizione 2001).
Cosa comporta? Semplice: che ginnaste davvero forti vengono escluse nel turno di qualificazione per lasciare spazio ad atlete nettamente inferiori. L’obiettivo originario era quello di spezzare il dominio dell’Unione Sovietica (poi disgregatasi tre lustri dopo) o del Giappone (squisitamente al maschile: fu proprio il podio tutto Sol Levante nell’all-around delle Olimpiadi 1972 a convincere i vertici federali a cambiare il regolamento) ma è chiaro che così si va contro alla meritocrazia. I casi sono così innumerevoli che ci vorrebbero paginate e paginate. Basti ricordare Jordyn Wieber che da Campionessa del Mondo e sicura protagonista della Finale Olimpica rimase esclusa solo perché le connazionali Douglas e Raisman fecero meglio di lei.
L’obiettivo era anche quello di globalizzare maggiormente la ginnastica, spesso praticata da un numero ristretto di Paesi. Spiace dirlo ma i benefici non si sono visti più di tanto: le piccole Nazioni non hanno ottenuto più di tanto, le medaglie se le ripartiscono quasi esclusivamente le solite note (almeno al femminile, al maschile qualche piccolo movimento c’è stato, sempre squisitamente nelle specialità).
E poi quel cavillo che impedisce i parimerito alle Olimpiadi e nelle competizioni multisportive che seguono il format a cinque cerchi. A onor del vero va detto che in questo caso la Federazione Internazionale di Ginnastica non ha alcuna colpa perché il regolamento è scritto dal CIO ma rimane chiaro che la regola è assolutamente stupida.
Perché devo privare una ginnasta di una medaglia vinta in maniera sacrosanta e meritata? Perché devo trovare un modo per spezzare la parità a tutti i costi? Assegnare due o più metalli sarebbe più giusto e soprattutto meritevole. Ma spesso le regole non sono fatte per assecondare la meritocrazia…
Ricordiamo che negli altri sport succede. Ad atletica leggera si possono assegnare più bronzi (è successo anche a Londra 2012 nel salto in alto), negli sport di combattimento si assegnano sempre due bronzi come prevede l’anima di quello sport. L’artistica invece…
E poi che modo di sciogliere le parità. Nelle Finali di Specialità si valuta l’E Score, cioè contano le esecuzioni quando le difficoltà hanno ormai sempre un peso decisivo nel codice dei punteggi (lo hanno modificato apposta nel 2006…).
Nella Finale all-around si tira in ballo la vetusta “regola degli scarti” ormai conosciuta da pochissime persone (e purtroppo anche da pochi “addetti ai lavori”): togliere il punteggio peggiore, considerare i tre migliori, venire premiati in base a quello. Quanto successo nel Skrypnik vs Klinckaert agli EYOF ne è la prova e valeva addirittura per l’oro ma successe anche in Mustafina vs Raisman per il bronzo alle Olimpiadi 2012.