Artistica
Ginnastica, fin dove ci si spingerà? Qual è il punteggio massimo? Oltre i 63 punti e…i limiti
Fin dove si potranno spingere i punteggi nella ginnastica artistica? La domanda è sorta spontanea nel circuito dopo quanto fatto vedere sabato notte da Simone Biles nella gara2 dei P&G Championship.
La Campionessa del Mondo ha toccato quota 63.000 punti, un numero mai visto negli ultimi tre anni (da quando è in vigore l’attuale codice dei punteggi).
Fino a qualche mese fa sembrava addirittura impensabile abbattere la vertiginosa barriera dei 62 punti, ai Mondiali 2013 e 2014 solo un’atleta (la Biles, guarda caso) aveva sfondato il sempre rilevante muro dei 60 punti nel concorso generale individuale, andando a prendersi due meriti successi quasi mai in discussione (anche se a Nanning la Iordache ci ha provato davvero fino all’ultimo a mettere pepe alla contesa).
Precisando che il 63.000 di Indianapolis non sussisterebbe a livello internazionale (bisogna togliere tre decimi di bonus previsti per gli stuck landing, utilizzati solo nelle gare statunitensi) e che quindi, a livello assoluto, il 63 non è ancora stato abbattuto (lo è solo per la statistica, purtroppo ancora troppo farraginosa nell’ambiente della Polvere di Magnesio).
Partiamo da un presupposto molto banale e da semplice calcolo numerico: questi numeri, al momento, sono realizzabili solo da Simone Biles e per realizzare 63 punti bisogna avere una media di 15.750 sui quattro attrezzi. Altra considerazione: difficilmente certi punteggi li potremo vedere a un Mondiale o in competizione internazionale dove solitamente si è più severi e più puntigliosi rispetto a un campionato locale (anche se va ricordato che il primo over 62 della storia è arrivato all’ultima American Cup, la tappa più importante di Coppa del Mondo).
Servono dunque quattro picchi di assoluto rilievo in tutte le specialità. Simone Biles può piazzare tranquillamente il 16 anche al corpo libero, attrezzo solitamente con i punteggi più bassi a livello assoluto ma non nel suo caso: lo ha fatto in American Cup, lo ha fatto al Trofeo di Jesolo, lo ha ribadito agli US Classic. L’icona dell’artistica contemporanea ha ormai un Amanar stellare al volteggio, ai limiti della perfezione: il 16.2 sembra ormai essere diventato una costante.
Sulla trave può raggiungere un buon 15.8 ma l’incognita vera sono le parallele, suo attrezzo più debole su cui dovrà migliorare se vorrà avere speranze di realizzare il leggendario en-plein di ori alle Olimpiadi (o già ai Mondiali). Viaggia attorno ai 15 ma in gara internazionale vera sarà difficile andare oltre il 14.8 con gli errori che a volte ci piazza.
Dunque ipotizzando il massimale di 16.2+16.0+15.8+14.8 arriveremo a un totale di 62.8 a cui bisognerebbero poi aggiungersi eventuali miglioramenti sugli staggi e qualche possibile aggiustamento tra trave e corpo libero (ma parleremo davvero di pochissimo). È lì che la soglia del 63 si rivela battibile anche in campo internazionale ma comunque di poco superabile: siamo davvero ai massimi di quanto conceda l’attuale codice dei punteggi. Vedremo cosa cambierà dopo le Olimpiadi di Rio.
(foto US Gymnastics)