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Nuoto. Mondiali 2015, Kazan. Il pagellone della quarta giornata

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FEDERICA PELLEGRINI 9: sesta medaglia mondiale consecutiva, nel giorno del compleanno numero 27, a un anno esatto dalla cerimonia di inaugurazione della sua quarta Olimpiade dove potrebbe regalarsi la “sfilata” più importante della sua vita. Le coincidenze non mancano e a mancare sono il fiato (dopo averlo trattenuto a lungo) e le parole (dopo averle spese quasi tutte) per descrivere questa ennesima impresa d’argento della più grande campionessa dello sport italiano nell’era moderna. A giugno, non dimentichiamolo, c’era ancora chi faceva notare che Federica non era qualificata per Kazan. Si è qualificata eccome e quelle che sparavano temponi tutte le settimane sono tutte dietro a chiedersi chi fosse quell’orologio perfetto che ancora una volta ha strabiliato. Tutte tranne una che in questo momento è di un altro pianeta ed ha vinto giustamente mostrando di essere una campionessa perché battere la Pellegrini oggi equivale ad una laurea ad Harvard per un ingegnere. Brava Fede, a Rio sarà dura ma quando mai è stato facile?

GREGORIO PALTRINIERI 9: che gara Greg! 775 metri di perfezione con un occhio a sé e l’altro sul cinese Sun Yang che non ne voleva sapere di staccarsi. Arriva un bell’argento, ingigantito dal record Europeo strappato al compagno di allenamenti Gabriele Detti. Si migliora ancora Paltrinieri in una gara che non sempre lo aveva visto protagonista, tiene a bada l’impertinente ragazzino australiano Horton, con cui si è allenato nello stage di gennaio e febbraio, lo passa dopo 400 metri e prova a staccare Sun, con una progressione costante ma anche con qualche strappo. Sembra la solita gara, con il cinese che accelera a 100 metri dalla fine e lascia sul posto l’azzurro ma non è così. Paltrinieri reagisce, Sun soffre, ci prova due volte nella penultima vasca, un’altra dopo l’ultima subacquea ma Greg è ancora lì. Si stacca a metà dell’ultima vasca e lancia il guanto di sfida. Nel frattempo si prende un argento forse inatteso e ride sotto i baffi. Chissà…

SIMONE SABBIONI 7.5: attenzione!! Donne in vasca!!! E’ curioso che un “manzo” come il riccionese si veda cancellato un record italiano sacrosanto perché c’era qualche donzella in piscina assieme a lui. Con le donne in vasca non si omologano i risultati, mentre se c’è un record in uno spareggio a due vale. Mah. Resta la prestazione nella prima frazione della staffetta mista mista. Un passaggio velocissimo che lascia ben sperare per i 50 e un ritorno faticoso ma buono. Al pomeriggio lancia la staffetta con il quarto crono sotto i 53”7 in tre giorni. Niente male per un esordiente a questi livelli.

ARIANNA CASTIGLIONI 6.5: due prestazioni all’altezza delle aspettative, tenuto conto dell’adrenalina spesa nei due giorni precedenti per la gara individuale. L’1’06”44 lanciato del pomeriggio è un crono più che accettabile in una frazione difficilissima con tutti uomini più la campionessa del mondo Efimova in vasca.

MATTEO RIVOLTA 7: frazione lanciata a 51”29 al mattino, in una frazione della staffetta mista mista non è niente male. Stare sotto i 52” nella gara individuale significa puntare al bersaglio grosso della finale nei 100 farfalla. Entra nel clima con una bella prestazione.

ERIKA FERRAIOLI 6.5: siamo lì con la stessa prestazione sulla falsariga di quella al lancio di domenica nella 4×100 stile libero. Niente di eccezionale ma il suo lo fa e in una mattinata come quella di oggi è già molto.

PIERO CODIA 6.5: il confronto con Rivolta è inevitabile. Prende il testimone da Arianna Castiglioni e vede tutte le rivali con il binocolo, porta sotto l’Italia con vigore e chiude con un discreto 51”59 che fa sperare per un buon 100, anche se la presenza a Gwangju non è foriera di buoni risultati.

SILVIA DI PIETRO 7: sta bene e lo dimostra anche oggi. E’ la più in forma delle azzurre della velocità e lo conferma oggi con un 53”88 lanciato che fa il paio con l’ottima prova nella staffetta femminile domenica. La curiosità di vederla in vasca per la gara individuale è tanta.

MARCO ORSI 6: strappa la sufficienza con una semifinale gagliarda, classica dello specialista dei 50 prestato ai 100 quale di fatto è il bolognese. Al mattino si imballa e rischia di restare fuori ma si salva per il rotto della cuffia, al pomeriggio se la gioca. Prova per 80 metri a tenere i ritmi alti, tocca ai 50 in 23”09, dietro al “fantasma” Morozov, poi squalificato e Chierighini, poi cala alla distanza e viene risucchiato dagli altri. I rimpianti restano perché in finale si andava con 48”48 e il tempo è alla sua portata.

ELENA GEMO 6: è una Gemo diversa da quella vista negli ultimi anni. Più cattiva, determinata. Poi qualche errore lo commette comunque però va premiata la tenacia e la grinta che mette in acqua. Al mattino si qualifica senza troppe difficoltà. In semifinale sbaglia in partenza, rincorre, si affanna ma non riesce ad avvicinare le rivali e si peggiora di 3 centesimi rispetto alla batteria.

LUCA DOTTO 4.5: prosegue nell’altalena a cui ci ha abituato negli ultimi anni. Al lancio domenica in staffetta 48”92 e 48”75, due crono che avrebbero permesso l’ingresso in semifinale questa mattina. E invece Dotto sembra non entrare mai in partita, sembra quasi alzare bandiera bianca dopo poche bracciate. Dà l’impressione di non voler lottare per un obiettivo importante. E’ vero, il suo Mondiale sarà ricordato per la medaglia in staffetta ma questo è un flop vero.

ALESSIA POLIERI 4.5: perfetta fino a un mese fa. A Riccione col personale, a Gwanju anche. Poi al Mondiale si spegne la luce, come per tanti altri compagni di squadra. Mai un guizzo, un tentativo di cambiare ritmo in una gara dove fin da subito le gambe e le braccia non giravano a dovere. La condizione è volata via e serve una riflessione generale su come si prepara una grande manifestazione.

FEDERICO TURRINI 4.5: va bene, non è la sua gara, potrà rifarsi nei 400. Però, a differenza di altri compagni, ha potuto preparare questo Mondiale in santa pace, senza dover passare da viaggi intercontinentali e stress supplementari e obiettivamente 2’00”21 è un crono alla portata anche in condizioni di forma non perfetta. Una semifinale era alla portata e questa è un’occasione gettata al vento.

1 Commento

  1. ale sandro

    6 Agosto 2015 at 00:10

    Gran bella giornata in vasca per le nostre punte senza dubbio.
    Federica fantastica alla 6° medaglia consecutiva mondiale nella stessa gara individuale, credo non abbia per il momento precedenti. Forse Lochte può eguagliarla nei 200 misti, mi pare di aver capito. Poteva addirittura esserci l’oro ripetendo il personale in tessuto di quest’anno, per tanti non andrà bene ma per me va bene anche così. Ledecky ancora più pericolosa a Rio quando non avrà i 1500 in mezzo al percorso da preparare, e potrà concentrarsi su distanze più vicine a quella dell’azzurra, che però al momento, a parte lei e Missy Franklin, anche lei in grado di fare meno, non deve temere altre avversarie, assenti comprese come Sjostrom e Barratt.
    Greg meraviglioso nel tener testa nel finale a Sun in una distanza che ha sempre apprezzato meno dei suoi 1500, dopo aver cercato di tirargli il collo. Horton si conferma rivale pericoloso nel presente e futuro e ci sarà pure Cochrane, poco brillante negli 800. In ogni caso gare spettacolari dei nostri, la speranza che ho ,è che ci sia sempre meno distanza col cinese nel chilometro e mezzo e chissà magari che il suo ritmo da metà gara in poi riesca ad anticipare un eventuale rush finale dell’asiatico.
    Riguardo agli altri , in negativo salta agli occhi la prestazione di Dotto e Orsi, dopo essere stati importanti nella staffetta dove però il ruolo del “capo”, giustamente è sempre di Magnini. E questo la dice lunga sulla delusione che provo in particolare per la prestazione del “bomber”, per me non sufficiente. Spero davvero reagisca nei 50 , la sensazione è che i nostri abbiano faticato a fare due stagioni di fila a livelli alti.
    Per fortuna che dei giovani come Sabbioni e la Castiglioni spingono per migliorare sempre di più. Qui è arrivata una finale, son sicuro riusciranno a migliorare i loro tempi da qui a Rio. Ci sarà da fare un ulteriore considerazioni sui criteri di qualificazione e la tempistica per raggiungerli ,senza bruciare il picco di forma per il grande evento, cosa che mi è parsa non verificarsi in maniera molto utile per parecchi dei nostri che han fatto il tempo alle Universiadi.

  2. Gabriele Dente

    5 Agosto 2015 at 22:38

    Mi dispiace molto per l’argento di Greg dietro a un campione sì, ma dopato… Spero proprio che nei 1500 gliela faccia “pagare”! 🙂

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