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Nuoto, Mondiali Kazan 2015. Il pagellone della prima giornata

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FILIPPO MAGNINI 9: immortale! A differenza di altre volte non aspetta il finale amico per piazzare la botta vincente: schianta il Brasile da subito tagliando fuori De Lucca e scrive un’altra pagina indelebile di una carriera fantastica. Sono passati otto anni dal podio di Melbourne e lui c’era, oggi concede il bis e c’è tanto di suo in questo podio che apre alla grande l’avventura azzurra a Kazan.

MARCO ORSI 8: in una frazione da fuochi d’artificio con Manaudou che frulla a tutta velocità il “bomber” non si fa prendere la mano, segue il francese ma tiene le energie anche per la seconda parte di gara, consegnando a Santucci il testimone con un buon vantaggio sul Brasile.

LUCA DOTTO 7.5: il suo lo fa anche se magari ci si aspetta da lui sempre qualcosa in più di quello che riesce a dare in gara. 48″75 al lancio non è male e risalire sul podio mondiale dopo 4 anni potrebbe ridare al lombardo quella spinta che è sembrata mancare nell’ultima parte della carriera. Per una buona gara individuale serve, appunto, qualcosa in più…

MICHELE SANTUCCI 7: non è qui per caso e lo conferma. Svolge al meglio il suo compito e gareggia quasi a uomo su Fratus. Sa bene che arrivare a pari col brasiliano significa mettere in cassaforte il bronzo e sa benissimo che tentare di tenere il ritmo di Morozov e Gilot che si trova a fianco sarebbe una tattica suicida. Fa il suo e merita la medaglia.

FEDERICA PELLEGRINI 7.5: riceve un testimone non comodissimo nell’ultima frazione con le rivali là avanti a giocarsi le medaglie e lei che non ha obiettivi da rincorrere ma deve gareggiare solo contro il tempo per centrare il record italiano che arriva puntuale. Sta bene e il sesto posto nella 4×100 sl è un ottimo modo per iniziare il Mondiale.

SILVIA DI PIETRO 7.5: la migliore Di Pietro di sempre: 53″63 lanciato lascia trasparire un grande stato di forma che potrebbe aprire le porte ad una finale individuale. La sua frazione fa sognare le azzurre.

ERICA FERRAIOLI 6.5: può e sa fare e di meglio. Chiude la prima frazione al lancio con 54″80 che è al di sopra dei suoi migliori stagionali. Buona ma non buonissima.

LAURA LETRARI 6.5: idem come sopra. Era apparsa in grande forma tre settimane fa alle Universiadi ma non riesce a ripetersi ad altissimi livelli. Perde definitivamente contatto con le prime ma nella sua frazione c’era obiettivamente qualche pezzo da novanta inarrivabile.

DILETTA CARLI 7.5: disputare la finale mondiale dopo le peripezie dello scorso anno è già un grande risultato e lei lo centra con relativa tranquillità al mattino.
In finale se la gioca con le sue armi. Partenza tranquilla, poi manca forse un po’ di spunto nel finale. Chiusura a 4’07″30 senza migliorare il crono del mattino ma per la 4×200 le notizie sono buone.

ILARIA BIANCHI 5.5: la maledizione degli anni dispari continua. Il minimo sindacale, in un anno con qualche contrattempo, arriva con la conquista della semifinale ma anche lei si spegne al pomeriggio peggiorando il non già fantastico crono del mattino. Le mancano gli ultimi 20 metri nei quali quando sta bene riesce a fare la differenza.

ALICE MIZZAU 5: aveva strabiliato nei 400 sl a Riccione mettendo paura (relativa) anche a Federica Pellegrini, battuta piuttosto nettamente. L’esperienza spagnola, però, non porta i risultati sperati. Arriva un’eliminazione bruciante, con un tempo non all’altezza delle attese, preoccupante in prospettiva 4×200 stile libero.

PIERO CODIA 5: c’era grande attesa per la prova dell’azzurro nei “suoi” 50 farfalla. Fallisce l’appuntamento anche con la semifinale ampiamente alla portata visti i tempi tutt’altro che irresistibili delle batterie. Deludente la sua prestazione dopo le buone prestazioni alle Universiadi.

ELENA DI LIDDO 5: è vero, è arrivata a Kazan incerottata per l’incidente della scorsa settimana ma non è mai in gara e appare rassegnata fin dalle prime bracciate. Peccato.

ANDREA MITCHELL D’ARRIGO 5: niente di nuovo in una stagione da dimenticare e cancellare in fretta. Questo è il D’Arrigo di quest’anno e nel nuoto non si inventa niente. Rimandato alla seconda parte dell’andata ma soprattutto alla prima del prossimo anno.

LORENZO ANTONELLI 4: si presenta alla prima grande manifestazione internazionale, paga lo scotto con un 1’02″20 lontanissimo anche dal suo personale e ci può anche stare ma dichiarare di essere “soddisfatti” dopo una prestazione al di sotto delle proprie possibilità denota una mentalità che deve sparire al più presto dalla testa degli azzurri. Esserci non basta più!

 

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