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Tuffi: chi raccoglierà l’eredità di Tania Cagnotto?

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Tania Cagnotto, 30 anni, è da più di dieci la colonna portante dei tuffi italiani. Ha raccolto l’eredità del padre Giorgio e del suo amico-rivale Klaus Dibiasi (anni ’70) e, dopo un periodo di magra, ha riportato in casa azzurra ben dieci medaglie mondiali, condite finalmente a Kazan 2015 con il primo, storico, oro dal trampolino da 1 metro davanti alle cinesi.

La bolzanina, a cui manca solo un podio olimpico per suggellare una carriera perfetta, ha già dichiarato da tempo di fermarsi dopo Rio 2016. I Giochi brasiliani, per cui è qualificata da 3 metri e deve invece ancora inseguire il pass nel sincro con Francesca Dallapè. saranno dunque l’ultima gara agonistica di Tania, che di certo lascerà un vuoto difficile da colmare nel movimento italiano alle sue spalle.

A differenza di quanto vive il nuoto azzurro, con Federica Pellegrini pronta al ritiro dopo le Olimpiadi e un Gregorio Paltrinieri sempre più in rampa di lancio a livello mediatico, da trampolini e piattaforme rischia di mancare al Bel Paese il “personaggio” vincente che dia spinta all’intero sport. Giusto così, per altro, perché i cicli sono cicli e una fuoriclasse come Tania Cagnotto difficilmente (se non mai) nascerà più in Italia. E quindi? Su chi puntare dal 2017 in poi? Ecco qualche nome.

Elena Bertocchi, Andrea Chiarabini e Giovanni Tocci sono ormai delle conferme. Tutti forti di esperienze mondiali senior, hanno le qualità per salire – in un futuro – almeno sul podio europeo. La lombarda è classe 1994, plurimedagliata continentale a livello giovanile e quarta da 1 metro ai Mondiali junior 2012. Quarto è stato anche il suo piazzamento ai recenti Europei assoluti di Rostock nel trampolino non olimpico, ma il legno – alla sua prima finale internazionale da “grande” – è stato accolto come un sorprendente punto di partenza per togliersi molte soddisfazioni in futuro. Sempre convincente durante questa stagione, ora Elena deve riuscire a imporsi anche da 3 metri. Nell’ultima gara nazionale, gli Assoluti di Bergamo, ha ottenuto con 293.25 punti il suo record personale.

Di Chiarabini si parla ormai dal lontano 2009, quando – appena 14enne – il romano chiuse quinto nel sincro piattaforma in coppia con Francesco Dell’Uomo. Talento smisurato poche volte sorretto dalla giusta mentalità, l’azzurro ha vissuto un rapporto altalenante con i 10 metri, che l’ha portato più volte a scendere ma anche in finale ai Mondiali 2013. Dopo un difficile 2014, però, Chiarabini ha deciso di dedicarsi solamente ai trampolini e le sue qualità stratosferiche gli consentono di essere anche lì il migliore degli azzurri. La nuova coppia sincro da 3 metri con Giovanni Tocci, l’altro grande talento ancora parzialmente inespresso del movimento italiano, ha raggiunto il nono posto all’esordio iridato e in Coppa del Mondo proverà il difficile assalto al pass olimpico. La base è buona, almeno 400 punti in ogni gara e alti coefficienti, bisogna ripagare la fiducia che tutto lo staff ha riposto sui due prima di Kazan.

Classe 1994, Tocci è il miglior elemento della scuola tuffi di Cosenza che negli ultimi anni è salita alla ribalta per aver sfornato atleti davvero interessanti. Su tutti ci sono Laura Bilotta, ’96 che agli Europei giovanili di Bergamo 2014 ha vinto un oro (1 metro) e un bronzo (3 metri) e che – terminata la prima stagione da senior – tenta di seguire la strada già imboccata con ottimi risultati da Elena Bertocchi, Francesco Porco (’99, argento un anno fa agli Eurojuniors nella categoria B) e Antonio Volpe (2000).

Continuando la suddivisione per città, a Bolzano si parla molto bene di Vladimir Barbu, piattaformista nato nel 1998 che vanta già la serie più difficile d’Italia per coefficienti di difficoltà. Agile ed elegante, l’atleta di origini rumene è arrivato sesto ai Giochi Europei di Baku e sembra aver stregato Giorgio Cagnotto, allenatore della Bolzano Nuoto che potrebbe continuare a seguirlo anche dopo che Tania si sarà ritirata. Trieste ha messo in bella luce negli anni passati Gabriele Auber (’94) e Giulia Belsasso (’96). Il primo, dopo svariate medaglie europee giovanili e un periodo complicato vissuto al momento del salto di categoria, si è trasferito a Roma e sta volando sotto la guida di Nicola Marconi. Auber porta già nel suo programma da 3 metri il difficilissimo doppio e mezzo avanti con tre avvitamenti (coefficiente 3.9) e sta lavorando pure sul quadruplo e mezzo avanti raggruppato (3.7), per mettere a punto una serie competitiva (sulla carta) ai più alti livelli mondiali. La piattaformista allenata dal cliff diver Alessandro De Rose, invece, è stata frenata quest’anno da numerosi problemi fisici – che addirittura le hanno impedito di prendere parte all’Esame di Maturità – e ancora non è riuscita a mettere in pratica quanto imparato nell’avventura canadese dello scorso gennaio.

Ma è a Roma che cresce uno dei nomi più attesi per il futuro. Adriano Ruslan Cristofori (’97), nato in Ucraina e poi adottato da una famiglia italiana che per anni ha vissuto in Spagna, gareggia per la nazionale azzurra da due stagioni. In poco tempo, supportato da un ottimo fisico, ha compiuto passi da gigante e a Baku ha conquistato un bellissimo argento europeo giovanile nella gara da 3 metri. Ha ancora enormi margini di miglioramento e – come anche Lorenzo Marsaglia (’96) e Giacomo Ciammarughi (’97) – sta preparando tuffi ad alto coefficiente per farsi trovare pronto al momento del passaggio di categoria. Da 1 metro quest’anno ha sfiorato la qualificazione agli Europei senior di Rostock: un domani potrebbe essere in campo internazionale a giocarsi qualcosa di importante. Infine, per gli amanti delle scommesse a lungo termine, chiudiamo con Camilla Tramentozzi (2000), Giulia Vittorioso (2001) e Chiara Pellacani (2002), atlete dall’ottimo potenziale che dominano le loro categorie e hanno già disputato molte finali nazionali assolute.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: pagina Facebook Fina/DeepBlueMedia

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