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Volley, Mauro Berruto: “Ritornerò sulla panchina dell’Italia”. La verità su Rio: “Il caos iniziò agli Europei 2013”. Zaytsev opposto…

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Forse per un po’ mi occuperò d’altro, ma non abbandono l’idea di ritornare sulla panchina della Nazionale per completare il chilometro lasciato in sospeso”. Questa è la dichiarazione bomba di Mauro Berruto nell’ambito di una lunga intervista rilasciata settimana scorsa al Corriere della Sera in cui parla a lungo di quanto successo in Nazionale negli ultimi mesi.

 

Mauro Berruto inizia parlando del suo stato d’animo dopo le dimissioni (ufficialmente spontanee) dal ruolo di CT della Nazionale Italiana di volley maschile: “Mi sento come un maratoneta che dopo 41km si deve fermare all’ingresso dello stadio olimpico, il luogo che aveva sognato e a cui aveva dedicato ogni fatica. Il fatto è che questa maratona, magari camminando, la voglio finire lo stesso”.

 

Il coach torinese dà poi la propria versione sui fatti di Rio e la celebre “Cacciata dei 4”: “Quattro giocatori hanno deliberatamente deciso di non rispettare una mia indicazione: fra i quattro, purtroppo, c’era Travica, il capitano. Allenatore e atleti non possono essere sullo stesso piano. Ho sempre esercitato il buon senso, tuttavia ci sono momenti in cui il rispetto dei ruoli deve essere sostanziale”.

Non sono impazzito, l’episodio è la recidiva di altri, uno dei quali grave e precedente il Mondiale: era stato sanzionato con una multa e riguardava 2 dei 4 coinvolti nel caso di Rio”.

Tutti si sono sempre chiesti quando è iniziato questo caos all’interno della squadra: “La cena per l’argento agli Europei 2013. Per la prima volta ho avvertito che l’egoismo stava minando un valore fondante della mia squadra: l’essere a disposizione in modo incondizionato”.

 

Sulle celebri dichiarazioni di Dragan Travica rilasciate sul suo blog (clicca qui per saperne di più): “Non commento. Dico solo che abbiamo un’idea differente del ruolo di capitano: è stato un mio errore non capirlo”.

Stupito sulla decisione riguardante il nuovo ruolo di Zaytsev: “Mi ha sorpreso che tornerà a giocare da opposto: è stato un po’ uno sconfessare un progetto tecnico condiviso fino a poche ora prima”.

 

Mauro Berruto analizza il suo lavoro, anche in ottica Rio 2016: “In tre stagioni ho portato in palestra un centinaio di atleti in funzione dell’obiettivo Rio e quasi 30 hanno esordito in azzurro. Da agosto avrei tracciato il solco del cammino olimpico, Osmany Juantorena compreso. Dei 16 convocati per la Coppa del Mondo, 13 hanno esordito con me in azzurro e il quattordicesimo è Juantorena. Lascio una squadra a un mese dalla prima possibilità di finalizzare un lavoro di 3 anni”.

Difesa a oltranza su quando qualcuno le dà dell’inadatto: “Venti anni di storia parlano per me. C’è chi misura tutto in coppe e trofei e chi valuta la fatica, i giri lunghi passando per oratori, categorie giovanili, campionato di B, A2, A1, di Grecia, di Finlandia. Io sono quello. Chiudo con 1 bronzo olimpico, 2 argenti europei e 5 podi di fila dopo aver ereditato una squadra che dal 2005 al 2010 di medaglie non ne aveva vinte. Dal 17 dicembre 2010 al 29 luglio 2015 ho fatto con passione totale il lavoro più straordinario del mondo”.

 

1 Commento

1 Commento

  1. Nany74

    20 Agosto 2015 at 17:21

    Onestamente non so più cosa pensare……
    Un ritorno di Berruto, dopo tutto il casino che c’è stato, mi sembrerebbe l’ultima delle cialtronate degna di questa amministrazione disastrosa. Sia chiaro che ho massimo rispetto per il Berruto uomo ed allenatore. Il “progetto Rio” era più che valido, ma la domanda che mi faccio da un bel po’ di tempo è sempre la stessa: “Perchè dal 2013 ad oggi non si è cercato di sistemare i problemi che si erano generati?”. Berruto parla di egoismo, ma, permettetemi: dal 2013 alla “cacciata dei 4” se ne potevano trovare di soluzioni, anche allontanando alcuni giocatori, perchè no, certo ci sarebbe stato almeno il tempo per recuperare un po’ di squadra per il mondiale polacco….

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