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Ciclismo
Vuelta a España 2015: il futuro si chiama (anche) Caleb Ewan
Ci vuole personalità, a 21 anni compiuti da un mese, per dire “voglio quella tappa”. Ci vuole un talento incredibile, poi, per riuscire a mantenere fede a quello che, nell’era della comunicazione digitale e istantanea, da una semplice dichiarazione diventa una vera e propria promessa.
Caleb Ewan ha fatto così: già da prima della partenza della Vuelta a España 2015, aveva chiaramente messo nel mirino Alcalá de Guadaíra, la località andalusa posta in cima ad una salita di neanche chilometro che spezzava il ritmo – e le gambe – dopo una giornata passata a battagliare con il vento. Oggi non ha tradito l’impegno: lavoro impeccabile della Orica-GreenEdge, sebbene Daniele Bennati e gli altri alfieri della Tinkoff-Saxo abbiano provato a far saltare il banco australiano, e uscita di potenza negli ultimi metri.
Potenza, appunto: ma anche tempismo giusto, gestione tattica intelligente, forma fisica smagliante. In una parola, talento: Caleb Ewan è questo. Ad inizio stagione ha collezionato successi tra Australia, Corea del Sud, Malesia: come ogni australiano che si rispetti, nel suo curriculum non mancano prestigiose performance su pista, a partire dall’oro iridato nell’omnium categoria Juniores del 2011. Oggi la prima vittoria davvero di peso tra i professionisti, ottenuto oltretutta con quel mix di personalità e classe che abbiamo appena descritto. Per le sue doti, il giovane canguro sembra più un potenziale Valverde, magari persino un Gilbert, più che uno sprinter puro, anche se ovviamente è impossibile prevedere le reali evoluzioni di un atleta: in ogni caso, il futuro si chiama anche Caleb Ewan.
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marco.regazzoni@oasport.it