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Canottaggio, il dt La Mura traccia un bilancio dei Mondiali: “Lavoriamo per Tokyo 2020…”

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Il direttore tecnico della Nazionale italiana di canottaggio, Giuseppe La Mura, ha tracciato un bilancio della rassegna iridata di Aiguebelette, partendo dalla qualificazione olimpica di cinque equipaggi: “Le qualificazioni per le Olimpiadi di Rio de Janeiro, rispetto al passato, hanno avuto dei criteri più ristretti e noi siamo arrivati qui sia per confrontarci con gli avversari, il cui livello è sempre più alto, e sia per affrontare la nuova condizione di qualificazione. Basti pensare che nel passato quadriennio si sarebbero potute qualificare sette ammiraglie, mentre qui, oltre a dover arrivare per forza in finale, era necessario classificarsi tra i primi cinque. Per cui, rimanendo sull’otto, direi che i nostri atleti si sono ben comportati in ogni fase del Mondiale. Per quanto riguarda, quindi, il settore maschile senior, che all’inizio del quadriennio partiva da un livello non molto alto, abbiamo qualificato il due senza, il doppio e il quattro senza. Quest’ultima barca è tornata sul gradino più alto del podio dopo venti anni e questo ritengo che sia un successo soprattutto dei ragazzi che sono riusciti a interpretare al meglio il lavoro sviluppato durante i raduni insieme ai tecnici di settore“.

Non sono mancate, tuttavia, le ombre, sia tra i pesi leggeri sia, soprattutto, nella ‘coppia’: “Nella coppia senior, sapendo che le qualificazioni erano proibitive sia per il singolo che per il quattro di coppia, abbiamo rinunciato al podio nel doppio inserendo un giovane, Giacomo Gentili, al posto di Francesco Fossi che è andato a rafforzare il quattro di coppia come pure Francesco Cardaioli che, lasciato il singolo, è salito al secondo carrello del quadruplo. Tutti cambiamenti che sono riusciti a migliorare la barca, ma questo non è bastato per cui v’è necessità di lavorare ancora meglio. Per quanto riguarda il settore pesi leggeri, invece, l’obiettivo minimo di qualificare le due barche è stato raggiunto accedendo alla finale, ma senza salire sul podio. Questo per me non è un problema, ma ora lavoreremo per migliorare le due barche poiché in questo Mondiale, che ritengo sia stato molto più intenso di un’Olimpiade, ho visto che tutti gli atleti di questa categoria, indistintamente, hanno dato il massimo e ora vi è un gruppo, impegnato sia nelle barche olimpiche e sia in quelle non olimpiche, molto determinato e, durante questi mesi che ci separano dalle Olimpiadi del prossimo anno, lavoreremo per trovare le due formule migliori per rinforzare il doppio e il quattro senza il cui livello è altissimo“.

E’ scomparso completamente, invece, il settore femminile. Questa la spiegazione di La Mura: “Il settore femminile, che partiva da un livello più basso di quello maschile, ha lavorato bene in questi tre anni e, se non vi fossero stati una sequenza di malanni che hanno colpito sia il due senza che il doppio pesi leggeri, durante questo Mondiale queste due barche si sarebbero potute qualificare. Il due senza, infatti, non è riuscito a lavorare negli ultimi quindici giorni e, quindi, quello che ha ottenuto è stato solo quello che era nelle loro corde in questo momento; il doppio pesi leggeri, invece, ha avuto da marzo ad oggi una serie di problemi che abbiamo tentato di risolvere e che ora, a Mondiale terminato, saranno affrontati definitivamente. Il doppio senior si è scontrato con equipaggi molto più dotati fisiologicamente e, quindi, ha fatto quello che era nelle sue possibilità in questa occasione. Il lavoro che Romagnoli ha sviluppato in questo settore non è stato ripagato come doveva dal risultato di qualificazione, ma questo tecnico continua a godere della mia fiducia per cui andremo avanti con l’obiettivo di raggiungere la qualificazione nella prossima gara di Lucerna, lavorando ancora meglio per affinare sia la tecnica delle atlete e sia l’aspetto fisiologico“.

La chiusura, poi, guarda al futuro. Il dt, ai microfoni della Federcanottaggio, ha dichiarato di guardare addirittura a Tokyo 2020, malgrado un’Olimpiade di Rio dietro l’angolo: “Voglio ricordare che chiunque si trova a dirigere una squadra agonistica deve proiettare il proprio lavoro ben oltre il primo quadriennio e, quindi, io sto lavorando con l’obiettivo di Tokyo 2020 e così continuerò a fare. Nel prossimo quadriennio, se non sarò più il direttore tecnico della Nazionale italiana, chi verrà dopo di me avrà una squadra allenata e una rosa molto ampia di atleti e di atlete nel solco delle direttive del CIO, del CONI e della Federazione Italiana Canottaggio. Ora ho davanti un anno di lavoro e non trascurerò nessuna delle componenti che vanno a formare la Nazionale azzurra, prima, e la Delegazione Olimpica, dopo. Nei prossimi giorni inizieremo ad approntare il programma di lavoro che ci consentirà di presentarci adeguatamente alla regata di qualificazione di Lucerna prevista a fine maggio 2016“.

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federico.militello@oasport.it

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