Formula 1
F1, GP d’Italia Monza 2015, le pagelle: le mani di Hamilton sul mondiale. Vettel e Massa ottimi, ahi ahi Raikkonen…
In barba alle bizze a sette zeri del padre-padrone della Formula 1, Bernie Ecclestone, che ha avuto il coraggio di rimettere in dubbio pubblicamente il futuro di Monza nel calendario mondiale (scatenando il disappunto praticamente di tutti fra piloti, tifosi, addetti ai lavori, ecc.), a favore di magnati multimilionari di chissà quale parte dell’Asia o dell’America, lo spettacolo andato in scena nel Circo Massimo della velocità su quattro ruote è stato anche stavolta esaltante. Prima, durante e dopo i 53 giri della gara domenicale, ogni componente ha contribuito da par suo all’evento, rendendolo indimenticabile agli occhi dei fans del motorsport e vibrante come nessun’altra tappa del mondiale per i diretti protagonisti.
A proposito dei diretti protagonisti, vediamo quali voti hanno meritato in pagella.
Hamilton: 10. Un trionfo…di platino. Domina l’intero weekend e piazza l’allungo in classifica che può valere la terza corona iridata personale. Le sue statistiche cominciano a diventare enciclopediche; si pensi “solo” al numero di pole raggiunto a Monza, 49, a sedici lunghezze dal mito Ayrton Senna, ed ai 40 GP vinti in carriera (quinto posto assoluto nella speciale graduatoria). Le circa due ore e mezza di vittoria sub iudice provocate dal presunto caso-pneumatici sgonfi non hanno impedito al campione britannico di gonfiare legittimamente il petto sul gradino più alto del podio. Chapeau!
Vettel: 9. “Penso sia il mio miglior secondo posto in carriera”. Potrebbe bastare questa dichiarazione per giudicare la prestazione del tedesco nella gara di casa. In effetti, Sebastiano ottiene il massimo con il massimo sforzo. Il ritiro in extremis di Rosberg gli fa tirare un bel sospiro di sollievo, il resto è apoteosi vista marea rossa…
Massa: 8,5. Cavallo di razza nell’ippodromo che lo ha adottato vita natural durante. Le due solidissime Frecce Bianche disputano qualifiche e gara in una sorta di simbiosi agonistica. Felipe si comporta da degno alfiere della scuderia di Sir Frank, lanciando un chiaro messaggio al nuovo che avanza in casa (Valtteri Bottas): sono io il primo pilota Williams.
Rosberg: 6 d’ufficio. Come si fanno a valutare le performance di un signor pilota, in lotta per il titolo, che si è visto sostituire sul più bello il propulsore con specifiche 2016 con la vecchia power unit usata fino a Spa e gravata già di cinque GP? Il buon Nico corre al top delle sue potenzialità e stampa il quarto tempo in qualifica ma, talvolta, la macchina batte inesorabilmente l’uomo. Sufficienza di stima.
Raikkonen: 4. Vanifica l’esaltante secondo posto in griglia (non partiva in prima fila dal GP di Cina del 2013) con una partenza a dir poco inquietante. Il pastrocchio allo start lo costringe ad una gara in salita, all’ansiosa ricerca di posizioni da scalare giro dopo giro. I dieci punti racimolati al traguardo sanno tanto di magra consolazione. Potevano esserci due Rosse sul podio ma Kimi non ha tenuto fede al suo nick “Iceman”, sciogliendosi allo spegnimento dei semafori rossi.
Force India: 7. Era annunciata in grande spolvero per Monza: circuito veloce, motori Mercedes potenti, piloti affidabili. Perez (sesto) e Hulkenberg (settimo) non hanno deluso le aspettative, facendo della loro scuderia la quarta forza del GP. Per superare la Red Bull e diventare la quarta forza anche del mondiale costruttori, però, occorrerà dare continuità a tali risultati.
Lotus: 2. Come i piloti che non hanno finito la gara. Anzi, la scuderia di Enstone è riuscita nell’impresa di avere entrambi i piloti fermi ai box dopo un paio di giri. Grosjean veniva dal terzo posto di Spa, Maldonado sta collezionando ritiri in serie dopo una più che dignitosa stagione 2014. Sarà divorzio dai motori Mercedes?
Regolamento FIA: 0. Gettoni da spendere manco fossimo al casinò (Maurizio Arrivabene dixit), infinite penalizzazioni in griglia che danno vita a patetiche “corse nella corsa”, misteriose basse pressioni alle gomme che necessitano di due ore e passa per essere battezzate “a norma”, elettronica esasperata e appiattente…
L’automobilismo è tendenzialmente uno sport nazionalpopolare ma i suoi numerosi aficionados se ne stanno sempre più disaffezionando anche a causa dei machiavellici diktat provenienti dall’alto.
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Foto: Pier Colombo