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F1, GP Giappone Suzuka 2015: Hamilton e Mercedes per legittimarsi padroni del Mondiale, intanto la Ferrari continua a sognare… Nel ricordo di Jules Bianchi

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In questo weekend il Circo della F1 si esibirà a Suzuka, triste teatro la scorsa stagione del tragico incidente costato la vita, dopo nove mesi di coma, a Jules Bianchi. Impossibile avviare una qualsivoglia analisi tecnico-agonistica di questa gara senza aver prima ricordato il dramma umano scatenato da quel maledettissimo quarantaseiesimo giro. Il GP fu funestato dal maltempo e il giovane pilota nizzardo della Marussia uscì di pista andando disgraziatamente a sbattere contro un mezzo di servizio utilizzato in quel momento dai commissari. A seguito di tale episodio la corsa venne sospesa. Vinse Lewis Hamilton, perse la Famiglia Bianchi. E tutti gli amanti dello sport.

 

La presentazione del GP 2015.
La classifica piloti vede ancora Hamilton al comando con 252 punti; il gap con il compagno di scuderia si è ridotto, infatti, dopo Singapore, Rosberg è salito a quota 211. Quest’ultimo, a sua volta, è incalzato dal ferrarista Sebastian Vettel che, dopo l’esaltante vittoria di Marina Bay, ha portato il suo bottino complessivo a 203 punti.
Forse ha ragione il boss delle Frecce d’Argento Toto Wolff, quando dice che da una gara all’altra non ha mai visto nessuno guadagnare un secondo e mezzo. Anzi, ha certamente ragione. Ora tocca al Gran Premio del Giappone dire quanto Singapore sia stata una battuta d’arresto incomprensibile nelle proporzioni e quanto, invece, siano seri i problemi tecnici di fondo delle Mercedes. Ci troviamo dinanzi ad una concausa di fattori? Possibile. Gomme supersoft difficili da gestire per le W06 di Hamilton e Rosberg o un motore nuovo che dopo Monza si scopre lacunoso in quanto a guidabilità? Ipotesi, congetture, da spazzare via già venerdì perché potrebbe essere letale attendere la gara per capire quale sia l’andazzo.
Il Circuito di Suzuka è lungo 5807 metri e si snoda tra lunghi rettilinei intervallati da diciassette curve; è considerato uno dei tracciati più tecnici e originali al mondo (è l’unica pista nella storia della Formula 1 ad avere una conformazione “a 8”, ovvero con un sottopasso e relativo cavalcavia). Suzuka è il circuito perfetto per esaltare le caratteristiche Mercedes: impegnativo per l’aerodinamica, esigente per il motore, da gomme medie/dure per affrontare un asfalto abrasivo, con elevato stress sulle coperture, date le tante curve in appoggio che scaricano tanta energia sul battistrada. Sono i compound con i quali, Malesia a parte, la Ferrari ha sofferto di più e la Mercedes si è puntualmente esaltata.

 

La pista di Suzuka non dovrebbe quindi essere così favorevole alla Rossa, come quella tortuosa di Singapore, eppure a Vettel piace molto per le sue caratteristiche. Suzuka è uno dei tracciati preferiti dai piloti perché è veloce e scorrevole – ha affermato Seb – con molte curve rapide e tanta varietà. È molto bello perché senti di poter davvero portare la macchina al limite e questo ti fa sentire molto vivo. È necessario trovare il giusto compromesso fra curve lente e soprattutto veloci, che contano molto. Qui si può sorpassare, soprattutto all’ultima chicane, prima del lungo rettilineo, dove anche il DRS può dare un’ulteriore spinta. Normalmente la gara regala forti emozioni, spesso legate all’arrivo della pioggia. Nel 2011, il tedesco allora alla guida della Red Bull si laureò per la seconda volta consecutiva Campione del Mondo proprio a Suzuka (vi ha vinto quattro volte in carriera). Un’emozione indubbiamente indelebile vista anche l’ambientazione suggestiva e i fans storicamente molto competenti che affollano ogni anno le tribune del prestigioso tracciato giapponese.
Nel Paese del Sol Levante, Lewis Hamilton – una volta vincitore a Suzuka e una volta a Oyama – intende riprendersi ad ogni costo il ruolo di dominatore del Mondiale, a scapito del team-mate Nico Rosberg, sopravvissuto alla semidisfatta di Marina Bay e riavvicinatosi al britannico nella generale, mentre Kimi Raikkonen deve fare i conti con un passato non proprio roseo da queste parti. Sul suolo giapponese, infatti, il finlandese ha visto sfumare per due volte le sue speranze di titolo iridato. Una sola vittoria all’attivo, nel lontano 2005.
Occhio anche a Red Bull e Toro Rosso, le due scuderie “taurine” sono pronte ad esprimere in quel di Suzuka tutte le loro potenzialità, che ben si sposano con le caratteristiche di questa pista.

 

Da Singapore a Suzuka, dal GP in notturna goduto all’ora di pranzo alla levataccia all’alba di domenica. Tutti gli appassionati di F1 saranno chiamati a combattere un po’ con la sveglia, i ferraristi sperano solo ne valga la pena, ricordando i fasti nipponici di inizio anni Duemila…

 

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