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Rugby, Mondiali 2015: il borsino dopo la prima giornata. Le piccole crescono, l’Italia no

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Il primo weekend dei Mondiali 2015 di rugby ha offerto grandi spunti di riflessione. Non solo per la vittoria leggendaria confezionata dal Giappone, o per l’eroico successo della Georgia su Tonga, ma anche per le prestazioni delle big e dell’Italia. Vediamo insieme chi ha convinto e chi no nel borsino iridato della prima giornata.

CHI SALE

Giappone: l’impresa realizzata contro il Sudafrica all’ultima azione è una di quelle che rimarranno impresse a vita nell’immaginario collettivo. Mai, nella storia del rugby e della Coppa del Mondo, qualcuno aveva assistito ad un tale ribaltone: la tredicesima del ranking che batte la seconda. Impensabile. Eppure, gli uomini di Eddie Jones ci sono riusciti. Alt. Che nessuno si azzardi a parlare di improbabile exploit, perché nel rugby non si inventa nulla. Il risultato di sabato è il frutto di una programmazione oculata da parte di tutto il movimento giapponese e dell’allenatore australiano, bravo a dare un gioco alla propria nazionale e farla entrare nella storia.

Georgia: al momento è il Mondiale delle piccole. Prima della vittoria giapponese, era infatti arrivata anche quella della Georgia contro Tonga, ovviamente meno sorprendente della sopraccitata ma comunque contro tutti i pronostici della vigilia. Capitan Gorgodze ha condotto i suoi uomini ad un successo mai davvero in discussione dopo le due mete georgiane, messo in cassaforte con un’organizzazione ed una difesa impeccabile. E con una grinta ed un carattere invidibiale.

Uruguay e USA: due realtà assolutamente differenti tra di loro, visto l’assoluto dilettantismo dei Los Teros. Entrambe le nazionali americane, però, hanno messo il cuore in campo nella loro prima partita, soprattutto gli uruguagi nel primo tempo contro il Galles. Poi i Dragoni hanno dilagato, ma resta lo 0-6 simbolico dei primi minuti. Gli statunitensi, invece, hanno confermato i progressi compiuti nell’ultimo periodo anche contro Samoa, dimostrando di essere un collettivo interessante anche se ancora diversi passi indietro rispetto al Giappone. Per il futuro, però, ci sono anche gli Eagles.

STABILI

All Blacks: l’impressione è che manchi ancora qualcosa, come già successo anche durante il breve Rugby Championship. I neozelandesi, dopo aver maledettamente sofferto gli argentini per un’ora, portano a casa la vittoira grazie al maggiore talento e ad una profondità diversa in panchina, dominando poi negli ultimi venti minuti, ma devono ancora registrare in particolare i punti d’incontro e l’intensità. Piccolo campanello d’allarme? La terza linea, dominata da quella argentina. Non proprio il biglietto da visita migliore. I più forti rimangono comunque loro.

Galles e Irlanda: test poco probanti per entrambe le squadre contro Uruguay e Canada. Sia Dragoni (soprattutto…) che Verdi sono attesi al varco per indicazioni maggiormente veritiere.

Inghilterra: la vittoria è arrivata, anche piuttosto larga, ma la convinzione di poter davvero arrivare fino in fondo a questa Coppa continua a latitare. Anche contro le Fiji gli inglesi hanno palesato qualche problema nel chiudere la partita e nel concretizzare la loro evidente superiorità tecnica e tattica. Per poter pensare di arrivare primi nel girone e vincere la RWC, servirà qualche altro passo in avanti.

CHI SCENDE

Francia: a Twickenham ha perso l’Italia, ma non solo. In una Coppa del Mondo conta esclusivamente il risultato, è vero, ma è pur vero che giocare in questa maniera contro una squadra senza grandi mezzi come l’Italrugby è una mezza sconfitta. E Ovalia intera non ha mancato di sottolineare la prestazione sottotono degli transalpini, solo a tratti pericolosi in attacco e molto indisciplinati (ma mai quanto gli azzurri…). La storia parla per loro, ma questa volta potrebbe non bastare.

Italia: sconfitta nel gioco, nel risultato e pure fuori dal campo, considerando gli exploit di nazioni come Georgia e Giappone e il continuo e preoccupante regresso del movimento azzurro. Anche contro i Bleus le colpe di Jacques Brunel sono apparse evidenti, ma ridurre tutto ad una mera questione di allenatore pare quasi ridicola. Gli azzurri hanno messo davvero il cuore soltanto negli ultimi venti minuti, mentre per il resto della partita il film è stato il solito. E il Mondiale degli azzurri si è già ridotto a salvare il terzo posto.

Samoa e Tonga: due situazioni opposte, in quanto i primi hanno quantomeno vinto rispetto ai secondi. Eppure, entrambe le squadre sono sembrate in calo, senza grandi idee e soprattutto fisicamente ed atleticamente un gradino sotto rispetto gli avversari. Un esordio del genere non sembra presupporre un grande Mondiale…

Sudafrica: il Giappone ha fatto l’impresa, certo, ma gli Springboks ci hanno evidentemente messo del loro. Fin dal primo tempo, d’altronde, l’atteggiamento supponente e arrogante del Sudafrica (non la prima volta) era sotto gli occhi di tutti, ma nella ripresa né Meyer né tantomeno i leader in campo hanno trovato la giusta scintilla per smuovere le acque. E l’arroganza si è presto trasformata in paura, in terrore e infine in figuraccia.

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Foto: pagina Facebook Japan Rugby Football Union

1 Commento

1 Commento

  1. Giorgio Brera

    21 Settembre 2015 at 17:56

    Pur non avendo visto tutte le partite, l’impressione che mi son fatto è che le big abbiano finalizzato la preparazione per una coppa del mondo lunga e che qualcuno sia ancora un po’ imballato fisicamente. Francia, Sud Africa e All Blacks sono da rivedere. Il torneo è lungo, faticoso e prevedibilmente molto logorante anche per i team più forti e con la panchina più lunga. Chi doveva preparere il torneo per essere al 100% alla prima uscita eravamo noi. Evidentemente la coperta è corta e il valore dell’Italrugby è questo: una squadra che ha ancora problemi di disciplina e di interpretazione delle regole e del metro arbitrale. Possibile che capiti solo a noi? I Galletti non mi hanno impressionato, ma nonostante questo mi sono sembrati concentrati a sufficienza, tanto da non subire nulla in mischia e soprattutto da non cadere come abbiamo fatto noi nella trappola dell’interpretazione arbitrale. Il Sud Africa era sottotono fisicamente, ma avranno molta voglia di riscatto… auguri a chi li incontra nelle prossime partite! La Nuova Zelanda ha faticato, ma ha anche dimostrato di poter riprendere in mano il match quando è servito. L’Inghilterra mi è piaciuta e potrà solo crescere. Il Galles è partito molto bene nonostante abbia perso due dei suoi giocatori più importanti in una inutile amichevole; roba da provocare patemi d’animo a noi italiani, ma evidentemente non a loro! L’Irlanda è forte, molto forte, è l’unica tra le big che ha passeggiato, per quanto si possa “passeggiare” nel rugby.

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