Rugby
Rugby – Mondiali 2015, Irlanda per il colpo grosso. Francia spinta dalla storia. E l’Argentina…
Sette edizioni, sei vittorie dell’Emisfero Sud ed una sola vittoria europea. Per giunta arrivata in Australia, grazie al leggendario drop di Wilkinson che consegnò la vittoria alla sua Inghilterra. La nazione britannica della terra d’Albione ospiterà i Mondiali 2015 che partiranno domani ed è probabilmente anche la carta migliore da giocare per l’Emisfero Nord per tornare al successo iridato, dopo due edizioni in cui il Vecchio Continente si è dovuto arrendere in finale al Sudafrica prima (proprio gli inglesi) e alla Nuova Zelanda poi (i francesi). A stretto giro di posta del XV della Rosa, però, c’è anche un’Irlanda intenzionata mai come in quest’occasione a puntare al bersaglio grosso, dopo aver raggiunto livelli vertiginosi nelle ultime due stagioni. I Verdi, oltre a vincere gli ultimi due Sei Nazioni con una certa autorità, hanno anche dimostrato di saper battere l’Australia e il Sudafrica a novembre e di poter sconfiggere gli All Blacks con una partita al limite della perfezione. Il pre-Mondiale non è stato dei più brillanti, ma l’impianto di squadra è ben collaudato. E all’appuntamento iridato difficilmente O’Connell&co. arriveranno impreparati. Molto dipenderà dalle condizioni e dalla confidenza che riuscirà ad acquisire Johnny Sexton, altalenante nell’ultimo Sei Nazioni ma potenzialmente uno dei migliori numeri 10 del Mondiale.
Chi, invece, ha compiuto un percorso decisamente opposto rispetto a quello irlandese è la Francia, I transalpini, nell’ultimo quadriennio, hanno smarrito a più riprese la loro identità, alternando prestazioni a tratti sconvolgenti (tante) ad altre (poche) più consone alla loro storia. La gestione di Philippe Saint-André è stata tutt’altro che oculata, malgrado le ultime settimane abbiano restituito alcune certezze ai transalpini, ma la stampa Oltralpe non ha mai risparmiato forti critiche all’allenatore, reo di non aver mai saputo allestire una nazionale solida e convincente e di aver snaturato i Bleus, passando da un rugby champagne ad un rugby esclusivamente fisico e basato sugli autoscontri. Per loro, però, parla la storia: in sette edizioni giocate, i galletti hanno mancato la semifinale soltanto nel 1991. Il record parla di tre finali, per cui è lecito attendersi una RWC comunque di grande spessore.
Parte qualche passo più indietro il Galles, per due principali motivi: gli infortuni di due pilastri come Rhys Webb (il motore del gioco fatto di grande intensità di Gatlans) e Leigh Halfpenny, il miglior piazzatore al mondo negli ultimi anni, costretti a saltare tutto il Mondiale, e il girone della morte che dovranno affrontare. I Dragoni, infatti, sono inseriti nella Pool A contro Inghilterra e Australia (oltre alle imprevedibili Fiji) e, al momento, appaiono i maggiori candidati all’eliminazione. Se dovessero riuscire a superare il turno, tuttavia, potrebbero arrivare anche molto lontano. Non dovrebbe avere alcun problema a superare il turno l’Argentina, considerando i progressi compiuti nelle ultime due stagioni e l’avversario per il secondo posto (Tonga) ampiamente alla portata. I presupposti per ripetere l’esaltante cavalcata del 2007 ci sono tutti, così come i big: Lobbe, Ayerza, Hernandez, Bosch e Imhoff, solo per citarne alcuni. Anche gli All Blacks, inseriti nella stessa Pool dei Pumas, sono avvisati.
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daniele.pansardi@oasport.it
Credit FotosportIT/FIR