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Ciclismo
Vuelta a España 2015: una cronometro per la Roja. Aru sfida Dumoulin e Rodriguez
Tom Dumoulin fa paura. Il giorno di riposo offre l’occasione di fermare i pensieri riguardo quanto sta succedendo alla Vuelta a España alla vigilia dell’insidiosa e probabilmente decisiva di Burgos. 38 chilometri contro il tempo che dovrebbero, teoricamente, favorire l’olandese.
Eppure, la Vuelta non è ancora chiusa, per niente. L’atleta della Giant-Alpecin ha un ritardo di 1’51” da Joaquim Rodriguez, leader dopo la tappa di ieri. Fabio Aru insegue lo spagnolo ad un solo secondo e, a 5 tappe dal termine, è pienamente in corsa per portare a casa il primo grande giro della carriera.
L’azzurro ha sofferto, e non poco, nelle ultime frazioni. Sulle aspre pendenze delle salite iberiche Aru ha denotato tutti i limiti già visti al Giro d’Italia quando la strada si inerpica con pendenze che superano il 10, e talvolta anche il 20, per cento. D’ora in avanti, per quanto gli arrivi in salita siano finiti, le ascese presenti nel percorso sono molto più dolci e potrebbero avvantaggiare Aru nella corsa alla Maglia Roja che si annuncia incerta fino alla fine con pochi secondi che potrebbero fare la differenza tra vittoria e sconfitta.
Rodriguez, Aru, Majka e Dumoulin: quattro nomi, che domani sera potrebbero ritrovarsi in meno di un minuto in classifica generale. Il favorito, potrebbe essere ancora Aru. Majka sembra troppo lontano per impensierire il sardo, Dumoulin per quanto forte a crono offre ancora molti dubbi. Mai si è trovato a lottare per la generale nella terza settimana di una corsa fino ad oggi e potrebbe pagare anche sotto questo punto di vista. Rodriguez ha dalla sua parte l’esperienza, ma anche il peso dei suoi 36 anni.
Aru, inoltre, ha lavorato molto sulle prove contro il tempo in ottica Giro d’Italia e la crono di Valdobbiadene probabilmente non ha reso giustizia ai suoi miglioramenti dato il difficile momento attraversato proprio in quel frangente della Corsa Rosa. Verosimile, comunque, un sorpasso di Dumoulin, anche se per una manciata di secondi. La corsa non finirà domani, ma solo a Madrid. Fino ad allora, c’è tempo e spazio per cambiare le carte in tavola, senza mai mollare.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: Ufficio Stampa Giro d’Italia