Calcio
Calcio femminile: salta la prima giornata di Serie A. Lo sciopero delle giocatrici si concretizza
Il movimento di calcio femminile in Italia non ha mai pace. Le contraddizioni e le divisioni interne alla FIGC, LND e AIC hanno portato alla concretizzazione dello sciopero delle giocatrici che fa saltare la prima di giornata di campionato in Serie A e alimenta ulteriormente le polemiche tra le mancate riforme e discontinuità che il sindacato dei calciatori si sarebbe aspettato.
Come si legge dal comunicato ufficiale pubblicato sul sito di riferimento dell’associazione: “l’AIC sostiene la protesta delle calciatrici di Serie A che hanno deciso di non scendere in campo sabato 17 e domenica 18 Ottobre per conquistare quei “Punti” non più rinviabili: garantire al movimento nel suo complesso nuove certezze programmatiche che ne favoriscano lo sviluppo e la promozione nel nostro paese e ottenere per tutte le ragazze la necessaria tutela nello svolgimento della loro attività. Non è una protesta contro qualcuno, ma è una protesta per fare qualcosa di concreto in favore di tutte le componenti del movimento: calciatrici, tecnici e società. Non più “promesse di fare” che si perdono in un indefinito tempo futuro, ma fatti concreti e risposte visibili “adesso”. Eppure, nei giorni passati sembrava che dei margini di apertura ci fossero stati, come lo scorso comitato esecutivo aveva fatto intuire e le stesse proposte di Carlo Tavecchio sui finanziamenti provenienti della FIGC. Di fatto, alla base di questa protesta c’è proprio un ragionamento economico per la mancata stabilità che affligge molti club e che ha portato a questa decisione.
Come dichiarato da Melania Gabbiadini, attaccante dell’Agsm Verona, “Noi tutte manteniamo questa linea, crediamo sia giusto così adesso. Non abbiamo nessun tipo di problema ad affrontare questo sciopero. Non abbiamo avuto nessun rincontro e non abbiamo chiesto il mondo, non c’è stata volontà da parte loro e sapevano che c’era in aria lo sciopero”. E’ programmato un’ulteriore riunione dell’esecutivo, per il prossimo 27 Ottobre, proprio sui temi vincolo sportivo, accordi economici pluriennali e fondo di garanzia ma, da quanto emerge dalle considerazioni della Gabbiadini le proposte non bastano: “Aspettiamo che anche prima si possa decidere qualcosa in più, noi continuiamo su questa linea fino a quando non si fa qualcosa dall’altra parte. Le proposte emerse nell’Esecutivo? Sono solo proposte. Fino ad ora abbiamo solo parlato, noi vogliamo qualcosa di scritto e di concreto“.
Una voce fuori dal coro è quella di Antonio Cabrini, ct della Nazionale che pur cosciente delle problematiche del movimento non ritiene che sia il momento e il modo giusto per cercare delle soluzioni concrete: “Non è il momento giusto per uno sciopero. Bisogna tenere in grande considerazione le problematiche del calcio femminile, ma forse non è il momento indicato per una manifestazione simile visto che la Figc sta facendo veramente dei passi molto importanti. La Federazione si sta impegnando tantissimo e questo è palese, ma le problematiche a livello di Lega dilettanti non sono certo uscite fuori ieri. Le squadre non scioperano perché ce l’hanno con la federazione, le giocatrici si sentono poco tutelate”.
In buona sostanza, tantissima confusione e, visti i tempi, i margini di manovra per salvare la prima del torneo non ci sono. Ci si augura davvero che l’asset del pallone al femminile trovi una qualsivoglia stabilità per il bene di questo sport e la salvaguardia della sua dignità. Le atlete hanno le loro ragioni per far sentire la propria voce e, nello stesso tempo, l’interazione dei dirigenti deve essere aperta a mutare degli equilibri che ristagnano nella poca considerazione da tantissimo tempo.
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Immagine: profilo FB Marta Carissimi
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