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Calcio: l’Italia di Conte torna al passato per guardare al futuro

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Un’intuizione vincente, un ritorno al passato che può donare nuova linfa al futuro. Nessuno si aspettava il 4-2-4 di Antonio Conte dopo le buone indicazioni fornite dal 4-3-3 nella gara contro la Bulgaria ma il ct, nella sfida decisiva di Baku per la qualificazione agli Europei 2016, ha sorpreso tutti. Vincendo partita e scommessa e proiettandosi adesso in una dimensione che può diventare veramente interessante.

I numeri di quest’Italia parlano chiaro. A una giornata dal termine del girone, passa per la Francia raggiunto da imbattuta e segnando per la prima volta tre reti. Non sarà la Nazionale di dieci anni fa, ma di certo non è una squadra da 17esimo posto nel ranking Fifa. Lo stesso Conte si è sfogato a riguardo nel post partita: “Siamo davanti alla Croazia nel gruppo, ma dietro nella speciale classifica. Non è che forse il metodo è sbagliato?“.

Sì, forse è sbagliato, anzi molto probabilmente, ma ora che ha raggiunto al meglio il suo primo (minimo) obiettivo il ct non si deve lasciare ingolosire da queste provocazioni, da questi futili discorsi che rischiano di cullarsi sugli allori perdendo di vista il campo, da dove la prossima estate arriverà il verdetto definitivo sui primi due anni dell’ex bianconero fortemente voluto da Carlo Tavecchio e corteggiato per il rinnovo.

Che Italia vedremo, quindi, agli Europei? E’ presto per dirlo. Ma, gara dopo gara, non mancano le indicazioni. Partendo dalla difesa, a meno di infortuni il blocco juventino Buffon-Chiellini-Bonucci (ieri impiegato tantissimo in fase di impostazione, con risultati rivedibili) sarà la base da cui partire. Sulle fasce bene Darmian, in gol dopo l’errore per il pareggio azero, mentre De Sciglio ancora pecca di carisma. E di certo il Milan di quest’anno non lo aiuta. Con un Verratti così sarà difficile ritrovare un posto per Pirlo: vero che l’esperienza e il carisma dell’ex bianconero sono fondamentali, ma da regista il giovane del Psg ha convinto molto di più che da interno come a settembre. Sfornando assist e giocate super a ripetizione.

E poi? Tutto ovviamente dipenderà dal modulo. 4-4-2 (4-2-4) o 4-3-3, Pellè sembra favorito per la maglia numero 9, anche se con Balotelli in circolazione nulla può essere dato per certo fino a maggio. Eder ormai è un titolare: si muove bene, conosce a memoria gli schemi e “vede” la porta. In attesa di Insigne, El Shaarawy è parso rinato: da sempre è un’ala che si sacrifica molto in fase di ripiegamento e questo il ct sa apprezzarlo. Candreva a destra è un motorino infaticabile. E dulcis in fundo Giovinco si è messo in luce in pochi minuti con un’espulsione procurata e una traversa su punizione.

Che si stia dunque attuando quel processo tipico della Juventus di Conte, soprattutto quella del primo scudetto sicuramente inferiore al Milan a livello tecnico, per cui dei buoni giocatori – ma non fenomeni – riescono a dare il meglio di sé perché inseriti in uno schema tattico che funziona e gira a meraviglia? E’ questa la maggiore speranza per il 2016.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: pagina Facebook ufficiale Stephan El Shaarawy

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