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Fondo
ESCLUSIVA – Nuoto di fondo, Rachele Bruni: “Gioia inaspettata. A Rio 2016 fattore mare decisivo”
Una stagione infinita, quella di Rachele Bruni. La prima gara a Viedma (Argentina) il 7 febbraio, vinta, e l’ultima sabato 17 ottobre a Hong Kong, con l’incoronazione come regina della Coppa del Mondo 2015 di nuoto di fondo 10 chilometri. Mai nessuna italiana ci era riuscita prima della toscana, che adesso ha già ripreso gli allenamenti in vista dell’anno olimpico. A Rio 2016 sarà tra le favorite per una medaglia e proverà a prendersi quello che un crollo fisico e psicologico le hanno portato via negli ultimi metri del Mondiale di Kazan. Emozioni, retroscena, bilanci, mea culpa, anteprime, ricordi e speranze: la campionessa azzurra si è raccontata a 360°.
Cosa si prova a essere la prima fondista italiana a vincere la Coppa del Mondo?
“Ovviamente sono felice. Devo dire che non me l’aspettavo: ho vinto la prima tappa, a Viedma, e così ho deciso con il mio allenatore (Fabrizio Antonelli, ndr) di provare a farle tutte. Solo andando avanti abbiamo capito di poter trionfare veramente, ma all’inizio è stata una decisione improvvisata. Semplicemente mi serviva gareggiare il più possibile”.
Come sono state le ultime settimane tra Cina e Hong Kong?
“Dopo il test event di Rio ho avuto due/tre settimane di stop. La ripresa è stata lenta, ma comunque dura. In Cina durante la gara ho avuto mal di stomaco, pensavo mi passasse velocemente e invece sono stata male tutto il pomeriggio anche fuori dall’acqua. A Hong Kong ho interpretato la gara diversamente e, anche se sono arrivata solo sesta, sono stata nel gruppo di testa fino agli ultimi metri lottando per il podio. È andata meglio, diciamo”.
Oggi con la gara ad Hong Kong si conclude ufficialmente la mia stagione. Che dire sono felicissima di essere la prima…
Posted by Rachele Bruni on Sabato 17 ottobre 2015
Che voto daresti alla tua stagione?
“Tra l’8 e il 9. Sarebbe stato un 10 con la medaglia mondiale, ovviamente. Ma comunque, dopo la vittoria in Coppa del Mondo, siamo più verso il 9”.
Ecco, torniamo a Kazan. Cosa è successo in quegli ultimi metri fatali della 10 chilometri?
“Il buio totale. Non ho avuto la lucidità per rimanere calma e nuotare come avevo fatto fino a quel momento. Ho sbagliato le bracciate. Mi sono fatta prendere dalla pressione e ho perso. Lavoreremo su questo aspetto”.
Quel quarto posto, visto ora, è più una delusione o più un punto di partenza verso l’Olimpiade?
“Di certo so che dovrò migliorare lavorando quotidianamente. Ma, se ci ripenso, prevale la delusione”.
Questo 4 posto brucia come poche cose.Chiedo scusa se ho deluso qualcuno, un secondo mi ha diviso dal podio.Ho messo…
Posted by Rachele Bruni on Martedì 28 luglio 2015
Come ti è sembrato l’ambiente a Rio durante il preolimpico? Il Brasile è pronto per i Giochi?
“L’ambiente è bello, l’organizzazione era un po’ indietro. Il campo gara sicuramente è da rivedere: la partenza era su una piattaforma da raggiungere a nuoto, invece l’anno prossimo dovrebbero portarci con un gommone. Vedremo. Gli spogliatoi, invece, sono perfetti”.
E l’acqua sporca di cui tanto si parla?
“In alcuni punti si nota, ma ho nuotato in posti ben peggiori. Ci ho fatto l’abitudine con l’esperienza”.
Le avversarie da marcare strette saranno sempre le solite? Rispetto a questi ultimi anni la britannica Keri-Anne Payne sembra tornata quella pre Londra 2012.
“Ha vinto il preolimpico e l’ultima tappa di Coppa del Mondo a Hong Kong, ma non è ancora qualificata anche se non credo avrà problemi a farlo. I nomi sono i soliti: Da Cunha e Haley (Anderson, ndr) su tutte. La francese Muller e Sharon (l’olandese Van Rouwendaal allenata da Philippe Lucas, oro europeo e argento mondiale in carica, ndr) invece sono curiosa di vederle all’opera in mare. Sarà un fattore decisivo. Per esempio, al preolimpico la Muller (iridata a Kazan, ndr) si è ritirata per l’acqua fredda”.
Come sarà organizzato il tuo 2016?
“Di certo non farò nuovamente tutte le gare di Coppa del Mondo. Dovrei essere all’esordio a Viedma, nel fiume, poi vedremo volta per volta. Cercheremo di privilegiare le gare in mare”.
Cambierà qualcosa nei ritmi dall’allenamento pensando alle Olimpiadi?
“L’allenamento sarà uguale. C’è da correggere l’aspetto della lucidità e devo affinare ancora la tecnica di bracciata, che non è perfetta”.
L’Italia di nuoto di fondo ha cambiato protagonisti in un anno e ora sei tu, insieme a Simone Ruffini, il volto del momento. Qual è la forza di un gruppo così vasto ma sempre vincente?
“Il metodo di lavoro di squadra è cambiato di recente, da Barcellona 2013 in poi siamo sempre cresciuti. Tre medaglie europee e altre tre mondiali sono un bottino importantissimo per tutto il movimento”.
Si può dire finalmente che la scelta di trasferirsi da Empoli a Roma abbia pagato.
“Sì, all’inizio ho fatto un po’ di fatica perché ho cambiato modo di nuotare e anche l’ambientamento nella grande città non è stato semplice. Ho passato due anni complicati, poi si è aggiunto un virus. Ma dopo tre stagioni di sacrifici posso dire di aver coronato il sogno di una vita: la qualificazione alle Olimpiadi”.
A proposito di sogni: a Rio 2016 per una medaglia?
“Lavoriamo per ambire a qualcosa di più”.
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francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: pagina Facebook Fina Abu Dhabi/DeepBlueMedia