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MotoGP, GP Malesia 2015: e se fosse la pioggia di Sepang ad assegnare il titolo…?

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L’affaire MotoGP 2015 è già ingarbugliato di suo, dovesse metterci lo zampino pure il meteo (“umido” per antonomasia) tropicale della Malesia, verrebbe fuori materiale ottimo per i futuri lavori di Ken Follett o Dan Brown…

Basta dare una scorsa ai dati meteorologici statistici del Paese asiatico per rendersi conto che più che di rischio-pioggia, in questo periodo, dalle parti di Kuala Lumpur si parla di semi-certezza: ottobre è storicamente il mese con più giorni e quantità di pioggia cadente, quindi, in una nazione dove in media piove per oltre duecento giorni all’anno, l’evento sorprendente sarebbe correre un GP sull’asciutto!

Alle considerazioni strettamente climatiche, poi, andrebbero aggiunte quelle relative alle caratteristiche strutturali del Circuito di Sepang “mixate” con le manifestazioni meteorologiche. Ad esempio, qui l’asfalto è molto abrasivo e l’alto livello di caldo/umidità rende l’appuntamento malese un’autentica sfida estrema per piloti, motori e pneumatici. Le frequentissime piogge tendono a lavare quasi ogni giorno il tracciato, portando via la gomma depositata e rendendo l’evoluzione del fondo particolarmente difficile da prevedere. Al Sepang International Circuit non manca proprio nulla per rendere difficile la vita alle gomme: curve veloci con elevati carichi laterali, asfalto aggressivo, alte temperature ambientali e un manto piuttosto irregolare (il circuito venne costruito su una palude, ndr). I livelli di degrado meccanico e termico per gli pneumatici sono quindi notevoli e a ciò si aggiunge anche la “verticalità” imposta dagli assetti aerodinamici ad alto carico, necessari per essere competitivi.

Il circuito progettato dall’ormai celeberrimo ingegnere tedesco Hermann Tilke – colui il quale ha ideato, successivamente, i tracciati di Sochi, Austin, Abu Dhabi, Valencia, Istanbul, Shanghai e Manama in Bahrain, questi ultimi due con evidenti analogie rispetto al disegno di Sepang – presenta anche il non secondario problema del drenaggio: in caso di pioggia battente, subentrerebbe l’ulteriore grana legata alle pozzanghere.

Nonostante i vari “giochetti psicologici” sciorinati da Jorge Lorenzo davanti ai microfoni di tutto il mondo, dubitiamo fortemente che il maiorchino voglia giocarsi una fetta fondamentale di Mondiale in condizioni di gara bagnata o, forse anche peggio, “ibrida” (vedi GP San Marino 2015). A maggior ragione che si trova lui nella scomoda posizione di dover inseguire il rivale nella generale, e come nel calcio, le avverse condizioni meteo sfavoriscono chi deve fare la partita, non chi deve difendere il vantaggio Un eventuale, improvviso temporale tropicale farebbe scattare il movimentato meccanismo dei cambi-moto “volanti” e la platonica classifica del Campionato bagnato vede Rossi saldamente in testa: non crediamo che al Dottore dispiacerebbe vedere qualche ombrello aperto, nella tre-giorni di Sepang.

In passato, il Gran Premio motociclistico della Malesia è stato anche interrotto prima del raggiungimento del numero di giri previsto (per non allontanarci troppo nel tempo, nel 2012 ci fu bandiera rossa a 5 giri dal termine). Ovviamente, nessuno dovrebbe augurarsi che ciò riaccada, per lo spettacolo, la sportività e, soprattutto, per la sicurezza dei piloti, però le gare bagnate dilatano i distacchi e Valentino è alla ricerca del +15 risolutivo…

 

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giuseppe.urbano@oasport.it

 

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