MotoGP
MotoGP, GP Malesia 2015: Valentino Rossi-Marc Marquez, il più brutto spettacolo di un weekend
Ci perdonerà Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, se parafrasiamo uno dei suoi più grandi successi per parlare di quanto è accaduto in quel di Sepang (Malesia). Dobbiamo dirlo: è stato il più brutto spettacolo di un weekend motociclistico che si ricordi.
Perchè asseriamo questo? Fin dal giovedì Valentino Rossi, stizzito per quanto accaduto nel GP di Australia, si è sfogato a mezzo stampa sostenendo un accordo tutto in chiave spagnola tra Marc Marquez e Jorge Lorenzo, con il primo reo di aver “giocato” contro il 46, girando di proposito più lentamente a danno del pilota di Tavullia. Un’accusa documentata con cronologici mostrati ai giornalisti presenti, ricordando un po’ quello che succede in trasmissione di stampo politico, in cui i leader di uno schieramento presentano il proprio programma contrapponendo i dati dell’avversario di turno. Ebbene Rossi, è sembrato una sorta di capopopolo, pro domo sua ovviamente, manifestando una sindrome di accerchiamento e alzando, inevitabilmente, l’asticella della tensione.
In che modo? Basta guardare quello che è successo in pista dal sabato. Il surplace PL3 tra i due drivers è stato solo il proemio di quello che sarebbe successo la domenica. Una vera e propria rissa di basso borgo su uno dei tracciati più caratteristici del Mondiale. Ripicche e contro ripicche nel corso dei primi giri hanno animato la contesa su livelli inaccettabili in cui Rossi era ansioso di seguire il suo compagno di squadra mentre Marquez, degno del miglior Franco Baresi, si è messo in marcatura sul 46, palesando una condotta ostruzionistica inqualificabile.
Qualcuno dirà: “Rossi è colpevole perchè è da lui che la provocazione è partita e dunque Marc si è sentito legittimato a dimostrarsi uomo in questo modo”. Per carità, un ragionamento che ci può stare, ma forse poco appropriato per un contesto così importante. “La vendetta” di Marc e la reazione del 46 sono tra i più brutti show in una gara iridata e pertanto che riflessione possiamo fare? La risposta è semplice. Andavano chiarite le rispettive posizioni ben prima dell’inizio delle ostilità al fine di non peggiorare la situazione e farla divampare la domenica. La direzione gara, probabilmente, si è dimostra troppo morbida nella gestione del caso, sottovalutando le conseguenze che una carica emotiva simile avrebbe comportato. La stessa penalizzazione combinata a Valentino, dopo la corsa, sa quasi di “non decisione”. -3 punti sulla patente e la partenza dall’ultima posizione di Valencia è una scelta che ha finito per scontentare tutti, ivi compreso un inviperito Jorge Lorenzo, convinto che il trattamento riservato al suo compagno di squadra sia stato troppo soft.
In buona sostanza, l’intervento doveva essere effettuato nel mentre del darsi agonistico con bandiera nero o un “drive-through” a Rossi e in questa maniera ogni tipo di strascico sarebbe morto o quantomeno attenuato. Vero è che, lo stesso regolamento, presenta delle pecche evidenti. Non si comprende infatti come sia possibile che nella Moto3 la risolutezza regolamentare sia sempre esemplare ed implacabile mentre nel caso di alcuni piloti della topclass viga una sorta di immunità. Detto di Valentino, ma un Marquez, come ammesso da Mike Webb (direttore di corsa), che gioca e rallenta deliberatamente senza essere punito perchè “antisportivo con classe” sa proprio di presa in giro.
Poco da salvare, dunque, nello spettacolo di Sepang tra petizioni che già proliferano sul web per l’annullamento della penalizzazione di Valentino e incitamenti per Andrea Iannone a stendere gli avversari di Rossi. Tutto decisamente discutibile. Ora nel GP della Comunità Valenciana, un ultimo atto condito da polemiche e chiacchiere che, chissà, hanno già rovinato il clima di uno dei campionati, fino al round malese, tra i più belli che si ricordino. Un vero peccato!
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Immagine: pagina FB Valentino Rossi
Twitter: @Giandomatrix
Luca46
26 Ottobre 2015 at 13:31
Non sono daccordo. La penalità a Rossi è stata sin troppo dura altro che bandiera nera. Rossi ha fatto tutto il possibile per evitare questo epilogo: 1) si è esposto ai media dicendo come stavano le cose. 2) qualche giro prima del contatto si è voltato verso Marquez e lo ha invitato a tenere una linea leale. 3) non lo ha buttato fuori, il video è chiaro, lo rallenta, lo guarda una prima volta e poi una seconda per dirgli: “ma che cazzo fai” e poi raddrizza la testa successivamente Marquez col casco cerca il contatto lo tocca leggermente a Vale scalcia. La bandiera nera andava data a Marquez. Valentino non ha cercato scorrettezze, voleva solo giocarsi il titolo. Marquez è stato codardo perchè lui da perdere non aveva niente, un gioco vigliacco. Quanto successo a Philip Island poteva bastare a Marquez ed invece ha voluto superarsi nell’antisportività. Rossi ha deciso di non porgere l’altra guancia.