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Rugby, Mondiali 2015: le pagelle di Irlanda-Italia. Favaro sontuoso, Parisse rigenera gli azzurri

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L’Italia va vicina alla clamorosa impresa nella terza giornata dei Mondiali 2015 contro l’Irlanda, più di quanto non dica il punteggio finale di 16-9. Gli azzurri giocano una partita maiuscola, ma non basta per impedire la sconfitta e la fine di ogni sogno di passaggio del turno. Le pagelle

Luke McLean, voto 6,5: l’estremo azzurro si rialza insieme a tutta la squadra, tornando quasi sui livelli delle ultime due stagioni. Finalmente brillante nel gioco tattico, dove eccezion fatta per un paio di occasioni è sempre pronto a ricevere i calci di Sexton. Si rivede anche come prima opzione alla mano per Gori, dove non fornisce magari fantasia ma comunque solide garanzie.

Leonardo Sarto, voto 6: quando viene chiamato in causa dimostra di poter impensierire i difensori irlandesi nell’uno contro uno. Non riesce mai a creare break veri e propri, ma guadagna sempre metri importanti.

Michele Campagnaro, voto 6: uno dei tanti azzurri a voltare pagina dopo un periodo incolore. Il giovane centro miranese risolve almeno in quest’occasione i problemi di handling e le sue corse diventano sempre un problema per la difesa irlandese. Per contro, si conferma anche piuttosto egoista nelle scelte.

Gonzalo Garcia sv sostituito dopo tre minuti da Tommaso Benvenuti, voto 5,5: in difesa partecipa attivamente alle trincee italiane e chiude bene la sua zona di competenza, eccezion fatta nell’occasione della meta di Earls dove Sexton lo infinocchia troppo facilmente. Impalpabile in attacco.

Giovanbattista Venditti, voto 5,5: sufficienza stiracchiata per l’ala abruzzese, che ci mette la solita grande grinta ma commette qualche errore in più rispetto alle ultime partite. Il prossimo giocatore di Newcastle si conferma però uno dei pochi attaccanti italiani capaci di fare male.

Tommaso Allan, voto 7: partita maiuscola dell’italo-scozzese, troppo spesso mai davvero convincente. L’apertura azzurra questa volta non sbaglia nulla, mette tutti i piazzati dentro i pali mantenendo vive le speranze italiane per tutta la partita. Non avrà grande fantasia nelle mani, ma dà ordine e disciplina ad una squadra che non può permettersi giocate estremamente complicate, tant’è che la sostituzione risalta anche piuttosto incomprensibile.

Edoardo Gori, voto 5: tanto, troppo nervoso in troppe situazioni. Vuole ergersi a leader ma spesso lo fa male, uscendo fuori dalle righe come in occasione del placcaggio pericoloso del primo tempo. Nella distribuzione è ordinato e dà il solito buon apporto, ma si perde troppo spesso in un bicchier d’acqua.

Sergio Parisse, voto 7: monumentale, splendido da vedere e concreto in ogni sua azione. Il suo ritorno in campo è una manna dal cielo. Il capitano guida con la sua classe una squadra solida e compatta, si inventa spesso e volentieri anche mediano d’apertura e centro. Ma quella decisione di andare in touche invece di piazzare sul 10-6 resta un neo importante nella sua partita.

Simone Favaro, voto 7,5: nessuno avrebbe potuto avere dubbi sulle straordinarie qualità del terrier di Zero Branco. Tranne Brunel, a quanto pare. Il flanker veneto tira fuori dal cilindro una grandissima prestazione, con cui tiene su spesso e volentieri la difesa italiana guidandola nelle tante trincee da difendere. Un condottiero imprescindibile, sempre pronto a dare tutto su ogni placcaggio.

Francesco Minto, voto 6,5: decisamente più positivo rispetto alle due partite precedenti, anche perché al suo fianco c’è un Favaro in grande spolvero che lo aiuta a coprire tutto il campo. Sedici i placcaggi portati a segno, una presenza costante nelle azioni difensive accompagnata anche da una buona disciplina.

Joshua Furno, voto 6: si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato, ovvero nell’occasione della meta mancata. Non è un’ala e si vede, perché non prende la decisione giusta per concretizzare un’azione che avrebbe ribaltato la storia della partita. Per il resto, però, il seconda linea nel complesso è protagonista di una buona partita, anche se in touche ha qualche responsabilità.

Quintin Geldenhuys, voto 6,5: non si vede, non è un giocatore appariscente ma si sente. Eccome se si sente. Solita grande mole di lavoro per il seconda linea di origini sudafricane. Potrebbe essere tra i colpevoli, però, per la scelta opinabile di far calciare Canna da 50 metri.

Lorenzo Cittadini, voto 6,5: peccato che non sia di grande aiuto in campo aperto, ma la sua presenza in mischia chiusa è fondamentale. McGrath viene spesso messo sotto dal pilone bresciano, che dimostra di aver scavalcato forse definitivamente Castrogiovanni nelle gerarchie.

Andrea Manici, voto 5: sarebbe un giocatore molto importante anche a questi livelli, se non fosse per la touche. Il tallonatore emiliano è disastroso al lancio, non tanto su quello rubato in occasione della meta irlandese quanto su quelli successivi. Si fa valere nel gioco aperto.

Matias Aguero, voto 6,5: come molti altri, si risveglia dal torpore e offre una prova maiuscola e di grande spessore rispetto alle due piuttosto abuliche contro Francia e Canada. In mischia torna ad essere un fattore, ma offre il suo contributo anche in campo aperto. Costretto agli straordinari per una concussion di Rizzo, gioca ben settanta minuti.

Michele Rizzo, sv

Davide Giazzon, voto 5: inizia come Manici, sembra continuare meglio ma finisce addirittura peggio con quella touche gettata alle ortiche al 74esimo con l’Irlanda in dieci.

Dario Chistolini, voto 6: venti minuti di qualità, soprattutto in mischia dove controlla bene la situazione. Esordio iridato positivo.

Alessandro Zanni, voto 6: impatto positivo sul match uscendo dalla panchina, ma stesso dubbio di Geldenhuys.

Mauro Bergamasco, voto 6: vedi Zanni. Si batte come un leone in una delle ultime partite in azzurro.

Guglielmo Palazzani, voto 5: cinque minuti in campo, il tempo di farsi notare per un fallo piuttosto ingenuo al minuto 79.

Carlo Canna, voto 5,5: resta il dubbio sulla decisione (anche sua?) di calciare da 50 metri, ma andare in touche evidentemente non poteva garantire grandi risultati. Entra in campo con l’intenzione di spaccare la partita, ma il colpo – è il caso di dirlo – gli rimane in… canna. Il materiale umano su cui lavorare non manca.

All. Jacques Brunel, voto 5: i meriti del baffuto ct francese appaiono piuttosto circoscritti, sebbene la partita sia stata preparata nei minimi dettagli da parte degli azzurri. La vera guida del gruppo, del resto, appare Sergio Parisse e il suo ritorno non è stato accompagnato casualmente da una grande prestazione di squadra. Toglie Allan quando non dovrebbe, gestendo male ancora una volta la giovane apertura, oltre a non aver ancora spiegato l’esclusione di Festuccia dai 31 e quella di Favaro dalle prime due partite precedenti.

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Credit FotosportIT/FIR

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